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6 Maggio 2024
12:10

Perché siamo superstiziosi? Cosa dicono le neuroscienze

La superstizione è un fenomeno storico e sociale, ma sorprendentemente ha anche una base neurale: il giro frontale del cervello si disattiva maggiormente nei soggetti superstiziosi. Qui cercheremo di capire cosa significa e perché esiste la superstizione dal punto di vista evoluzionistico.

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Perché siamo superstiziosi? Cosa dicono le neuroscienze
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Il pensiero superstizioso fa parte di un bagaglio che la nostra cultura si porta dietro probabilmente da sempre, e consiste in senso lato nell'assegnare un rapporto causa-effetto tra fenomeni magici o sovrannaturali e gli accadimenti nelle nostre vite, per esempio pensare che la data del venerdì 17 possa avere un'influenza negativa sugli eventi che ci accadranno in quella giornata. Sociologicamente e antropologicamente ci sono centinaia di studi a riguardo, ma cosa ci sa dire la scienza a proposito della scaramanzia? Cosa succede nel cervello di chi crede nella necessità di fare rituali per liberarsi di demoni e fantasmi? Ebbene, possiamo rispondere subito: siamo superstiziosi perché questo è un meccanismo adattivo del nostro cervello agli stimoli esterni che ci fanno paura. Quando non siamo sicuri che un comportamento o un evento possano nuocerci, tendiamo sempre a pensare che si verificherà lo scenario peggiore. Le superstizioni “servono” quindi per darci l'illusione che la realtà sia governata da leggi aiutandoci così a scacciare l'inevitabile senso di incertezza che proviamo di fronte al mondo e alla sua imprevedibilità.

Da coincidenza a verità assoluta: l’attività neuronale nelle persone superstiziose

Le Neuroscienze cognitive chiamano "comportamento predittivo" l'associazione un determinato comportamento ad una ricorrenza, positiva o negativa che sia. Quello che accade nelle persone superstiziose è credere che un comportamento, se associato ad una ricorrenza, possa renderla più solida, più effettiva. In più, quando una persona superstiziosa trova conferma alla propria teoria, da una semplice coincidenza si trasforma nella verità assoluta.

Pensate ad una scimmia che, ogni qual volta alza un braccio, viene ricompensata con del cibo. Il cibo, in realtà, viene porto a cadenze ricorrenti sempre uguali, anche se la scimmia non alza il braccio. Ma la scimmia non lo sa: ed ecco che un evento casuale, una coincidenza, viene considerata una causalità (una causa di benessere, in questo caso). Gli scienziati direbbero che la scimmia è superstiziosa.

ombrello in casa superstizione

Il cervello superstizioso non è altro che un cervello molto – troppo – previdente. Tutti noi, prima di agire, vogliamo assicurarci che la nostra azione sia conveniente abbastanza. Per farlo, dobbiamo considerare le circostanze, le emozioni associate ad esse, e soprattutto i benefici rispetto ai costi che ne possiamo ricavare.

Il comportamento basato sulla superstizione conduce a delle scelte precise, sia in ambito personale che economico. Alcuni studi hanno dimostrato che una particolare zona del cervello, il giro frontale, si de-attiva quando compiamo una scelta basata sulla superstizione. In sostanza, è stato possibile vedere che le decisioni mosse da motivi economici e quelle mosse per superstizione producevano una grande differenza nell'attività neuronale del giro frontale. Dunque, le persone superstiziose hanno una maggiore tendenza a "disattivare" i neuroni di quest'area quando compiono una scelta basata sulle credenze piuttosto che sulla razionalità.

giro frontale
Credit: Database Center for Life Science, CC BY–SA 2.1, via Wikimedia Commons

Il cervello perde il pelo ma non il vizio: come nasce la superstizione

Il nostro cervello è associativo: è fatto per ricordare molto bene gli eventi che coincidono nel tempo e nello spazio, è fatto per associare luoghi, persone e comportamenti, cercando in essi una logica consequenzialità. La superstizione nasce proprio quando, a seguito di una ricompensa oppure di una punizione, un evento randomico viene associato a queste conseguenze su di noi.

Nella storia queste false credenze hanno causato molte morti: basti pensare alla caccia alle streghe, che ebbe il suo culmine nelle vicende di Salem, nella contea di Essex, in America. In quei tragici eventi, una probabile malattia psichica tacciata per stregoneria provocò ben 144 processi e 19 morti. Simbolo che la mente dell'uomo, più che essere strettamente razionale, è invece assolutamente plasmabile e molto assuefatta alle associazioni. Se degli eventi si ripetono, e se la paura governa l'emozione del momento, è molto facile che anche il più astuto dei cervelli possa cedere all'inganno della superstizione.

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