
La Corte d’Appello di Bologna il 17 ottobre 2025 ha confermato una sentenza di primo grado che condanna la Germania al risarcimento dei familiari delle vittime della strage di Marzabotto, avvenuta nell'autunno del 1944 ad opera delle SS naziste, in cui vennero uccisi 760 italiani. L’ammontare complessivo dei risarcimenti per le famiglie coinvolte è di circa 50 milioni di euro.
La sentenza afferma che gli eccidi furono parte di un piano criminale ideato al vertice del Terzo Reich e rappresentano dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità, secondo lo Statuto di Norimberga. Lo Statuto ha stabilito la giurisdizione, i principi giuridici, le categorie di crimini e le procedure di processo per i capi del Nazismo dopo la Seconda guerra mondiale.
La storia della strage di Monte Sole e il ruolo dei nazisti
L’eccidio di Marzabotto è ritenuto dagli storici la strage più efferata compiuta dalle SS naziste in Europa nel corso della Seconda guerra mondiale. Il massacro è avvenuto nella zona dell’Appennino bolognese attorno al Monte Sole, nello specifico nei territori di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno. Nell’agosto-settembre 1944, dopo l’occupazione di Firenze da parte degli Alleati, il controllo di quest’area divenne per i tedeschi di vitale importanza per la tenuta del fronte.
In questo contesto, con gli Alleati nelle vicinanze, i tedeschi consideravano ancora più pericolosa la presenza partigiana e perciò avviarono una vasta operazione contro la Stella Rossa, la formazione della Resistenza locale. Partendo da Monte Sole, infatti, dove avevano la base principale, i partigiani erano in grado di colpire quotidianamente le strade e le ferrovie dell’area: questa presenza spinse il comando tedesco a progettare di attaccare la zona, anche per favorire il ripiegamento verso nord delle armate.
Nell’agosto-settembre questo compito fu affidato al maggiore Walther Reder: la sua divisione era già stata impiegata contro i partigiani in Istria, dove aveva compiuto diversi sanguinosi rastrellamenti, e nell’estate 1944 si era macchiata di orrende stragi in Toscana. Con queste cruente premesse, il 29 settembre 1944 Reder avviò l’operazione: i partigiani si scontrarono con i tedeschi in vari punti, cercando di raggiungere Monte Sole e Monte Caprara, ma la situazione diventò insostenibile per la Resistenza. I testimoni hanno ricordato anche la presenza di italiani accanto ai tedeschi, con gravi responsabilità del fascismo locale. Di fronte al violento attacco, la Stella Rossa fu costretta a dissolversi, ma questo non impedì ai tedeschi di proseguire nel loro annientamento.
In quei giorni molte famiglie di residenti e sfollati avevano cercato rifugio in montagna, ritenendo queste zone, impervie e all’interno della zona partigiana, più sicure per difendersi da bombardamenti e rastrellamenti. Tuttavia, proprio in quest’area la divisione nazista decise di colpire anche la popolazione civile: la prova di un effettivo rapporto con i partigiani non veniva considerata come un elemento discriminante per l’uccisione, provocando un barbaro massacro. Il 5 ottobre, quando le SS si ritirarono, si lasciarono dietro centinaia di morti (in gran parte donne, anziani e bambini) e interi villaggi distrutti.
Le conseguenze della strage del 1944: responsabilità e colpevoli

La storiografia e la giurisprudenza hanno sottolineato il ruolo del reparto guidato da Walther Reder nell’attribuzione delle responsabilità nel massacro e nei tempi della sua attuazione. Non diversamente da quanto accaduto in altre zone di conflitto durante la Seconda guerra mondiale, gli eccidi di Monte Sole rientrano nella logica della guerra nazista, un conflitto di sterminio che mira a eliminare spietatamente il nemico e finisce per comprendere tutta la popolazione. Per molto tempo non è stato possibile azzardare numeri ufficiali su questa strage di innocenti, ma le stime tendono a concordare su una cifra compresa tra le 1.600 e le 1.800 vittime.
Per tutto l’inverno successivo, le truppe tedesche e gli Alleati si fronteggiarono a ridosso dell’area colpita dal massacro. Nell’aprile 1945 un massiccio bombardamento sul Monte Sole consentì agli Alleati di prendere l’area: il 19 aprile Marzabotto venne liberata. Reder fu catturato il 5 maggio dagli inglesi a Salisburgo, in Austria, e fu consegnato all’Italia. Il processo contro di lui ebbe inizio il 18 settembre 1951 davanti al Tribunale militare di Bologna e terminò con la condanna all’ergastolo.
Il massacro di Monte Sole segnò una fase centrale della lotta contro i partigiani a ridosso della Linea Gotica, l’ultima grande linea difensiva costruita dai nazisti nell’Italia centro-settentrionale. Prima di questa strage dell'autunno 1944, tuttavia, si erano già verificati altri massacri indiscriminati di civili e gli studi hanno messo in luce decine di stragi distribuite su tutto il territorio italiano occupato dai nazisti. “Il massacro di Marzabotto è uno dei molti crimini commessi dalle SS e dalla Wehrmacht in Italia. Crimini che, come sappiamo, hanno lasciato profonde ferite nel Paese”, ha detto il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier lo scorso anno.