
Ieri alle ore 18:21 e 23:51 (ore locali, rispettivamente in Italia 00:21 e 05:31 di oggi) due violenti terremoti di magnitudo 6.3 hanno colpito il Venezuela nord-occidentale con epicentro a Mene Grande, a 600 km dalla capitale Caracas. In entrambi i casi l‘ipocentro è stato piuttosto superficiale e pari a circa 10 km e sono state seguite alle ore 2:55 (in Italia 8:55) da una terza scossa più debole di magnitudo 5.5 (5.8 secondo USGS). Al momento le autorità non hanno ancora fatto dichiarazioni ufficiali in merito all'effettiva quantità di danni o feriti ma quello che è certo è che entrambi i sismi sono stati distintamente avvertiti in molte città del Paese – come nella capitale Caracas – e in Colombia, come testimoniato da numerosi video sui social. Essendo l'epicentro relativamente lontano dalla costa, in nessuno dei tre casi è stata segnalata un'allerta tsunami.
Dal punto di vista geologico, quella del Venezuela non è un'area particolarmente sismica – almeno non in questa zona. Consultiamo ad esempio la seguente immagine fornita dall'USGS:

Come possiamo vedere nell'area interessata dei sismi (a sud del Golfo di Venezuela) sono presenti solo pochi pallini, che corrispondono a sismi storici. Rispetto ad altre aree la loro concentrazione è nettamente inferiore e ciò vuol dire che solitamente qui non si verificano eventi sismici intensi e frequenti. Attenzione, ciò non vuol dire che la sismicità sia nulla. Alla macroscala infatti ci troviamo in un contesto di collisione e scorrimento tra placche e perciò, localmente, possono essere presenti sistemi di faglie in grado di attivarsi e dar vita a terremoti anche piuttosto intensi.