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3 Novembre 2025
17:30

Dalle bottigliette di Nadal ai pantaloncini di Jordan, i riti scaramantici dei campioni: perché funzionano secondo la scienza

Quali sono i rituali più famosi che gli sportivi mettono in atto prima delle prestazioni? Sebbene siano delle vere e proprie superstizioni, la scienza conferma alcuni effetti benefici.

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Dalle bottigliette di Nadal ai pantaloncini di Jordan, i riti scaramantici dei campioni: perché funzionano secondo la scienza
acqua santa trapattoni

Sono tanti gli esempi di rituali scaramantici messi in atto prima e durante una performance sportiva da atleti o membri dello staff. Pensiamo al c.t. della nazionale italiana Giovanni Trapattoni che, ai Mondiali del 2002, fu sorpreso a gettare acqua santa sul terreno di gioco o a Michael Jordan che indossava i vecchi pantaloncini del suo college sotto quelli dei Chicago Bulls. Cosa dice la scienza in merito a queste usanze? Semplice scaramanzia? Beh sì, ma gli effetti benefici non sono affatto indifferenti. Gli studi parlano di diminuzione dell’ansia e aumento della concentrazione.

Quali sono i benefici dei rituali degli atleti

La scienza ha dimostrato un’incidenza significativa di queste gestualità ripetute sul risultato. Ne è un esempio la meta-analisi tecnico-statistica che combina quantitativamente i risultati di più studi indipendenti sullo stesso argomento – di Anton G. O. Rupprecht et al. del 2021 The effectiveness of pre-performance routines in sports: A meta-analysis. Bisogna precisare che l’effetto è strettamente connesso alle condizioni dell’attività sportiva praticata, come per esempio la pressione minore o maggiore dettata magari dal momento o dal grado della competizione. Difatti, funzionano maggiormente in caso di compiti a ritmo auto-pilotato e chiusi. Per capirci: rigori nel calcio, tiri liberi nel basket e servizi nel tennis e non è stata riscontrata nessuna differenza rilevante rispetto al sesso, all’età o al livello degli atleti.

I motivi che si riscontrano dietro i benefici di queste sequenze scaramantiche derivano dal fatto che tali gestualità forniscono una sorta di “conforto mentale” e aiutano l’atleta a sentirsi in controllo della situazione, favorendo la concentrazione e il livello di fiducia.

La ripetizione di queste azioni può avere, infatti, effetti rilassanti riducendo l’ansia, calmando l’atleta e favorendo, appunto, una sensazione di maggior controllo in contesti imprevedibili come quelli sportivi di alto livello. In sport psicologicamente impegnativi, dove tale concentrazione risulta fondamentale, questi piccoli aiuti possono fare la differenza.

Le pratiche appena descritte, però, potrebbero anche diventare nocive in alcuni casi. Per esempio, comportamenti di questo tipo potrebbero essere erroneamente attribuiti al proprio successo e questa falsa associazione aumenterebbe il rischio di trasformarli in una dipendenza. Qualora dovessero divenire comportamenti ossessivi, infatti, la probabilità di interferenza con la performance salirebbe e questo potrebbe compromettere profondamente il risultato.

Cosa sono questi rituali e quali sono i più famosi

Le azioni di cui parliamo sono delle vere e proprie abitudini che spesso gli atleti mettono in atto prima di una competizione. Possono riguardare dei gesti (per esempio entrare in campo con un preciso piede), dei comportamenti ripetitivi, dei riti culturali o religiosi (come il segno della croce) o, ancora, semplicemente l’abbigliamento. Vediamone alcuni dei più celebri e curiosi che nel corso del tempo sono stati notati e, talvolta, rivelati anche in prima persona dai protagonisti.

  • Johan Cruyff, storico calciatore olandese, era solito dare una pacca sullo stomaco al suo portiere e sputare una gomma da masticare nella metà campo avversaria prima dell’inizio della partita.
  • Cristiano Ronaldo è spesso ricordato per alcuni comportamenti ripetuti in occasione delle gare. Oltre a occupare sempre lo stesso posto su pullman o aereo, indossa ogni volta prima il calzino destro e poi il sinistro e, alla fine, esce dallo spogliatoio rigorosamente per ultimo.
  • Rafa Nadal era solito fare una doccia fredda 45 minuti prima di ogni incontro, per non parlare della sua famosissima sequenza gestuale ripetuta prima di ogni battuta.
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Rafael Nadal durante un servizio. Credit: Charlie Cowins from Belmont, NC, USA, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
  • Serena Williams metteva in atto, invece, una vera e propria routine: portava in campo i sandali per la doccia, legava i lacci delle scarpe sempre allo stesso modo e faceva rimbalzare la pallina cinque volte prima del suo primo servizio e due volte prima del secondo.
  • Giovanni Trapattoni, ex calciatore italiano e storico CT degli azzurri, è stato visto durante la Coppa del Mondo del 2002 in Corea far cadere dell'acqua, rivelatasi poi acqua santa, sul terreno di gioco.
  • Micheal Jordan ai tempi dei Chicago Bullsinvece, indossava durante ogni singola partita due paia di pantaloncini, quelli della divisa ufficiale e, sotto, quelli della University of North Carolina.
  • LeBron James, infine, sembrerebbe avere diversi riti pre-gara, il più famoso è sicuramente il lancio del borotalco. Il gesto, diventato ormai una vera e propria attrazione per i tifosi, consiste nel cospargersi le mani di borotalco e gettarlo in aria sopra la testa.
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Il rituale pre gara di LeBron James. Credit: Keith Allison from Baltimore, USA, CC BY–SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by–sa/2.0>, via Wikimedia Commons
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