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25 Novembre 2025
15:00

Cos’è la mosca dell’olivo, come riconoscerla e cosa fare per prevenire i danni all’olio d’oliva

La mosca olearia (Bactrocera oleae) è una specie infestante delle piante di olivo, responsabile di danni alle olive e all'olio prodotto. La larva dell'insetto danneggia la polpa dell'oliva, modificando di conseguenza le caratteristiche chimiche e organolettiche dell'olio che non può essere classificato come extra vergine d'oliva.

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Cos’è la mosca dell’olivo, come riconoscerla e cosa fare per prevenire i danni all’olio d’oliva
mosca olearia
Generata con AI.

La mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), o mosca olearia, è un parassita particolarmente temuto dagli olivicoltori perché attacca esclusivamente le piante di olivo (Olea europaea), provoca danni ingenti alle olive e degrada le proprietà chimiche e organolettiche dell’olio. Il risultato è una riduzione percentuale del raccolto e un declassamento del prodotto commerciale che non soddisfa più i requisiti di legge per essere classificato come olio extravergine d’oliva. In annate particolarmente critiche, è stato rilevato che la mosca può causare perdite economiche di oltre un miliardo di dollari nell'area dei paesi produttori del Mediterraneo. Preferisce condizioni climatiche caldo umide, e si prevede che il cambiamento climatico ne favorirà l'espansione, consentendole di colonizzare latitudini e altitudini più elevate con un'attività autunnale prolungata. Secondo un'analisi di Coldiretti, la campagna olearia 2025/26 sta andando abbastanza bene, con un incremento del 30% rispetto allo scorso anno, ma la raccolta è disomogenea sul territorio italiano, con regioni del Centro e del Nord particolarmente colpite dall'attività della mosca dell'olivo.

Mosca olearia: caratteristiche e ciclo biologico

Bactrocera oleae, dittero originario del bacino del Mediterraneo, introdotto accidentalmente in California e in India è un parassita specie-specifico dell’olivo, perché attacca solo questa pianta: gli adulti sono particolarmente attratti dai frutti maturi che hanno consistenza più morbida e colore più scuro. L’adulto è una mosca lunga circa 5 mm, di colorazione nera e marrone, con il capo di colore giallastro e occhi di un verde-blu cangiante. In piena estate, con la temperatura intorno ai 25 °C e una certa umidità, le femmine pungono le drupe (le olive) e, per ogni puntura, inseriscono con l'ovopositore un uovo nel frutto. Da ogni uovo si sviluppa una larva che, alimentandosi voracemente della polpa, scava una galleria nell’oliva; per questo è detta larva minatrice. In circa 4 – 6 settimane subisce le due mute successive in pupa e poi in adulto e così un ciclo di sviluppo è completo e una certa quantità di frutti distrutti.

mosca dell'olivo
La mosca dell’olivo (Bactrocera oleae).

Se le condizioni climatiche di una zona si mantengono caldo-umide, l’insetto può sviluppare anche 5 generazioni all’anno. La mosca sverna nel terreno allo stadio di pupa. In generale, le temperature invernali e primaverili influenzano la tempistica e la severità delle infestazioni. Temperature invernali miti aumentano la sopravvivenza delle pupe nel terreno, mentre temperature autunnali al di sotto dei 15 °C riducono lo sviluppo dell'insetto, poiché gli adulti volano meno e le larve si sviluppano più lentamente. Risente, invece, negativamente di temperature estive molto elevate, superiori ai 32°C. Sono determinanti per lo sviluppo anche la temperatura, la presenza di nutrienti e l'umidità del suolo: per esempio, una bassa temperatura del suolo e un'elevata umidità dopo un periodo piovoso aumentano la mortalità delle pupe.

La mosca olearia è un insetto talmente “antico”(evolutivamente parlando) ed è così specifico il rapporto con la pianta da essere considerato un classico esempio di “coevoluzione fra ospite e parassita”: entrambi hanno sviluppando adattamenti, la mosca per utilizzare le olive, la pianta per difendersi. Uno dei meccanismi di difesa adottato dall’olivo è la produzione di metaboliti altamente volatili (quindi prodotti chimici secondari aromatici, come fenoli e terpeni) che in alcuni casi disincentivano la mosca ad avvicinarsi alle drupe oppure alcuni cultivar hanno sviluppato una buccia più spessa che rende più difficile la puntura del frutto.

I danni diretti e indiretti all’oliva e all’olio

La mosca olearia è un vero flagello considerato che gli effetti dannosi sono sul frutto, sia per le olive da tavola sia per quelle da spremitura, nonché sull'olio prodotto. Le larve, annidandosi e scavando gallerie nelle olive provocano la loro caduta precoce dall'albero (detta tecnicamente cascola) e soprattutto determinano alterazioni chimiche della polpa favorendo così l'ingresso di altri patogeni come il fungo che provoca la così detta "lebbra dell'olivo".

L'alterazione chimica di tipo ossidativo, si ripercuote ovviamente sull'olio al momento della produzione; gli effetti più importanti sono un aumento dell'acidità e una modifica delle caratteristiche organolettiche del prodotto. Un'acidità libera elevata (cioè con alto contenuto di acidi grassi liberi) impedisce di classificare la partita d'olio contaminata come extra vergine d'oliva a norma di legge: l'olio extravergine di oliva deve avere infatti una componente di acidi grassi liberi al di sotto dello 0,8%. Le alterazioni sensoriali, quindi il sapore e l'aroma, comportano un difetto detto proprio "mosca" caratterizzato da odore e sapore sgradevole che ricorda molto quello del cioccolato rancido.

oliva danneggiata mosca dell'olivo
Le larve della mosca dell’olivo scavano dei veri e propri tunnel nel frutto rendendolo immangiabile e vulnerabile all’attacco di patogeni.

La situazione della raccolta di quest'anno

In questo periodo è in corso la campagna olearia 2025/2026 ed è a pieno ritmo la produzione dell’olio d’oliva in tutta Italia, il momento più adatto per verificare l’impatto che la mosca dell’olivo ha avuto sulla produzione nazionale. A oggi, in base ai risultati di un’analisi condotta dalla Coldiretti, insieme alle Associazioni Unaprol (Consorzio Olivicolo Italiano) e al Foa (Frantoi Oleari Associati), la produzione olearia italiana 2025 ha avuto un incremento del 30% rispetto allo scorso anno, ma la resa dei raccolti è stata “a macchia di leopardo” con perdite in alcune regioni del Centro e del Nord causate proprio dalla mosca dell'olivo. Regioni particolarmente colpite sono state l'Umbria, la Toscana, l'Abruzzo e l'Emilia Romagna.

oliva bucata mosca
Gli adulti delle mosche dell’olivo penetrano nell’oliva depositando le proprie uova.

Come possono difendersi gli olivicoltori: trattamenti e metodi di prevenzione

Considerato che circa il 95% dell'offerta mondiale di olio d'oliva proviene da Paesi europei, in particolare Spagna, Italia e Grecia che hanno anche le condizioni climatiche adatte per la diffusione della mosca olearia, si tenta di applicare diversi sistemi di difesa in vari momenti della coltivazione, ma non sempre i risultati sono soddisfacenti perché molto è determinato dall'andamento climatico stagionale di ogni anno. Ogni regione emette bollettini periodici di aggiornamento delle condizioni degli oliveti in relazione alle condizioni climatiche e alla presenza di mosca olearia e di altri parassiti. Gli agronomi e gli esperti entomologi in genere consigliano:

  • Programmi di lotta integrata che combinano più metodi e tendono a ridurre l'uso di pesticidi, per esempio, monitorando il numero di mosche adulte e contemporaneamente controllando sulle olive la presenza di fori e marciume;
  • Utilizzo di strategie preventive che prevedono l'uso di trappole attrattive con colori (soprattutto il giallo) o feromoni (attrattori chimici che attirano i maschi);
  • Scelta di varietà di olivo (cultivar) più resistenti agli attacchi del parassita;
  • Trattamenti con polvere di caolino, una polvere minerale biancastra e non pericolosa come un pesticida, che irrorata sulla pianta e sulle olive crea una barriera fisica rendendo la buccia dei frutti più resistente;
  • Uso di insetticidi nelle dosi e nei periodi consentiti dalla legge, benché si stia osservando una resistenza e un adattamento della mosca a molti prodotti.

Di recente anche l'uso di tecniche agricole di precisione come sensori di parametri ambientali o trappole elettroniche si stanno rivelando un groppo supporto per gli olivicoltori.

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