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20 Maggio 2024
11:01

Trovate le prove dell’esistenza di tecnologia aliena? No, facciamo chiarezza sulle sfere di Dyson

Il progetto Hephaistos ha recentemente annunciato di aver trovato 7 candidate sfere di Dyson, cioè ipotetiche megastrutture con cui eventuali civiltà tecnologiche extraterrestri potrebbero ricavare energia dalle stelle. La causa più probabile del segnale rimane però di tipo naturale.

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Trovate le prove dell’esistenza di tecnologia aliena? No, facciamo chiarezza sulle sfere di Dyson
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Rappresentazione artistica di una sfera di Dyson generata con AI.

Un recente articolo pubblicato dai ricercatori dell'università di Uppsala del progetto Hephaistos riporta la scoperta tra dati d'archivio astronomici di 7 stelle nella Via Lattea la cui emissione infrarossa potrebbe non essere naturale bensì originata da un'ipotetica tecnologia extraterrestre nota come sfera di Dyson, cioè una megastruttura ipotetica, ipotizzata dal fisico Freeman Dyson negli anni '60, attraverso cui una civiltà extraterrestre tecnologicamente avanzata ricaverebbe energia dalla radiazione elettromagnetica (luce) emessa dalla sua stella madre. Analizzando i dati di circa 320.000 stelle attraverso l'uso dell'intelligenza artificiale, i ricercatori hanno individuato 7 oggetti compatibili con una sfera di Dyson, sebbene essi stessi hanno precisato nell'articolo che la spiegazione più probabile rimane di origine astrofisica, come dischi di polveri in orbita attorno a una stella, interazione tra due oggetti di un sistema binario, o rari tipi di stelle giovanissime.

Cosa afferma studio del progetto Hephaistos

Il progetto Hephaistos è dedicato alla ricerca di vita intelligente extraterrestre attraverso l'analisi dei segnali che una ipotetica civiltà tecnologicamente avanzata produrrebbe come risultato di grandi progetti di astroingegneria, come sfere di Dyson, meccanismi di propulsione interstellare e inquinamento industriale nelle atmosfere degli esopianeti. Il progetto è guidato dai ricercatori dell'Università di Uppsala, in Svezia, e si propone come alternativa ai classici programmi di ricerca di vita intelligente basati sul captare segnali radio extraterrestri, come quelli condotti per ormai più di 60 anni dal SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) Institute.

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Foto del radiotelescopio ALMA sulle Ande Cilene. Il SETI Institute utilizza i radiotelescopi per cercare di captare segnali radio emessi da civiltà extra–terrestri. Credits: P. Horálek/ESO.

I ricercatori hanno cercato segnali provenienti da ipotetiche sfere di Dyson tra un campione di oggetti costituito da 320.000 stelle. Attraverso una serie di step di analisi dei dati, che include l'utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale, i ricercatori hanno trovato 7 nane rosse, stelle con masse attorno al 10% di quella del Sole, la cui emissione di luce infrarossa apparirebbe più elevata rispetto a quanto ci si aspetterebbe da questo tipo di oggetti. I ricercatori sono interessati all'emissione infrarossa poiché si suppone che gli elementi che costituiscono le sfere di Dyson, assorbendo un grande quantitativo di energia dalla stella madre, si scaldino ed emettano calore in eccesso sotto forma di radiazione infrarossa.

Il progetto ha già condotto alla pubblicazione di 4 articoli scientifici su riviste di astrofisica a revisione paritaria, mostrando quindi come le intenzioni siano quelle di condurre ricerche sistematiche con rigorosa analisi dei dati. Gli articoli pubblicati finora non hanno portato alla scoperta di segnali provenienti dalle sfere di Dyson, ma l'analisi dei segnali provenienti da galassie vicine e dalle stelle nella nostra galassia è servita comunque a porre dei limiti superiori nel possibile numero di civiltà extra-terrestri tecnologicamente avanzate presenti nel cosmo.

Cos'è una sfera di Dyson

Una sfera di Dyson é un'ipotetica megastruttura che un'eventuale civiltà extraterrestre avanzata potrebbe costruire per ricavare energia dalla luce prodotta da una stella. Proposta per la prima volta negli anni '60 dal fisico britannico Freeman Dyson, una sfera di Dyson, nella sua variante più nota, è costruita in modo da circondare la stella, al fine di massimizzare il quantitativo di energia ricavabile.

Freeman Dyson propose queste strutture motivandole col fatto che l'avanzamento tecnologico di una civiltà avviene al costo di una sempre crescente necessità energetica, al punto che, per sostenersi, una civiltà avanzata ha bisogno di sfruttare tutta l'energia della propria stella madre.

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Rappresentazione artistica di una tipologia di sfera di Dyson costituito da uno sciame di elementi collettori in orbita attorno alla stella da cui trarre energia. Credits: Vedexent, CC BY 2.5, Via Wikimedia Commons.

Data la dimensione enorme di queste sfere, un'unica struttura è meccanicamente impossibile. Per questo Dyson propose un sistema costituito da svariati elementi di raccolta indipendenti in orbita attorno alla stella. La presenza di una sfera di Dyson attorno a una stella creerebbe quindi delle firme evidenti nella luce proveniente da quel sistema stellare, come improvvise diminuzioni di luce dovute al passaggio degli elementi raccoglitori attorno alla stella, o, come nel caso dell'articolo, emissione di calore di scarto dalla struttura assorbente sotto forma di radiazione infrarossa.

Come si può spiegare l'emissione infrarossa anomala

Le 7 sorgenti candidate sfere di Dyson scoperte dai ricercatori sono state selezionate attraverso l'eccesso di emissione di radiazione infrarossa rispetto a quella attesa da stelle di tipo nane rosse. Tuttavia, esistono dei processi astrofisici che sono in grado di spiegare questo tipo di eccesso, che per essere confermati necessitano di dati ottenuti in altre lunghezze d'onda e attraverso l'uso degli spettrografi, che spongono la luce nelle sue lunghezze d'onda costituenti.

Tra i processi che potrebbero spiegare il segnale abbiamo ad esempio l'emissione infrarossa delle polveri di un disco circumstellare che potrebbe circondare le sorgenti candidate. Questi dischi di detriti sono generalmente costituiti dal materiale da cui i futuri pianeti del sistema andranno a formarsi.

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Rappresentazione artistica di un disco di detriti attorno ad una stella nana. Credit: NASA’s Goddard Space Flight Center/Scott Wiessinger.

Un'altra possibile spiegazione è che in realtà la sorgente sia un sistema binario, cioè costituito da due stelle che, a causa della lontananza, non riusciamo a distinguere. L'eccesso infrarosso può anche essere causato da un tipo raro di stella giovane, cioè nelle prime fasi della sua vita quando ancora non brucia idrogeno nel nucleo attraverso le reazioni di fusione nucleare, oppure da galassie infrarosse, cioè galassie che contengono tante polveri dovuta alla grande formazione stellare in atto e che di conseguenza emettono molta luce nell'infrarosso.

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