Nella vita di Phineas Gage, protagonista della nostra vicenda, c’è un prima e un dopo. Un prima in cui è una persona benvoluta, coscienziosa e responsabile. Un dopo in cui diventa insolente, capriccioso, non ha più progetti per il futuro. Nel mezzo, un terribile incidente: un’asta di ferro gli trapassa il cervello e lui ne esce miracolosamente indenne.
La storia di Phineas Gage è diventata così un famoso caso clinico delle neuroscienze, che ha permesso di fare dei passi avanti nello studio del cervello.
- 1Orribile incidente a Cavendish: cos'è successo a Phineas Gage?
- 2Il medico Harlow assiste alla sorprendente guarigione
- 3Gage diventata iroso e inaffidabile: gli effetti dell'incidente sulla sua personalità
- 4La nuova vita di Gage, tra peregrinazioni fino alla morte
- 5Epilogo: il cranio e la barra di ferro riesumate dalla tomba
Orribile incidente a Cavendish: cos'è successo a Phineas Gage?
Stati Uniti, 13 settembre 1848.
Siamo nel Vermont, un luogo dove ci sono più alberi che esseri umani: la natura è incontaminata, la foresta fitta è interrotta qua e là da laghi e da piccoli insediamenti urbani.
Phineas Gage (Lebanon, 8 o 9 luglio 1823 – San Francisco, 21 maggio 1860) ha appena 25 anni, ma è già a capo della squadra di operai incaricati della costruzione del tratto ferroviario che passa per il paesino di Cavendish.
La zona è prevalentemente rocciosa e quindi bisogna far saltare in aria i massi di pietra. Per riuscire nell'impresa, Gage ha fatto costruire una barra di ferro lunga 1 metro, larga 3 centimetri e 6 chilogrammi. Questo oggetto serve per spingere e compattare una miscela di polvere esplosiva mista a sabbia all’interno di un foro praticato nella roccia, per farla saltare in aria.
Gage comincia a operare la barra con la sicurezza di sempre, quando improvvisamente, sprizzano scintille dalla roccia. La carica esplosiva scoppia e la barra di ferro schizza verso l’alto. Colpisce la guancia sinistra di Gage, appena sotto l’occhio, gli penetra nel cervello e fuoriesce dal cranio. Ricade infine ad una trentina di metri, imbrattata di sangue e materiale cerebrale.
Così riporta la notizia dell’incidente il quotidiano Boston Post del 21 settembre 1848: “Orribile incidente a Cavendish. La circostanza più singolare, legata a questo triste avvenimento, è che l’uomo vittima dell’incidente, è vivo. È lucido e libero dal dolore”. Proprio così. Phineas Gage, con un palo che gli ha trapassato il cervello, ancora accasciato a terra, dopo pochi minuti dall’incidente, parla.
Il medico Harlow assiste alla sorprendente guarigione
Che Gage non sia morto sul colpo è un fatto di per sé sorprendente, ma la sua condizione appare comunque disperata. A soccorso del malato, sopraggiunge il medico Harlow, che, con i suoi 29 anni, è quasi coetaneo di Gage.
Harlow esercita da poco la professione. Alla sua morte scriveranno di lui: uno dei più celebri fisici e chirurghi del New England. Ma per ora è solo un medico di provincia, spedito nel Vermont per svolgere il praticantato.
Il dottor Harlow riesce a bloccare l'emorragia e a fornire un primo soccorso al paziente, del quale annota con minuzia lo stato di salute:
«Il 15 settembre, 2 giorni dopo l’incidente, il paziente ha perso controllo della sua mente. Intervalla momenti di delirio a momenti di lucidità», «Il 22 settembre, nove giorni dopo l’incidente, passa una notte insonne. Si agita, cerca di alzarsi. Scotta, dice “non vivrò a lungo”».
Ma, giorno dopo giorno, la condizione di Gage riporta dei progressi lievi quanto inaspettati: i dolori pian piano spariscono, riesce a dormire di notte, si alza dal letto.
Il 24 Novembre, non ha più febbri alte. Comincia a fare passeggiate. Nel giro di due mesi e per lo stupore della madre, della sorella, degli amici, Gage si è perfettamente ripreso. Harlow annota: «Io l’ho medicato, Dio l’ha guarito». Ma le peripezie di Gage sono solo iniziate.
Gage diventata iroso e inaffidabile: gli effetti dell'incidente sulla sua personalità
Dal punto di vista fisico, Gage è un fiore. Ha riacquisito pienamente la sua forza fisica, non presenta alcun problema di tipo motorio e neppure nella formulazione del linguaggio. Eppure… C’è qualcosa che non quadra. Gage è diventato un’altra persona.
Prima era così giudizioso, ligio al dovere e rispettoso che è impossibile non notare il cambiamento: il nuovo Gage si lascia andare a frequenti scatti d’ira, ha un atteggiamento irriguardoso nei confronti degli altri, non ha freni inibitori e si lascia andare a imprecazioni e ingiurie. I suoi piani per il futuro cambiano in continuazione, così come i lavori che intraprende. Lui che era così serio e pacato!
Inizialmente, Harlow ipotizza che questo comportamento sia indotto dal trauma vissuto. Ma gli atteggiamenti inconsulti del paziente, lo mettono in allarme. Harlow scrive: «La sua salute fisica è buona e mi sento di dire che sia guarito». Tuttavia è «un bambino nelle sue capacità intellettuali, con le passioni animali di un uomo adulto».
Dovete pensare che per il dibattito scientifico di metà Ottocento, era impensabile che il cervello fosse responsabile del comportamento e dei sentimenti. Si pensava che questo organo fosse deputato solo alle funzioni razionali: il linguaggio, il movimento, la memoria. Tutte facoltà che erano rimaste inalterate in Gage!
La nuova vita di Gage, tra peregrinazioni fino alla morte
Gran parte delle informazioni sull’incredibile stato di salute di Gage negli anni seguenti, e quindi sulla sua biografia, le abbiamo grazie alla caparbietà di Harlow, che seguirà il suo paziente per tutta la vita, riportando poi la vicenda nel trattato pubblicato sulla rivista del Massachusetts Medical Society nel 1869, vent’anni dopo l’incidente.
Gage approda prima a Boston e poi a New York, dove si unisce al gruppo del Barnum’s museum, ovvero una sorta di circo di quelli che andavano in voga allora, dove vengono esposte persone con varie malformazioni fisiche o dall’aspetto insolito, come fenomeni da baraccone. E Gage è rigorosamente accompagnato dalla sua barra di ferro.
Poi si trasferisce in Cile, dove lavora come guidatore delle diligenze per viaggi di lunga distanza. La condizione mentale di Gage sembra essere più stabile rispetto a quella descritta da Harlow negli anni subito dopo l’incidente. Ma per alcuni anni, il dottor Harlow perde le tracce del suo paziente.
Apprende in seguito che Gage ha fatto in ritorno negli Stati Uniti, in California dove si erano trasferite la madre e la sorella. Ma nel febbraio 1861, durante una cena, ha delle convulsioni, che si fanno sempre più frequenti nelle settimane successive.
Finché il 21 maggio 1861, all’età di 37 anni, Gage muore. Sono passati 12 anni, 6 mesi e 8 giorni dal terribile incidente. Si fa seppellire insieme alla sua asta di ferro.
Epilogo: il cranio e la barra di ferro riesumate dalla tomba
Dobbiamo pensare che la storia sia finita qui? Beh, no. Rimangono delle domande cui dare risposta: come ha fatto a sopravvivere Gage? E a cosa era dovuto questo cambiamento di comportamento?
Harlow aveva probabilmente capito che quel caso così incredibile, richiedeva ancora delle spiegazioni scientifiche, a cui probabilmente solo la ricerca futura avrebbe dato risposta.
Possiamo solo immaginare lo stupore della sorella di Gage quando, a qualche anno di distanza dalla morte del fratello, si sentì recapitare una telefonata dal medico Harlow che le chiedeva l’inaudito: riesumare la tomba del fratello, estrarre il cranio e l’asta. E così accadde.
Fu solo negli anni Novanta, grazie alle moderne tecniche di risonanza magnetica, si riuscì a ricostruire le immagini tridimensionali del cervello di Gage.
L’asta di ferro avrebbe miracolosamente evitato parti del cervello che controllano gli organi vitali, la memoria, il linguaggio.
Ma avrebbe spappolato una parte della corteccia prefrontale ventromediana. Proprio quest’area è collegata ad alcune attività di ragionamento, di capacità decisionale ed emozionale.
Grazie anche alla caparbietà di Harlow, si sono fatti importanti passi avanti sullo studio del cervello e in particolare sullo stretto stretto legame tra aree cerebrali e processi di ragionamento, decisione ed emozione, tra corpo e mente. L’asta e il cervello di Gage sono tuttora esposte al museo della Harvard Medical School.