
Affluente del fiume Congo, il Ruki è uno tra i fiumi con le acque più scure del mondo e si trova nella Repubblica Democratica del Congo, in Africa. Alcuni ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (ETH) lo stanno studiando per comprendere meglio le dinamiche del ciclo del carbonio nel bacino del fiume Congo, in cui si immette il Ruki. Secondo questi scienziati, il fiume Ruki è così scuro da non riuscire più a vedere la propria mano se immersa in acqua. Ma da cosa dipende questa colorazione?
Le acque del Ruki sono nere perché al loro interno è presente una grande quantità di materia organica. Queste sostanze ricche in carbonio non sono altro che materiale vegetale in decomposizione portato nel fiume sia dalle piene che dalla pioggia. In altre parole, come dichiarato dal dottor Travis W. Drake del politecnico svizzero, «il Ruki è essenzialmente tè di giungla». Stando alle prime analisi, queste acque contengono 1,5 volte la materia organica presente nel Rio Negro, in Amazzonia, e circa 4 volte quella presente nel fiume Congo, fiume nel quale si immette il Ruki.
Un aspetto interessante è che questo corso d'acqua non è mai stato studiato prima d'ora, nonostante sia largo fino a 1 km e il suo bacino idrografico copra un'area grande 4 volte la Svizzera. Le uniche misurazioni svolte risalgono al 1930 e si limitavano ad analizzare il livello del corso d'acqua nel corso dei mesi, ma nulla venne fatto – ad esempio – per quantificare la quantità di materia organica presente al suo interno o per capire quale fosse la sua provenienza.
