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14 Ottobre 2021
7:00

Marte, alla scoperta del pianeta rosso

Marte, conosciuto anche come “il Pianeta Rosso”, è il quarto pianeta del Sistema Solare. Caratterizzato da una superficie rossa - a causa degli ossidi di ferro - e ricco di strutture geologiche di grandi dimensioni - come canyon e vulcani - è una delle mete più ambite dell’esplorazione spaziale. I primi astronauti, secondo la NASA, potrebbero sbarcare nel 2030.

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Marte, alla scoperta del pianeta rosso
Marte

Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare partendo dal Sole, nonché l’ultimo dei cosiddetti “pianeti rocciosi”. Conosciuto anche come “il Pianeta Rosso”, deve il suo nome al dio romano della guerra – proprio in virtù del fatto che il suo colore ricorda quello del sangue.

Si trova mediamente a 228 milioni di km (o se preferite 0.00002409962 anni luce) dal Sole e, rispetto alla Terra, ha una distanza che può variare dai 54,6 milioni ai 401 milioni di km. La superficie del pianeta è ricoperta da crateri e vulcani e l’acqua superficiale è assente, se si esclude quella presente nei minerali argillosi e quella – poca – delle calotte glaciali. Allo stesso tempo, però, sappiamo per certo che in passato questa era presente anche allo stato liquido, proprio come sulla Terra.

Il pianeta ha un raggio di 3390 km, quindi è circa la metà rispetto al nostro, ha una massa pari a circa un decimo di quella terrestre e il 65% di gravità in meno.

Il giorno su Marte è lungo pressappoco quanto quello sulla Terra – dura circa 37 minuti in più – ma al contrario un anno marziano è lungo 687 giorni terrestri: se consideriamo quelli marziani diventano 669. Un altro elemento che accomuna la Terra e Marte è l’inclinazione del loro asse: quello del nostro pianeta è di 23°27’ mentre quello marziano è di 25° circa.

L’atmosfera di Marte

L’atmosfera di Marte è composta da:

  • 96% anidride carbonica;
  • 1,9% azoto;
  • 1,9% argon;
  • 0,2% altro (come metano, neon e ossigeno).

Se Marte ha il 96% di anidride carbonica in atmosfera, non dovrebbe essere un pianeta molto caldo? L’effetto serra dovrebbe essere molto intenso!

In realtà questo non si verifica in modo molto evidente perché l’atmosfera marziana ha un volume pari circa all’1% rispetto a quella terrestre. Questo è anche il motivo per cui la superficie è così piena di crateri: con un’atmosfera così sottile, i meteoroidi e gli asteroidi non incontrano molta resistenza e non riescono a bruciare totalmente prima di toccare il suolo.

L’atmosfera così sottile comporta anche una rapidissima perdita del calore del Sole: per questo motivo sul pianeta la temperature possono oscillare tra i 20 e i -150 gradi Celsius! Inoltre, se potessimo andare fisicamente su Marte in una giornata soleggiata, avremmo ai piedi una temperatura primaverile (attorno ai 24 gradi) e in testa una temperatura invernale (attorno agli 0 gradi).

Ricordiamo poi che su Marte non c’è acqua. O meglio, non allo stato liquido.

L’acqua che una volta abbondava sul pianeta è oggi racchiusa quasi interamente all’interno di alcuni minerali del suolo – come le argille – e, soltanto in minima parte, all’interno delle calotte glaciali, assieme a grandi quantità di CO2 congelata.

Per questo motivo oggi è improbabile trovare forme di vita marziane: quello che gli scienziati stanno invece cercando è la presenza di organismi che hanno vissuto qui in ere passate, quando ancora erano presenti fiumi, laghi e oceani.

Geologia di Marte

La geologia marziana è un aspetto complesso e tuttora sotto indagine. Come immaginerete, studiare un pianeta sul quale non abbiamo mai messo piede non è una cosa semplice!
I dati a nostra disposizione dipendono principalmente dalle analisi effettuate da satellite e dai lander e rover che nel corso degli anni hanno analizzato il pianeta rosso, permettendoci di acquisire sempre più informazioni sia sulla sua superficie che sulla sua struttura interna.

Superficie marziana

Il tipico colore arancio-rossastro della superficie è legato all’ossidazione del ferro presente nelle rocce, nella polvere e nel suolo (il cosiddetto suolo “regolitico”). La polvere, in particolare, viene spesso sollevata dalle tempeste di sabbia e, una volta in atmosfera, fa sembrare il pianeta più rosso di quanto non sia davvero! Sulla sua superficie infatti non mancano rocce grigie o marroni, ma semplicemente spesso non riusciamo a vederle e da lontano sembra tutto piuttosto monocromatico.

Il pianeta è poi solcato da profondi canyon e, su tutti, il Valles Marineris è quello più imponente. Con una lunghezza di circa 4000 km (circa la distanza che c’è tra Madrid e Mosca), può raggiungere un’ampiezza pari a centinaia di km e una profondità di 7 km. La sua formazione è ancora oggetto di dibattito ma l’ipotesi più accreditata non è quella dell’erosione da parte dei fiumi – come il nostro Grand Canyon – quanto piuttosto legata alla tettonica. La formazione dei grandi vulcani marziani avrebbe infatti “tirato” la crosta da due parti opposte, strappandola nel punto dove oggi sorge l’imponente Valles Marineris.

A proposito di grandi vulcani, su Marte si trova il monte più grande tra quelli conosciuti nel Sistema Solare: il Monte Olimpo. L’imponente vulcano ha un’altezza di 25 km – pari circa a tre volte quella dell’Everest – e la sua superficie è di poco inferiore a quella della Francia.

Monte Olimpo
Immagine satellitare del Monte Olimpo (credit: NASA).

Struttura interna

Il pianeta rosso, in fin dei conti, mostra delle somiglianze con la Terra. Anche qui c’è una crosta superficiale, un mantello e un nucleo. Proprio in merito alla natura del nucleo, recenti studi basati sull’analisi di onde sismiche hanno permesso di osservare un nucleo liquido, e non solido come invece supposto fino a quel momento! Ad oggi si hanno comunque pochi dati sull’argomento e solo successive analisi permetteranno di comprendere se, al suo interno, sia comunque presente una porzione solida o meno.

Il fatto che il nucleo marziano sia liquido ci pone davanti a un interrogativo: perché il pianeta è senza campo magnetico? Sulla Terra infatti la magnetosfera è garantita dalla presenza di un nucleo esterno liquido che è in continuo movimento. Nel caso di Marte, ancora non esistono risposte certe sul perché ciò non avvenga, ma potrebbe dipendere dall'assenza di un nucleo solido interno oppure da un movimento del nucleo liquido non sufficientemente veloce a generare un campo magnetico.

Anche la natura chimica del nucleo è tutt’ora oggetto di speculazioni. Molto probabilmente contiene zolfo, ferro, nichel, più altri elementi leggeri da definire, ma non esiste ancora un modello valido. Abbiamo invece più informazioni sulla crosta, la cui composizione è legata principalmente alla presenza di ferro, magnesio, alluminio, calcio e potassio, con un’estensione che arriva anche ai 10-50 km di profondità.

Lune marziane

Marte ha due lune chiamate Phobos e Deimos. Questi due corpi potrebbero essere due asteroidi catturati dal pianeta rosso e la loro forma “a patata” è dovuta al fatto che la loro massa è troppo piccola per far sì che la gravità li renda sferici – come la nostra Luna.

Phobos
La luna Phobos (credit: NASA).

Il nome delle due lune è quello dei cavalli che, secondo la mitologia greca, trainavano il carro del dio della guerra Ares. Tra le due, Phobos è quella più grande ed interna, ricca di crateri e solchi sulla sua superficie. Il suo continuo avvicinamento al pianeta la porterà a schiantarsi sulla superficie marziana probabilmente entro i prossimi 50 milioni di anni. La potenza dell’impatto – secondo alcune stime – potrebbe creare una quantità così elevata di polveri da creare degli anelli attorno a Marte. Deimos, invece, è grande circa la metà di Phobos, si trova due volte e mezzo più lontano e la sua superficie è ricoperta da uno spesso strato di polveri.

Andando verso Marte

I viaggi spaziali sono ancora all’inizio della loro storia: ad oggi nessun uomo ha mai messo piede su Marte. La nostra generazione potrebbe però essere fortunata e assistere al primo sbarco sul Pianeta Rosso! La NASA punta a mandare i primi astronauti sul pianeta – o su una delle sue Lune – entro il 2030, la Cina entro il 2033 e gli Emirati Arabi Uniti vorrebbero fondare una colonia entro i prossimi 100 anni.

Non poteva però mancare Elon Musk. Con la sua agenzia Space X sta progettando non solo di andare su Marte in cinque mesi – anziché i canonici sette-nove mesi normalmente richiesti per un volo di questo tipo – ma di garantire anche l’insediamento di un milione di persone entro la fine del secolo.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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