
Nel 2024 la domanda mondiale di energia ha raggiunto un nuovo record, 592 exajoule, spinta dall’industrializzazione asiatica e dall’esplosione dei consumi elettrici legati all’intelligenza artificiale. Eppure, nonostante l’avanzata delle fonti rinnovabili che ha segnato un record con un aumento di 700 gigawatt e il ritorno del nucleare, le fonti fossili restano il pilastro del sistema: petrolio, carbone e gas naturale continuano a coprire l’86,7% del fabbisogno globale.
La crescita della domanda energetica globale nello scorso anno è aumentata quasi del doppio rispetto alla sua media recente. Anche la domanda nelle economie avanzate sta tornando a crescere dopo anni di cali, con una rapida espansione dell’elettricità a livello mondiale. In questo settore, si intrecciano le novità della transizione energetica con le sfide di un mondo in evoluzione.
L’uso globale di energia è salito a 592 exajoule: tra fonti fossili e rinnovabili

L’uso globale di energia è salito a 592 exajoule nel 2024, stabilendo un nuovo record nella domanda, secondo i dati dell’Energy Institute. Lo scorso anno, petrolio, carbone e gas naturale insieme hanno fornito l’86,7% del fabbisogno energetico globale: il petrolio è rimasto la principale fonte energetica, rappresentando 199 exajoule, ovvero il 33,6% dell’offerta globale. Segue il carbone con il 27,9%, sostenuto dall’aumento dei consumi nelle economie emergenti.
Il gas naturale, pur essendo più pulito del carbone, ha fornito il 25,2%, registrando l’aumento più ampio della domanda tra i combustibili fossili, con una crescita di 115 miliardi di metri cubi, pari al 2,7%, rispetto a una media di circa 75 bcm all’anno nell’ultimo decennio. Nel frattempo, la domanda di petrolio è aumentata più lentamente, segnando un +0,8% nel 2024.
Anche le fonti energetiche a basse emissioni di carbonio stanno crescendo a un ritmo significativo. Nel 2024, la loro quota combinata è salita al 13,5%, sostenuta da un aumento annuo del 7%. In particolare, si sono distinti eolico e solare, crescendo del 16% e rimanendo le fonti energetiche a più rapida crescita nel mondo.
La capacità di nuova energia rinnovabile installata nel mondo è salita a circa 700 gigawatt, stabilendo un nuovo record. Inoltre, l’energia nucleare ha rappresentato il 5,2% dell’offerta, con Francia e Giappone responsabili di quasi due terzi della sua crescita. Secondo il Global Energy Review dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, l’80% dell’aumento della produzione elettrica globale nel 2024 è stato fornito da fonti rinnovabili e nucleare, che insieme hanno contribuito per la prima volta al 40% della produzione totale.
Maggiore contributo: il settore elettrico +4,3%
L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha evidenziato che la domanda energetica globale è cresciuta del 2,2% lo scorso anno, un aumento più rapido rispetto all’incremento medio annuo della domanda tra il 2013 e il 2023. Le economie emergenti e in via di sviluppo hanno rappresentato oltre l’80% dell’aumento della domanda nel 2024, nonostante una crescita più lenta in Cina, dove i consumi energetici sono aumentati di meno del 3%.
L’accelerazione della crescita della domanda energetica globale nel 2024 è stata guidata dal settore elettrico, con il consumo di elettricità in aumento di quasi 1.100 terawatt-ora, pari al 4,3%. Complessivamente, la domanda di elettricità è cresciuta a un ritmo doppio rispetto alla domanda energetica totale, indicando una grande elettrificazione dell’economia. Dal punto di vista regionale, Asia-Pacifico (+5,4%) e Medio Oriente (+5,3%) hanno registrato la crescita più rapida.
Cina, Stati Uniti e India: energia e competizione geopolitica
I tre maggiori consumatori mondiali di energia elettrica (Cina, India e Stati Uniti) hanno visto un aumento della generazione da fonti fossili nel 2024, mentre il quarto maggiore consumatore, l’Ue, ha registrato un calo grazie a politiche di decarbonizzazione. Solo nel 2024, in tutte le forme di energia rinnovabile, la Cina ha aggiunto il doppio rispetto alla somma di Stati Uniti, Europa e India.
Escludendo l’idroelettrico, la Cina è stata responsabile di quasi il 60% del totale delle nuove capacità rinnovabili globali installate nel 2024. Oltre a essere il principale produttore mondiale di energia rinnovabile, Pechino possiede anche un dominio nella produzione di pannelli solari e turbine eoliche, che le conferisce un'influenza significativa sulle catene di approvvigionamento globali.
Gli Stati Uniti sono stati il maggior produttore mondiale di petrolio, rappresentando un quinto della produzione globale nel 2024. La produzione americana è ora sostanzialmente pari a quella combinata di Arabia Saudita e Russia. Sotto la presidenza di Donald Trump, Washington ha invertito la rotta sulla transizione energetica, mirando a potenziare la produzione di combustibili fossili, riducendo le normative ambientali e promuovendo l'uso del carbone e del gas naturale.
Anche per l'India i fossili sono una risorsa chiave: Nuova Delhi è diventata il principale acquirente mondiale di petrolio russo, rappresentando oltre il 60% delle esportazioni marittime di Mosca nel 2024. Un approvvigionamento che ha aiutato il Paese a risparmiare almeno 17 miliardi di dollari grazie ai prezzi scontati. Allo stesso tempo, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, Mosca ha dovuto rinunciare a gran parte del mercato europeo. Per l'Ue, l'energia è diventata una sfida geopolitica complessa, connessa alla necessità di ridurre la dipendenza dalle forniture russe e al contempo garantire la sicurezza energetica e la transizione verso fonti rinnovabili.