
"Metalli pesanti tossici trovati in tutti gli assorbenti interni testati". Questo è solo uno dei titoli allarmisti che si possono trovare online. Tutto ciò arriva da uno studio, pubblicato su Environmental International, che riporta la presenza di 16 metalli (tra cui anche Piombo, Cadmio e Arsenico) negli assorbenti interni, nello specifico all'interno di 30 assorbenti interni di 14 marche diverse. Questa ricerca ha scatenato preoccupazioni, ansia e panico tra molte persone, incluse ragazze e influencer che hanno consigliato di smettere di utilizzare tali prodotti perché considerati pericolosi per la nostra salute. È importante, però, approfondire e comprendere i risultati di questi studi prima di trarre conclusioni affrettate. Infatti le quantità di metalli potenzialmente tossici trovati negli assorbenti interni è trascurabile rispetto a quelli che assumiamo tutti i giorni bevendo, mangiando e respirando.
Perché non dobbiamo preoccuparci: le quantità di metalli pesanti negli assorbenti interni
Le quantità rilevate nello studio sono:
– Piombo: 120 ng/g di assorbente, che corrispondono a 360 ng per un singolo assorbente (considerando un peso medio di 3 grammi di cotone).
– Cadmio: 6,74 ng/g di assorbente, ovvero 20,22 ng per assorbente.
– Arsenico: 2,56 ng/g di assorbente, cioè 7,68 ng per assorbente.
dove ng sta per nanogrammi, cioè miliardesimo di grammo. Quindi 360 ng significa 0,000000360 g.
Un confronto con l'acqua potabile, mostra che assumiamo molto più di questi metalli dall'acqua rispetto agli assorbenti interni, anche nello scenario peggiore in cui tutti i metalli degli assorbenti fossero assorbiti al 100%. In più se considerassimo anche i metalli presenti negli alimenti e nell’aria che respiriamo, i metalli degli assorbenti diventano trascurabili. Attenzione, questo non significa che lo studio non sia importante. È fondamentale monitorare questi valori per una questione di sicurezza, ma è importante anche non fare allarmismo.

Limitazioni dello studio
Lo studio ha analizzato la presenza di metalli negli assorbenti interni, ma non ha indagato se e in che misura questi metalli vengono assorbiti dalla vagina o dal corpo in generale. Per determinare l'effettivo assorbimento, sarebbero necessari ulteriori studi che confrontino i livelli di metalli negli assorbenti usati con quelli nuovi.
Inoltre, lo studio ha esaminato 30 assorbenti interni, di cui solo 3 provenienti dall'Europa. Questo campione non è rappresentativo dell'intera produzione di assorbenti interni in Europa. Lo specificano anche gli scienziati che questo studio ha delle limitazioni:
“non possiamo considerare i tre assorbenti non statunitensi inclusi in questa analisi come rappresentativi della maggior parte degli assorbenti disponibili nell'UE”
Perché ci sono i metalli negli assorbenti?
Il piombo è il metallo pesante più abbondante sulla crosta terrestre e trova diverse applicazioni, per esempio nelle batterie, nelle leghe e saldature di molti oggetti di consumo, nelle vernici, negli smalti, nella produzione di rubinetti e sistemi di distribuzione dell’acqua. Quindi nel tempo questo metallo è diventato un inquinante e ora è ubiquitario, lo si trova ovunque, in concentrazioni variabili ovviamente. Per questo si può trovare nel terreno dove è cresciuto il cotone degli assorbenti e quindi rimane all’interno delle fibre di cellulosa del cotone.
La stessa cosa vale per l’arsenico. La sua presenza è sia di origine naturale, è presente in diversi minerali, che di origine antropogenica, quindi dall’uomo come l'estrazione mineraria o il trattamento e uso di combustibili fossili. E idem per il cadmio, metallo rilasciato nell’ambiente a causa anche dei fertilizzanti, dal fumo di sigaretta e presente come impurezza nello zinco.

Perché questo studio è importante
Gli assorbenti interni vengono controllati e testati rigorosamente, infatti i livelli di metalli pesanti riscontrati sono nei limiti previsti. Il problema è che le linee guida secondo cui sono testati questi prodotti si basano su capacità di assorbimento epidermiche e non è detto che l’epitelio vaginale si comporti allo stesso modo. Quindi questo studio fa capire che manca qualcosa, mancano gli studi basati sull’assorbimento vaginale!
In più, stando ad un report del World Economic Forum, solo l’1% dei fondi destinati alla ricerca da numerosi paesi sono impiegati per la ricerca medica di problemi di salute specificamente femminili. Quindi di nuovo questo studio fa capire che c’è un gap nella ricerca, soprattutto quella rivolta al benessere femminile.
Prima di lasciarsi prendere dal panico, è essenziale contestualizzare i dati e considerare le quantità reali di metalli pesanti trovati negli assorbenti interni. La dose fa il veleno e le quantità rilevate in questo studio sono molto inferiori rispetto a quelle che assumiamo quotidianamente attraverso altre fonti. Lo studio ha un valore significativo per la salute pubblica, ma non giustifica allarmismi eccessivi.