0 risultati

Perché ci abbronziamo? Ecco cosa succede alla pelle quando ci esponiamo al sole

Quando prendiamo il sole si attiva il meccanismo dell'abbronzatura, un tipo di difesa della pelle che, grazie alla produzione di melanina, protegge le cellule dai potenziali danni dei raggi UV nocivi. Vediamo perché ci abbronziamo e cosa succede.

9 Agosto 2023
18:15
1.255 condivisioni
Perché ci abbronziamo? Ecco cosa succede alla pelle quando ci esponiamo al sole
scienza dell'abbronzatura

Quando arriva l'estate, molti di noi cercano disperatamente il sole per ottenere la tanto desiderata abbronzatura. Spesso, però, si associa l'abbronzatura e il sole come qualcosa che "fanno bene". L’abbronzatura in realtà è un meccanismo difensivo che si attiva quando siamo esposti al sole e che induce la produzione di melanine, sostanze che proteggono le cellule della pelle dall'azione dei raggi ultravioletti (UV) nocivi. Quando i raggi UV del sole colpiscono la nostra pelle, infatti, possono danneggiare le nostre cellule e persino causare mutazioni del DNA e quindi tumori della pelle. Ma come funziona il meccanismo dell’abbronzatura? Cosa succede esattamente quando ci esponiamo al sole? E perché la nostra pelle diventa più scura? In questo articoli rispondiamo a queste domande, partendo dal capire cos'è la melanina.

Cosa succede alla pelle quando ci abbronziamo

Tutto ruota attorno a una piccola molecola presente nelle cellule della nostra pelle: la melanina. La melanina è un pigmento, ovvero una molecola "colorata", prodotto dai melanociti, delle cellule deputate proprio alla produzione di melanina che si trovano nella parte più interna dell’epidermide, che a sua volta è lo strato più esterno della pelle.

melanina melanociti abbronzatura

Una volta prodotta dai melanociti, la melanina viene impacchettata in particolari organelli chiamati melanosomi. Questi melanosomi migrano poi verso gli strati più esterni dell’epidermide, ovvero verso i cheratinociti, e si dispongono attorno ai nuclei di queste cellule, dov’è contenuto il DNA. Per cui i melanosomi ricchi di melanina formano una vera e propria barriera protettiva intorno al DNA delle cellule più esterne della pelle, assorbendo le radiazioni UV e trasformandole in calore.

Quindi, sì, l'abbronzatura è in realtà una risposta del nostro corpo a un danno potenziale. Quando ci abbronziamo, in realtà significa che siamo stati esposti a una dose significativa di raggi UV dannosi e potenzialmente cancerogeni. Quindi, è fondamentale ricordarsi sempre di proteggerci adeguatamente e di evitare l'eccessiva esposizione al sole, specialmente durante le ore più calde della giornata, poiché queste sono le ore in cui i raggi solari colpiscono la terra con un angolo più perpendicolare, rendendoli particolarmente pericolosi.

I diversi tipi di melanina

In realtà esistono diversi tipi di melanina. I due principali tipi di melanina sono l'eumelanina e la feomelanina:

  • l'eumelanina è responsabile dei toni scuri e marroni;
  • la feomelanina produce colori più chiari come il rosso e il biondo.

La proporzione di questi due tipi di melanina nella nostra pelle e la quantità di melanosomi prodotti dai melanociti determina il nostro tono di pelle unico. Ad esempio, le persone con una maggiore quantità di eumelanina avranno una pelle più scura, mentre quelle con una maggiore quantità di feomelanina avranno una pelle più chiara. Questa combinazione unica di melanina è regolata da fattori genetici, ed è ciò che rende ogni individuo unico nel suo aspetto.

eumelanina feomelanina colori pelle

I raggi UV: quali sono e che effetto hanno

I raggi UV sono suddivisi in tre categorie in base alle loro diverse lunghezze d'onda: UV-A, UV-B e UV-C. Ma quali di questi sono i più pericolosi per la nostra pelle?

I raggi UV-C sono senza dubbio i più pericolosi. Fortunatamente, la natura ci ha fornito un potente alleato: l'ozono presente nella nostra atmosfera. L'ozono agisce come una sorta di filtro solare naturale, assorbendo gran parte dei raggi UV-C, le più pericolose, e una buona parte dei raggi UV-B. Questo è il motivo per cui, nonostante la minaccia potenziale dei raggi UV, siamo comunque in grado di vivere sulla Terra. Senza la barriera naturale dell’ozono, infatti, probabilmente l’uomo non potrebbe vivere affatto sulla terra proprio a causa dei danni causati delle radiazioni UV emesse dal sole.

I raggi UV-A e UV-B sono quindi i più pericolosi in quanto riescono a raggiungere la nostra pelle, a profondità diverse tra di loro, causando i danni di cui abbiamo parlato in precedenza tra cui invecchiamento precoce, formazione di rughe, formazione di radicali liberi, modificazioni del DNA e cancro alla pelle. Quindi, anche se non bruciamo immediatamente sotto il sole, i raggi UV-A e UV-B possono ancora causare danni a lungo termine.

raggi ultravioletti pelle cancerogeni

Tuttavia, c’è da dire che l’esposizione al sole "fa bene solo con moderazione", nel senso è fondamentale per la produzione di Vitamina D, ma è importante esporsi al sole con moderazione e proteggendosi correttamente, soprattutto utilizzando adatte creme solari. Per maggiori informazioni a riguardo, potete consultare il sito dell'Istituto Superiore di Sanità: vi lasciamo il link in fondo all'articolo.

Come proteggere la nostra pelle per prendere il sole in sicurezza

Ora che sappiamo che i raggi UV possono rappresentare una minaccia per la nostra pelle, come possiamo proteggerci efficacemente? Ecco dove entrano in gioco le creme solari.

Le creme solari funzionano in due modi principali: attraverso protezione fisica e protezione chimica.

  • La protezione fisica è come indossare un cappello o una maglietta per schermare la nostra pelle dal sole. Le creme solari con protezione fisica contengono sostanze come l'ossido di zinco o il biossido di titanio, che creano una barriera sulla pelle riflettendo e disperdendo i raggi UV;
  • Le creme solari con protezione chimica, al contrario, contengono sostanze chimiche che assorbono i raggi UV trasformandoli in calore, riducendo così la quantità di radiazioni che raggiunge la nostra pelle.

Ma come possiamo sapere quanto siamo protetti? È qui che entra in gioco l'indice di protezione solare, comunemente noto come SPF (Sun Protection Factor). L'SPF è un numero che indica quanti raggi solari riescono a passare. Più alto è il numero e meno raggi passeranno. Ad esempio 30 significa che 1/30 dei raggi raggiungerà le cellule della nostra pelle, ovvero il 3,3% dei raggi totali. Nel video approfondiamo meglio il concetto di SPF.

Creme solari protezione fisica e chimica

Inoltre, è importante ricordare che l'SPF non è una misura lineare. Cioè non significa che un SPF 50 offra il doppio della protezione di un SPF 25. Al contrario, l'SPF indica principalmente la protezione dai raggi UV-B e non tiene conto dei raggi UV-A. Quindi, anche se indossiamo una crema solare con alto SPF, è fondamentale riapplicarla regolarmente e prendere in considerazione altre precauzioni, come cercare l'ombra e indossare indumenti protettivi.

In conclusione, l'abbronzatura è un meccanismo di difesa del nostro corpo contro i danni dei raggi UV. Tuttavia, nonostante l’abbronzatura sia diventata un canone estetico piuttosto comune nel mondo occidentale, è bene ricordare che essere abbronzati significa che siamo stati esposti a una dose elevata di raggi UV dannosi. Quindi, per godere del sole in modo sicuro, ricordiamoci sempre di proteggerci con creme solari che offrono una protezione fisica e chimica, e di adottare altre precauzioni come cercare l'ombra e indossare indumenti protettivi. La nostra pelle ci ringrazierà!

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views