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L'affermazione secondo cui "Le perdite di energia arriverebbero statisticamente allo scandaloso valore del 56,5%, ovvero 565 MWh per ogni 1000 MWh " rappresenta un esempio emblematico di disinformazione tecnica legata al Tyrrhenian Link, un cavo sottomarino che consentirà l'interconnessione elettrica tra la Sicilia, la Sardegna e la penisola italiana. Come vedremo infatti si tratta di una fake news, spesso associata alla dicitura "cavo dei soprusi", anche se come vedremo la situazione è un po' diversa.
Il Tyrrhenian Link ha grandi perdite energetiche?
Il collegamento in HVDC, a differenza delle linee in corrente alternata (HVAC), consente la trasmissione efficiente di grandi quantità di potenza elettrica su lunghe distanze, permettendo interconnessioni tra sistemi geograficamente distanti attraverso l'impiego di cavi sottomarini. Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), per ogni 1 000 km di trasmissione, le perdite energetiche in corrente continua sono approssimativamente del 3%, mentre quelle in corrente alternata superano il 7%.
I sistemi in HVDC, privi di trasmissione di potenza reattiva, sono particolarmente adatti per progetti strategici come il Tyrrhenian Link, poiché la riduzione delle dispersioni lungo la rete migliora significativamente l'efficienza complessiva del sistema elettrico. Per tale infrastruttura, le perdite energetiche complessive sono state stimate tra il 4,5% e il 6%, includendo i vari stati di conversione da corrente continua a corrente alternata. Questi valori trovano riscontro con quelli di altri collegamenti in HVDC, come il SA.PE.I (Sardegna-Penisola Italiana) e il NorNed (Norvegia-Paesi Bassi), per i quali le perdite si aggirano intorno al 4% e il 5% rispettivamente. Inoltre, entrambi i rami del "Collegamento Tirrenico", l'Est Link (Campania-Sicilia) e il West Link (Sicilia-Sardegna), verranno realizzati in schema bipolare ridondato con elettrodi bidirezionali, una configurazione tecnica che assicura un'efficienza operativa superiore al 97%. In caso di guasto o di disservizio su uno dei due cavi di polo, è prevista la condizione di funzionamento monopolare con ritorno di corrente in mare tramite gli elettrodi marini.
Il Tyrrhenian link ruba l'energia alla Sardegna?
Da alcune fonti online si legge che il Tyrrhenian Link sarebbe utilizzato per "rubare l'energia prodotta in Sardegna". Tuttavia, questa affermazione è in netto contrasto con gli obiettivi principali del progetto, che includono il miglioramento della resilienza della rete elettrica sarda, l'integrazione più flessibile delle fonti di energia rinnovabile non programmabile, come eolico e solare in costante sviluppo sull'isola, e una maggiore sicurezza di approvvigionamenti elettrici.
Infatti, l'attuale sistema elettrico della Sardegna è caratterizzato da una crescente instabilità ed inefficienza dovute principalmente alla presenza di una singola dorsale di trasmissione a 400 kV, che collega il Nord dell'isola alla zona industriale di Cagliari, e da produzioni termoelettriche afflitte da significativi tassi di guasto. Una volta che l'elettrodotto sarà completamente operativo, consentirà la dismissione del parco termoelettrico obsoleto e il phase-out degli impianti a carbone, previsto per la Sardegna tra il 2026 e il 2028, riducendo significativamente la dipendenza dalle fonti fossili.
Il Tyrrhenian Link devasterà la costa sarda?
Sono stati sollevati forti interrogativi riguardo al potenziale impatto paesaggistico dell'infrastruttura, con affermazioni secondo cui essa potrebbe "devastare la costa sarda da Terra Mala a Selargius" con "scavi a cielo aperto che danneggerebbero le aree agricole". Tuttavia è fondamentale chiarire che la progettazione dell'opera è stata sviluppata attraverso una preliminare fase di concertazione con gli enti locali e una consultazione con il pubblico, al fine di garantire la salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, nonché un'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.
Questo approccio progettuale ha previsto l'impiego di tecniche avanzate, come la Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC), che consente l'installazione di cavi o condotte senza il bisogno di ricorrere ai tradizionali scavi a cielo aperto. La TOC permette di perforare sottoterra con precisione, garantendo che i cavi vengano posati in modo controllato e sicuro, preservando le aree sensibili e minimizzando i disturbi alle infrastrutture esistenti. Inoltre, i tracciati dei collegamenti in cavo, sia HVDC che HVAC, sono stati adeguati comparando le esigenze di pubblica utilità dell'opera con gli interessi sia pubblici che privati coinvolti, evitando l'interessamento di aree urbanizzate e assicurando al contempo la continuità di servizio.