Di solito, quando pensiamo ai pirati, pensiamo a un passato remoto oppure al cinema e alle serie TV. In realtà non è così: i pirati esistono ancora in varie parti del globo (ad esempio al largo della Somalia o dell'Indonesia) e sono diventati anche un elemento problematico a livello geopolitico. Vediamo chi sono i pirati contemporanei e come operano.
Pirateria: una storia antichissima
Per cominciare, i pirati esistono da quando gli esseri umani hanno iniziato a solcare il mare. Di conseguenza, tutte le grandi potenze marittime, nel corso della loro storia, hanno dovuto fare i conti con la pirateria. I romani, gli spagnoli, i britannici, gli stessi americani (per fare alcuni esempi), basando il loro potere sul dominio dei mari, hanno avuto a che fare con i pirati, ma non sempre li hanno considerati nemici: a volte li hanno sovvenzionati come se fossero un reparto "speciale" della marina nazionale (è il caso dei corsari) e a volte ne sono stati alleati.
I pirati, infatti, da un lato da sempre rendono le rotte marittime insicure, ma dall'altro possono essere usati (se ben pagati) per danneggiare le navi nemiche, scoraggiando gli avversari a lanciarsi nei mari. Certo, queste storie ci sembrano appartenere al passato, eppure i pirati esistono ancor oggi in varie parti del globo.
Dove sono i pirati oggi?
I pirati contemporanei non possiedono vascelli né tantomeno enormi imbarcazioni in grado di solcare i mari. Nella stragrande maggioranza dei casi si muovono su pescherecci, motoscafi o lance a motore, imbarcazioni che spesso permettono di camuffare la loro reale identità fino a che, per la nave abbordata, non è troppo tardi.
Dato che le imbarcazioni utilizzate dai pirati contemporanei sono relativamente piccole, essi non possono operare in mare aperto, e dunque si trovano costretti ad agire in prossimità degli stretti. Ad oggi, infatti, le zone a più alto rischio di pirateria sono nello stretto di Malacca, nello stretto di Singapore, in alcune zone dei Caraibi, nel golfo di Aden e al largo del corno d'Africa, in particolare della Somalia.
Si tratta di zone che sono vitali per il commercio marittimo e in cui le navi devono percorrere delle rotte più o meno obbligate e hanno poco spazio di manovra. Inoltre parliamo di contesti in cui si affacciano degli Stati che hanno grandi difficoltà a far rispettare l'ordine pubblico e la libertà di navigazione: tendenzialmente, infatti, i pirati tendono ad aggirarsi laddove le marine nazionali sono assenti oppure, data la debolezza e la povertà dei Paesi a cui appartengono, sono facilmente corruttibili.
Cosa fanno i pirati oggi?
Oggigiorno bisogna distinguere tra due tipi di pirateria: quella semplicemente criminale e quella, invece, strategica.
Pirateria criminale
Iniziamo dalla pirateria criminale: in questo caso i pirati si comportano in maniera "classica". Attaccano le imbarcazioni, prendono in ostaggio l'equipaggio, chiedono un riscatto oppure rubano la merce. Insomma, i pirati fanno quello che hanno sempre fatto, con la differenza che oggi, a volte, vengono attaccate anche navi civili (come le navi da crociera). Va ricordato, in riferimento a questa tipologia di pirateria, che se i pirati vengono catturati in acque internazionali, essi vengono processati sulla base delle leggi della bandiera della nave che li arresta.
La pirateria criminale genera danni economici non indifferenti, stimati tra i 13 e i 16 miliardi di dollari all'anno. Proprio per queste ragioni, è in corso un dibattito giuridico internazionale su un tema particolarmente spinoso: è possibile considerare i pirati come dei terroristi a tutti gli effetti? La discussione è iniziata nel 2007 e non si è ancora conclusa, anche perché a volte i pirati vengono sfruttati da alcune potenze geopolitiche. Vediamo dunque cos'è la pirateria strategica.
Pirateria strategica
Vari Paesi sfruttano i pirati per raggiungere alcuni obiettivi geopolitici. Possono farlo in due modi:
- Li pagano per svolgere azioni di disturbo contro le marine nemiche;
- Camuffano alcune unità della loro marina come se fossero imbarcazioni pirata, in modo da poter svolgere azioni di sabotaggio senza esserne direttamente incolpate.
In particolare, quest'ultima tattica è molto usata dalla Cina nel Mar Cinese Meridionale, dove decine di pescherecci, formalmente non appartenenti all'Esercito della Repubblica Popolare, cercano di intralciare le operazioni degli americani e di impossessarsi di alcuni isolotti, in modo da poter espandere la Zona Economica Esclusiva cinese.
La lotta alla pirateria
Ovviamente, la pirateria viene contrastata dalla maggior parte degli Stati. Tuttavia la stessa lotta alla pirateria spesso è strumentale e associata a interessi geopolitici. Alcuni Paesi combattono in maniera convinta la pirateria criminale, come ad esempio l'Italia in Somalia e gli USA nei Caraibi. Come abbiamo detto, infatti, contrastare questo genere di pirateria è importante per rendere tranquilli i traffici commerciali ed evitare perdite economiche.
Tuttavia, la lotta alla pirateria è spesso utilizzata come un pretesto per occupare luoghi strategici. Ciò è stato fatto, ad esempio, dalla Cina nel corno d'Africa, a Gibuti. Pechino ha sfruttato l'occasione della lotta alla pirateria per impiantarsi con una base militare sullo stretto di Bab el-Mandeb, al fine di avere maggior controllo su una delle rotte commerciali più frequentate del Pianeta.