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8 Aprile 2025
10:16

I detriti spaziali stanno aumentando, oltre un milione in orbita: cosa afferma il nuovo report ESA

Il numero di detriti spaziali è in crescita come riferito dal nuovo report dello Space Debris Office dell'ESA. L'allarme mette in pericolo le missioni con equipaggio umano nell'orbita bassa e verso la Luna.

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I detriti spaziali stanno aumentando, oltre un milione in orbita: cosa afferma il nuovo report ESA
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Credits: ESA, Spacejunk3D, LLC.

L'Agenzia Spaziale Europea (ESA), il primo aprile, ha rilasciato il suo rapporto annuale sullo stato dei detriti spaziali attorno alla Terra, la cosiddetta "spazzatura spaziale". Il rapporto ha come obiettivo sia di tenere traccia del numero di detriti, sia di aggiornare la comunità internazionale sull'efficacia delle strategie di riduzione degli stessi, al fine di migliorare la sostenibilità a lungo termine dei voli spaziali. Purtroppo il rapporto non porta con sé buone notizie. Sebbene ci sia una crescente aderenza agli standard di mitigazione dei detriti spaziali da parte delle compagnie pubbliche e private, il numero di nuovi detriti che si forma per collisione di satelliti non più operativi è di gran lunga maggiore della spazzatura spaziale che brucia in atmosfera. Addirittura in certe fasce di altitudine il numero di satelliti attivi è dello stesso ordine di grandezza di quello dei detriti spaziali. Il report sottolinea come la situazione sia talmente grave che anche senza nuovi lanci, il numero di detriti aumenterebbe comunque per collisione degli oggetti esistenti in orbita tra cui i satelliti, un effetto noto come sindrome di Kessler. L'ESA raccomanda quindi di accompagnare le buone pratiche messe in atto per i nuovi lanci con la rimozione "attiva" dei detriti, al fine di permettere lanci con equipaggi umani in piena sicurezza verso l'orbita bassa e la Luna.

Il numero di detriti spaziali è in forte crescita

L'ESA stima che vi siano più di 1,2 milioni di detriti spaziali più grandi di 1 cm in orbita attorno alla Terra. Sebbene molto piccoli, questi frammenti si muovono a velocità elevatissime, rendendoli praticamente dei proiettili in grado di creare danni catastrofici agli altri oggetti in orbita. La stazione spaziale internazionale stessa deve di tanto in tanto effettuare delle manovre di emergenza di innalzamento della sua quota orbitale al fine di evitare la collisione con un detrito spaziale. Si comprende quindi come il monitoraggio di questi oggetti sia di fondamentale importanza. L'ESA attualmente è in grado di tracciarne circa 40 000, che sono quelli che hanno generalmente dimensioni maggiori di 10 cm.

Il numero di satelliti è aumentato negli ultimi anni, al punto che nell'orbita terrestre bassa, intorno ai 550 km di quota, ci sono tanti satelliti attivi quanti detriti spaziali, e ciò è dovuto principalmente alla messa in orbita delle grandi costellazioni satellitari, come Starlink. Questo affollamento dell'orbita rende purtroppo più probabili le collisioni tra detriti e satelliti attivi, ma anche tra detriti stessi. Nell'ultimo anno l'ESA ha registrato un aumento di 3 000 unità negli oggetti da tracciare a causa di eventi di frammentazione della spazzatura spaziale.

Come mitigare il problema

Dal alcuni anni l'ESA, come altre agenzie spaziali, ha proposto delle "buone pratiche" per mitigare il fenomeno della spazzatura spaziale. Il numero di satelliti che sono rientrati bruciando in atmosfera al termine della loro vita utile è aumentato negli ultimi anni. Questa è una precisa scelta per conformarsi alle linee guida per la riduzione dei detriti spaziali, rimuovendo i satelliti al termine del loro ciclo di vita dalle orbite più affollate. È in aumento anche il numero di rientri dei corpi dei razzi e dei carichi utili lanciati in orbita, soprattutto da parte delle compagnie private. Circa l'80% dei lanci è inoltre conforme al nuovo e più restrittivo standard di abbandono delle orbite entro 5 anni, adottato dall'ESA per le proprie attività nel 2023.

Un altro fattore che contribuisce all'aumento dei rientri negli ultimi due anni è il picco del ciclo solare, che ha come effetto quello di aumentare l'attrito atmosferico e di accelerare così i tempi di rientro sulla Terra della spazzatura spaziale.

Cosa ci si aspetta per i prossimi anni

Nonostante le compagnie pubbliche e private stanno facendo il possibile per mitigare il problema della spazzatura spaziale, nell'ultimo anno (2024) il numero netto di detriti è aumentato. C'è talmente tanta spazzatura spaziale in orbita che se anche smettessimo di lanciare nuovi satelliti, il numero di detriti aumenterebbe comunque a causa degli eventi di frammentazione. Le collisioni tra oggetti piccoli e grandi aggiungono nuovi detriti più velocemente di quanto i detriti stessi possano rientrare naturalmente nell'atmosfera, fenomeno noto anche come sindrome di Kessler. Questo evento a cascata rende quindi urgente lo sviluppo e l'implementazione di metodi di rimozione "attiva" della spazzatura spaziale, un progetto a cui l'ESA sta già lavorando con missioni come ClearSpace-1.

Mantenere l'orbita terrestre "pulita" è di fondamentale importanza. Anche detriti piccoli come una moneta possono danneggiare irreparabilmente una navicella spaziale. Se vogliamo continuare ad inviare esseri umani nello spazio intorno alla Terra e verso la Luna, bisogna mantenere i corridoi orbitali liberi dalla spazzatura spaziale. Le lezioni che stiamo imparando qui sulla Terra dovranno poi essere applicate sin dal principio per i satelliti attorno alla Luna, poiché la mancanza di atmosfera attorno al nostro satellite impedisce la naturale distruzione dei detriti per rientro atmosferico.

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