

Tutti conoscono la fiaba di Hansel e Gretel, scritta nell'Ottocento dai Fratelli Grimm: per intenderci, quella dei due bambini abbandonati dai genitori nel bosco che trovano una casa di marzapane in cui abita una vecchina che vuole papparsi i bambini. Non tutti sanno, però, che dietro al racconto, potrebbe nascondersi una storia vera ben più agghiacciante. Secondo le ricostruzioni svolte dall'archeologo Georg Ossegg, infatti, la fiaba sarebbe ispirata alla vicenda di due persone adulte spinte all'omicidio dalla fame di potere in Germania. Le sue scoperte furono pubblicate in un libro redatto dal giornalista Hans Traxler ma, come spesso accade, dietro a questa storia si cela molto più di quel che sembra.
Chi è il professor Georg Osseg
Il protagonista della nostra storia è il professor Georg Ossegg. Nato a Praga il 21 maggio 1919 nella città di Golem, fin da piccolo vive nella regione dello Spessart, nella foresta nera. Si tratta di un luogo dall’atmosfera magica e proprio per questo ama leggere le fiabe, tanto che i nonni gli regalano un volume illustrato dei Fratelli Grimm. A causa della Guerra Ossegg si vede costretto a trasferirsi in altre zone della Germania, vivendo anche a Francoforte per un periodo e riuscire a tornare a casa solamente nel 1962. Qui sente voci di contadini che sostengono che, ancora oggi, nei boschi, ci siano i resti delle antiche case delle streghe… e se proprio lì si trovasse la vera casa della strega raccontata in Hansel e Gretel?
Certo, sembrava un’idea folle.. almeno fino a quando, passeggiando per i boschi, non raggiunse uno scorcio che gli sembrava familiare… ma certo, il paesaggio che stava vedendo era lo stesso riportato sul libro di fiabe regalatogli dai nonni quando era piccolo! Si trovava nel punto giusto, e la ricerca era pronta per iniziare.
La teoria del crimine reale di Ossegg
Basandosi su quell’illustrazione riuscì per prima cosa a individuare la casa dei genitori di Hansel e Gretel, o almeno, dove sarebbe dovuta sorgere, visto che al suo posto ormai c’era un’autostrada. Analizzando i registri dell’ufficio ferroviario di Rohrbrunn trovò una causa tra il vecchio proprietario di un immobile che sorgeva qui, tale Georg Scheidtbauer, e l’amministrazione federale delle autostrade. Questa era la prova che qui c’era una casa prima! E con ogni probabilità era proprio la casa che stava cercando. Prendendo per buona questa ipotesi, iniziò a seguire ciò che veniva raccontato dai fratelli Grimm.
Doveva ad esempio cercare una radura, visto che nella fiaba i due bambini, prima di essere abbandonati, accendono un fuoco con il padre, e il posto migliore per farlo è proprio una radura. Ossegg prese quindi dei bambini, gli riempì le tasche di sassolini e provò a fargli percorrere vari sentieri, ma nessuno riuscì a raggiungere alcuna radura. Il professore ebbe quindi un lampo di genio: riempì le sue stesse tasche di sassi e seminandoli a intervalli di tempo regolari, riuscì a terminarli esattamente all’interno di una radura. Questo cosa voleva dire? Che con ogni probabilità Hansel e Gretel non erano bambini, ma persone adulte.
In questa radura trovò anche un albero presente nel racconto. Nella storia, il padre legò una corda attorno a un albero, e Ossegg notò che uno degli alberi attorno alla radura, a circa 25 metri d’altezza, aveva una sorta di cicatrice a forma di mezzaluna: quello non era altro che il segno della corda che, nel tempo, era stata inglobata dall’albero stesso. Lui quindi acquistò l’albero del proprietario terriero, lo fece abbattere, e riuscì a contare quanti anelli c’erano attorno alla corda, riuscendo a capire che quella fu legata circa 315 anni prima, cioè nel 1647. Ecco la seconda grande scoperta, la data, che come vedremo sarà fondamentale per scoprire la verità.
Comunque dopo aver trovato la radura proseguì come da racconto e ispezionò ogni possibile zona dove la casa potesse trovarsi. Impiegò settimane per battere ogni angolo della foresta, fino al giorno della svolta, il 10 luglio 1962.
La scoperta della casa
Quel giorno trovò nel bosco i resti di un piccola abitazione con un muro alto appena 2 metri e 20 realizzato con pietre, argilla e travi di quercia. La casa consisteva in un’unica stanza e al suo interno c’erano quattro forni. Nei giorni seguenti la ispezionò in ogni angolo, trovando uno stampo per dolci e, nascoste dietro a un muro, addirittura alcune antiche ricette! Ma non è finita, scoprì anche altri dettagli agghiaccianti: la porta di ingresso aveva dei cardini forzati, come se qualcuno avesse fatto irruzione in casa e analizzando i forni, il 25 luglio, si rese conto che dentro a uno di questi c’era uno scheletro. Immediatamente contattò il Prof. Vermeulen dell'Istituto Antropologico dell'Università di Leida che iniziò ad esaminare il corpo e restituì al professore un quadro chiaro dell’accaduto.
Si trattava dello scheletro di una giovane donna di massimo 35 anni, alta 1,67 metri e senza alcun tipo di deformità fisica. Quindi una persona molto diversa rispetto alla strega dei Grimm. Stando all’analisi dello scheletro, le ossa erano carbonizzate solo parzialmente – visto che i forni non erano pensati per quello – e pare che la donna quando fu gettata nel forno fosse già morta. Forse a causa di uno strangolamento, scrive Osseg nel suo diario. Ci siamo, questa era la terza grande rivelazione trovata da Osseg, cioè come è morta la “strega”.
A questo punto mancava solamente una cosa: il movente.
La verità su Hansel e Gretel
Come abbiamo detto, sappiamo in che anni si svolse la vicenda e con questo dato il professore iniziò a spulciare i documenti presenti nell’archivio della vicina città di Harz, trovando la trascrizione di un interrogatorio avvenuto il 15 luglio 1647. La protagonista del documento è Katharina Schraderin, soprannominata la Strega del Forno. Lei era una pasticcera a Norimberga, la migliore della città. Un giorno durante il mercato venne avvicinata dal fornaio di corte del Re che cercò di corteggiarla così da poterle rubare la sua segretissima ricetta del panpepato e diventare ancora più importante agli occhi del sovrano. Lei però capì le sue intenzioni e rifiutò ma lui di tutta risposta iniziò a perseguitarla, arrivando addirittura a denunciarla come strega.
Lei venne quindi catturata, interrogata, torturata, ma non confessò mai di essere una strega, e così venne liberata. Dopo essere stata scarcerata Katharina si costruì una casetta nel bosco, dove lavorare in santa pace… ma quello che non sapeva è che il cuoco non aveva finito con lei. Un giorno infatti lui si recò lì con la sorella e insieme decisero di ucciderla. Non sappiamo esattamente come ciò sia accaduto, ma quello che sappiamo per certo è che cercarono di bruciare le prove del loro gesto gettando il corpo in uno dei forni. Misero la casa a soqquadro per cercare la ricetta ma nulla, non la trovarono. È proprio per questo che i manoscritti erano ancora oggi nascosti dietro al muro!
Ma la rivelazione ancora più interessante ancora non la abbiamo detta. Sapete come si chiamavano i due assassini? Il nome del cuoco era Hans Metzler e quello di sua sorella Grete. Hans e Grete. Hansel e Gretel. Finalmente il professore aveva ricostruito tutta la storia! Nel documento viene anche detto che i due criminali furono processati ma che alla fine – non viene specificato come – furono assolti, chiudendo questa storia con una nota dolceamara.
La pubblicazione del libro
Sembra assurdo essere riusciti a risolvere un omicidio vecchio di secoli, e Ossegg fu così entusiasta da contattare immediatamente Hans Taxler, all’epoca autore per la rivista di Francoforte Pardon, per raccontargli tutta la storia. Alla fine questo incredibile racconto fu pubblicato per la prima volta nel 1963 con il nome di “La verità su Hansel e Gretel”. Il testo in pochissimo tempo divenne uno tra i più venduti in Germania Ovest e venne acclamato tanto dalla critica quanto dagli accademici del tempo, diventando famoso addirittura all’estero.
Tutto quindi finì per il meglio, no? Beh, non esattamente. Perché circa un anno dopo la pubblicazione del libro saltò fuori che tutto quello che era stato raccontato era in realtà falso. Il suo autore, Hans Taxler, fece una dichiarazione che scosse l’opinione pubblica: non esisteva alcun professor Ossegg e tutte le prove riportate nel libro sono state falsificate da lui stesso. L’intento del libro non era mai stato quello di raccontare la vera storia di Hansel e Gretel, quanto piuttosto quello di prendersi gioco dei media e degli accademici, che presero questo testo come oro colato senza verificare i dati sui quali si basava.
Al tempo in pochi gli credettero, si pensava fosse un modo per attirare su di sé l’attenzione – e soprattutto nessuno voleva fare la figura dello stupido ad aver creduto ad una cosa del genere… ma a breve si capì che non stava dicendo una bugia. Tutti gli studi e i reperti trovati non erano altro che falsi fatti ad opera d’arte, inclusi i presunti documenti di archivio nei quali venivano raccontate le storie di Katherina, Hans e Grete.