
La Grecia è stata colpita da due violente scosse di terremoto, rispettivamente di magnitudo 4.5 (ore locali 9:56, in Italia 8:56)e 4.6 (3:23 in Grecia, 2:23 in Italia) domenica 18 maggio, a pochi giorni di distanza da un forte terremoto di magnitudo 6.0 al largo di Creta. Entrambi i sismi hanno fatto registrare un epicentro a circa 130 km da Atene, a una profondità variabile tra i 9 e i 18 km. Nonostante i due eventi siano stati avvertiti chiaramente in tutta l'area, non si segnalano particolari danni a cose o persone.
Dal punto di vista geologico la notizia non dovrebbe stupirci: la Grecia è estremamente sismica a causa del particolare contesto geologico nel quale è inserita. Per comprenderlo possiamo osservare la seguente mappa.

Come possiamo notare, su tutta l'area ellenica sono presenti numerosi cerchi, ciascuno dei quali ha una diversa dimensione. Più sono grandi e più la magnitudo associata a ciascun sisma storico è alta. Il colore invece è relativo alla profondità, con i cerchi più chiari ad indicare i sismi più superficiali e con quelli più scuri a rappresentare quelli con ipocentro più in profondità.
Le motivazioni dietro a questo numero così elevato di scosse è da ricercare nella linea nera presente al margine inferiore dell'immagine che rappresenta la subduzione della placca Africana al di sotto di quella Eurasiatica. Alla macroscala proprio questo movimento – la cui velocità stimata è di circa 10 mm all'anno – sarebbe il responsabile principale di tutte queste scosse.
Se invece scendiamo a un livello più locale, ciascun sisma è innescato da un diverso sistema di faglie. Proprio per questo motivo le due scosse in oggetto non sono direttamente collegabili a quella di magnitudo 6.0 registrata il 14 maggio al largo di Creta.