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A Roma c'è stata una forte esplosione a un distributore di benzina e GPL in via dei Gordiani 32, nella zona est della città: l'incidente ha provocato un incendio dal quale si è levata una densa colonna di fumo, visibile da diversi punti della Capitale.
Secondo quanto riportato dall'ANSA, l'esplosione sarebbe stata causata dal «distacco di una pompa di una cisterna», che alimentava l'impianto di distribuzione, con il tappo di chiusura dell'autocisterna che è stato ritrovato a circa 40 metri di distanza dal distributore. In realtà, le effettive dinamiche dell'incidente non sono ancora completamente chiare: secondo quanto riportato dai Vigili del Fuoco, però, sembrerebbero esserci state due esplosioni diverse.
Ma, in ogni caso, come funziona un impianto di distribuzione di GPL e che cosa sono queste pompe e cisterne?
Com'è fatto un distributore GPL
In generale, il distributore GPL è una macchina usata per il riempimento di gas di petrolio liquefatto (GPL), ossia una miscela di gas di idrocarburi, principalmente composta da propano e butano, che viene utilizzata come combustibile sia per gli impianti di riscaldamento che per i veicoli, in alternativa a diesel o benzina.
Gli elementi di cui è composta la stazione di servizio sono elencati nella regola tecnica di prevenzione incendi contenuta nel DPR 340/03 e, nello specifico, sono:
- uno o due serbatoi fissi che contengono il GPL da erogare alle vetture in rifornimento;
- un punto di riempimento a cui si collega l’autocisterna;
- pompe adibite all'erogazione di GPL agli autoveicoli;
- pompa e/o compressore adibiti al riempimento dei serbatoi fissi per lo scarico del prodotto dall’autocisterna;
- uno o più apparecchi di distribuzione a semplice o doppia erogazione per rifornire le autovetture;
- locali destinati a servizi accessori (ufficio, locali vendita, magazzini, servizi igienici, impianti di lavaggio, officina senza utilizzo di fiamme libere, posti di ristoro, abitazione del gestore ecc.).
Come funziona un distributore di GPL
Nei distributori per il GPL, questo gas è conservato in forma liquida all'interno di una serie di serbatoi di stoccaggio. In generale, è possibile mantenere il gas di petrolio liquefatto allo stato liquido perché sottoposto a una forte pressione (solitamente tra i 5 e i 10 bar). Questa modalità di conservazione, tra l'altro, non è casuale: il gas viene stoccato in forma liquida per poterlo trasportare e stoccare più facilmente. In ogni caso, i serbatoi sono costruiti appositamente per sostenere queste forti pressioni e possono arrivare a supportare fino a 25 bar.
Proprio per garantire una maggiore sicurezza, i serbatoi dei distributori di GPL sono spesso interrati, e quindi non visibili dall'esterno: in ogni caso, la normativa italiana stabilisce una serie di misure di sicurezza piuttosto severe, con l'obiettivo di promuovere elevati standard di sicurezza per l'utilizzo dei serbatoi GPL interrati e ridurre così il rischio incidenti o danni.
Considerando poi che il volume del GPL varia in base alla temperatura, in Italia le bombole sono riempite all'incirca per l’80%, così da mantenere un equilibrio tra parte liquida e gassosa.
Il trasferimento del GPL
Nel momento in cui il GPL viene prelevato dal serbatoio, però, viene vaporizzato: questo significa che, in fase di erogazione, il GPL ritorna allo stato gassoso. Per poter effettuare questo lavoro sono spesso necessarie delle pompe, che spingono il GPL liquido dal serbatoio della cisterna a quello della macchina, garantendo che il flusso sia costante e che il gas arrivi correttamente al punto di erogazione. Generalmente, le pompe utilizzate nei distributori di GPL sono di due tipi:
- pompe a pistone: sono composte da un cilindro all'interno del quale è presente un pistone che, muovendosi dall'alto verso il basso, crea un sistema di aspirazione che è in grado di prelevare il liquido e confluirlo verso il punto di erogazione.
- pompe a ingranaggi: sono composte da due ruote dentate uguali e a contatto tra loro. In questo caso, gli ingranaggi ruotano in direzioni opposte, facendo in modo che il liquido riempia lo spazio tra i denti e venga condotto verso il punto di erogazione.
Nelle fasi di rifornimento delle stazioni di servizio, il liquido contenuto nella autocisterna viene scaricato nel serbatoio della stazione tramite una pompa che permette lo scarico del prodotto nelle quantità desiderate. La pompa consente di prelevare il GPL dal fondo dell’autocisterna e di movimentarlo, attraverso le tubazioni di collegamento, fino al serbatoio.
Le tubazioni di collegamento sono presenti in modo fisso nella stazione di servizio e si collegano con manichette molto resistenti a quelle dell’autobotte quando deve avvenire lo scarico. Sulle tubazioni, sia dal lato della stazione di servizio che dal lato dell’autobotte, sono presenti valvole, che sono deputate alla gestione del passaggio di prodotto sia in condizioni di normale operatività che in condizioni di emergenza. Infatti, la normativa di prevenzione incendi prevede di avere un comando remoto così da poterle chiudere in condizioni di emergenza. In caso di incendio, poi, la loro attivazione può essere sia manuale sia automatica.