
La cometa C/2025 A6 (Lemmon) sta già regalando spettacolo nei cieli mattutini di inizio ottobre e la sua luminosità è destinata ad aumentare man mano che ci avviciniamo al perigeo del 21 ottobre. Le più recenti stime prevedono che la cometa abbia alte probabilità di diventare visibile a occhio nudo anche dall'Italia verso la fine del mese, con una magnitudine stimata tra 2,5 e 4. Scoperta il 3 gennaio 2025 dall'osservatorio del Monte Lemmon (da cui il nome), quando si trovava ancora a 4,5 unità astronomiche dal Sole, la cometa ha sconfitto le previsioni non ottimistiche di inizio anno, che la classificavano come un oggetto di poco conto di magnitudine 10. Il mese di ottobre rappresenterà l'unica occasione nella nostra vita per osservarla, dal momento che ha un lunghissimo periodo di ben 1350 anni.
Cosa sappiamo della cometa Lemmon: le caratteristiche
La cometa C/2025 A6 (Lemmon) è stata scoperta dall'osservatorio del Monte Lemmon il 3 gennaio 2025, nell'ambito della Mount Lemmon Survey un progetto destinato alla scoperta degli oggetti near-Earth, cioè quelli la cui orbita interseca quella del nostro pianeta. Alla sua scoperta, la cometa si trovava a circa 670 milioni di km dal Sole, tra le orbite di Marte e Giove.
Le prime previsioni di visibilità suggerivano che la cometa non sarebbe stata particolarmente brillante. Tuttavia, dopo essere andata in congiunzione col Sole a inizio luglio, al suo riapparire la cometa ha mostrato un incremento di luminosità che ha portato gli astronomi nel corso dei mesi di luglio e agosto a rivedere le stime di magnitudine della cometa. Si è così passati da una magnitudine prevista pari a 10 a una compresa tra 2,5 e 4, cioè un migliaio di volte più luminosa.

Con l'avvicinarsi alla nostra stella, a partire da settembre, la cometa ha iniziato a mostrare i classici segni di attività cometaria. Questi ultimi consistono nella formazione di una chioma di colore verdastro, una atmosfera che circonda il nucleo cometario il cui colore è dovuto alla ionizzazione di composti a base di carbonio e azoto, e della classica coda, che invece è generata dal "soffio" del vento solare sulle polveri e ghiacci della chioma.
La cometa raggiungerà la minima distanza dalla Terra il 21 ottobre 2025, quando si troverà a 90 milioni di km dal nostro pianeta e a ben 42° di elongazione dal Sole. Il perielio, cioè il punto di massima vicinanza al Sole, è previsto per l'8 novembre, quando passerà a 79 milioni di km dalla nostra stella. Le osservazioni condotte dalla sua scoperta hanno permesso di determinare il periodo e la traiettoria di questa cometa. Si tratta di un oggetto con un periodo lunghissimo, circa 1350 anni, che si ridurrà a circa 1150 dopo il passaggio al perielio dell'8 novembre. La sua orbita è fortemente inclinata rispetto al piano dell'eclittica (cioè il piano in cui giace l'orbita terrestre). Attualmente la cometa si trova a nord del piano dell'eclittica, a una distanza angolare di ben 60° dal Sole, cosa che ne rende le osservazioni molto favorevoli dalle nostre latitudini. Raggiungerà il punto più a nord rispetto all'eclittica a metà mese per poi rituffarsi "al di sotto" di questo piano verso fine novembre.
Le previsioni di visibilità per ottobre
Attualmente, la cometa è visibile con un buon binocolo in direzione est/nord-est tra la costellazione dell'Orsa Maggiore e quella della Lince. La cometa sorge intorno all'1:30 di notte ed è individuabile a circa 30° alla sinistra di Giove. Con l'avanzare del mese, la finestra di visibilità mattutina andrà diminuendo, mentre al contrario quella di visibilità post-tramonto andrà aumentando. In prossimità della massima vicinanza alla Terra del 21 ottobre la cometa avrà sperabilmente raggiunto una magnitudine di 2,5-4 e potrà essere avvistata ad occhio nudo da cieli bui in direzione ovest/nord-ovest, rimanendo per ben tre ore al di sopra dell'orizzonte. Per massimizzare le ore osservative vi consigliamo di recarvi in luoghi i cui orizzonti est e ovest siano quanto il più sgombri possibile.
Ricordiamo che per le comete, così per altri oggetti estesi, avere una magnitudine al di sotto della soglia convenzionale di osservabilità ad occhio nudo (circa magnitudine 6) non implica necessariamente che si possa effettivamente vedere senza l'aiuto di strumenti: le comete infatti non sono oggetti che appaiono puntiformi nel cielo, come le stelle, ma oggetti estesi, quindi la loro luminosità è “spalmata” su tutta l'area che occupa in cielo. Questo significa che una magnitudine 2,5, che rende una stella visibile a occhio nudo anche da un cielo cittadino, potrebbe non rendere altrettanto visibile una cometa. Non pensate quindi che basti puntare il vostro smartphone verso la direzione della cometa per scattare una foto dettagliata dell'oggetto. Per ottenere una immagine solo lontanamente simile a quella qui sopra, sarà necessario dotarsi di un telescopio a cui collegare una fotocamera in grado di riprendere immagini a lunga esposizione.