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28 Dicembre 2025
15:00

Il Giappone ha distributori automatici unici: quanti sono i Jidōhanbaiki e perché sono diffusi

I Jidōhanbaiki sono vending machine giapponesi che offrono bevande, cibo, specialità locali e persino mystery box. Diffusi ovunque grazie a sicurezza, efficienza e spazi ridotti, sono diventati simbolo della praticità e della vita quotidiana in Giappone.

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Il Giappone ha distributori automatici unici: quanti sono i Jidōhanbaiki e perché sono diffusi
distributori automatici giappone

In Giappone basta fermarsi davanti a un distributore automatico per capire quanto la quotidianità lì funzioni in modo diverso: i jidōhanbaiki (自動販売機, cioè “distributore automatico”) non sono semplici macchinette, sono piccoli negozi sempre aperti, affidabili e sorprendenti, capaci di offrirti una bibita bollente in pieno inverno, un ramen fumante a tarda notte o perfino una mystery box che può contenere una console da gioco. Questa varietà esiste perché il Paese ha fatto della comodità una forma di efficienza: tassi di criminalità bassissimi, vita frenetica e spazi urbani ridotti hanno trasformato i distributori in un servizio essenziale, presente ovunque, dalle stazioni alle strade di montagna. Con oltre cinque milioni di unità e tecnologie sempre più avanzate, i jidōhanbaiki raccontano un Giappone pratico, curioso e ingegnoso, dove anche un gesto semplice come premere un tasto diventa parte dell’esperienza culturale.

Quando pensiamo a un distributore come quelli che troviamo in Occidente, immaginiamo un semplice rivenditore di snack o bibite, oppure un qualche macchinario che distribuisce giocattoli o gadget a pochi euro. Questo perché solitamente lo associamo a uno sfizio momentaneo, mentre in Giappone il distributore automatico è frutto di una corrente di pensiero diversa: svolge la funzione di piccolo negozio 24/7 adatto a ogni tipo di necessità. La vending machine in questo senso è una risorsa fondamentale che il cittadino può sfruttare per soddisfare un proprio bisogno. Forse si potrebbe pensare che la comodità dei distributori sia un fenomeno limitato alle grandi città come Tokyo o Osaka, ma in realtà i jidōhanbaiki sono ovunque: agli angoli delle strade, nei templi, vicino alle stazioni, persino nei villaggi di montagna.

Al loro interno si può trovare praticamente di tutto. Alcuni offrono bevande calde, fredde o addirittura ghiacciate, alcuni distributori vendono addirittura snack di insetti, carne pregiata, caviale, piatti pronti congelati o alimenti freschi. Immancabili, inoltre, i distributori dedicati a specialità gastronomiche come ramengyoza ("ravioli cinesi"), sake e ovviamente sushi.

Esistono distributori chiamati King’s Treasure Box che con soli 7.000 Yen (all’incirca 5€) rilasciano delle mystery box al cui interno, se si ha molta fortuna, si possono trovare console di gioco come la PlayStation Vita, una Nintendo DS, oppure oggetti di poco valore come un paio di occhiali in plastica. Insomma, una vera e propria lotteria automatica.

Forse avrai sentito parlare anche dei famosi distributori “particolari”: quelli dedicati ai giocattoli per adulti esistono davvero, ma solo in contesti specifici come hotel o negozi specializzati. Molto diversa, invece, la storia dei presunti distributori di indumenti intimi usati: una leggenda urbana che continua a circolare, nata semplicemente dal fatto che alcune macchinette vendono capi d’abbigliamento del tutto comuni – calzini, magliette, cravatte o biancheria nuova – niente di più.

Per quanto riguarda le ragioni per le quali questi distributori si siano diffusi su così larga scala e in maniera così variegata in Giappone, ci sono varie teorie. Da un lato, il Paese vanta un bassissimo tasso di criminalità e vandalismo, che permette di lasciare i distributori incustoditi senza rischi; dall’altro, la cultura della comodità e dell’efficienza si combina con la densità abitativa elevata delle grandi città, dove gli spazi commerciali sono limitati e la vita è frenetica.

Secondo un report della CNN, nel 2019 esistevano 5,5 milioni di distributori in tutto il Paese, uno ogni 23 abitanti, la più alta proporzione al mondo. Ormai diffusi da oltre mezzo secolo, i jidōhanbaiki continuano a evolversi, diventando sempre più intelligenti e interattivi grazie all’introduzione di pagamenti digitali, schermi touch e intelligenza artificiale. La prossima volta che vi troverete in Giappone e avrete bisogno di qualcosa al volo, fermatevi davanti a uno di quei coloratissimi distributori e probabilmente avrete l’imbarazzo della scelta.

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