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27 Maggio 2025
15:30

I batteri della pelle potrebbero proteggerci dai danni dei raggi UV: il nuovo studio

Uno studio avrebbe scoperto la capacità di alcuni batteri del microbioma cutaneo di degradare una molecola immunosoppressiva derivante dall'esposizione ai raggi UVB.

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I batteri della pelle potrebbero proteggerci dai danni dei raggi UV: il nuovo studio
pelle batteri raggi UV

La nostra pelle opsita tantissimi batteri, funghi e virus i quali formano il cosiddetto microbiota cutaneo. Un recente studio pubblicato sul Journal of Invesigative Dermatology avrebbe scoperto un ceppo specifico di questi batteri cutanei aiuterebbe a ridurre l'effetto immunosoppressivo della luce ultravioletta del Sole. Questo potrebbe aprire nuove prospettive per la fototerapia e la prevenzione delle malattie della pelle.

L’esposizione ai raggi UV infatti, e in particolare ai raggi UVB (280-315 nm, particolarmente energetici e in grado di provocare scottature), potrebbe indebolire temporaneamente le risposte immunitarie della pelle. Questo effetto è dovuto, tra le altre cose, anche dalla trasformazione di una molecola naturalmente presente nell’epidermide, l’acido urocanico (UCA). Nello specifico i raggi UVB farebbero avvenire una isomerizzazione, quindi il passaggio dalla forma trans (tUCA) alla forma cis (cUCA). Ecco, la forma cis dell'acido urocanico ha proprietà immunosoppressive.

Struttura molecolare dell'acido urocanico
Struttura molecolare dell’acido urocanico.

Il cuore dello studio consiste proprio nella scoperta che alcuni batteri cutanei, come Staphylococcus epidermidis, sarebbero in grado nei topi di “mangiare” il cUCA, riducendo quindi la sua azione immunosoppressiva. Questo sarebbe dovuto all'azione di un enzima – l'urocansi – che consentirebbe loro di metabolizzare il cUCA e quindi di ridurne la concentrazione sulla pelle.

Questi studi quindi ci dicono che agire sul microbioma cutaneo – ad esempio, attraverso la selezione di batteri specifici o l’uso di inibitori enzimatici – potrebbe potenziare l’efficacia di terapie per alcune malattie della pelle. In più, controllare la concentrazione del cUCA potrebbe aiutare a prevenire alcune patologie legate all’esposizione solare.

Sono un appassionato del mondo microscopico, a partire dalle molecole fino agli artropodi. La laurea magistrale in chimica mi ha permesso di avere gli strumenti necessari per comprendere il funzionamento del mondo, ma soprattutto ha saziato la mia fame di risposte. Curioso, creativo e con idee folli: date una videocamera, un drone o una chitarra al DeNa e lo renderete felice.
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