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31 Luglio 2023
12:16

Cosa fanno Russia e gruppo Wagner in Africa? Tra vertice Russia-Africa e golpe in Niger

La Russia, anche attraverso il gruppo Wagner, ha avviato da anni la penetrazione dell'Africa offrendo principalmente supporto militare ed economico. Ma cosa prende in cambio dagli Stati del continente?

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Cosa fanno Russia e gruppo Wagner in Africa? Tra vertice Russia-Africa e golpe in Niger
wagner russia in africa

Mercoledì 26 luglio 2023 in Niger si è verificato un colpo di Stato militare che ha destituito il presidente Bazoum e ha portato all'insediamento del generale Tchiani. Nel Paese sono quindi seguite manifestazioni contro l'ambasciata francese, al grido di "Viva Putin". Contemporaneamente la comunità internazionale, Russia compresa, ha condannato l'attacco. Il leader del gruppo Wagner, Evgenij Prigozhin, invece, ha manifestato il suo entusiasmo nei confronti del colpo di Stato, a poche settimane dal suo stesso tentativo di destabilizzare i rapporti interni alla Russia.

Più o meno negli stessi giorni, tra il 27 e il 28 luglio è andata in scena la seconda edizione del summit Russia-Africa, a quattro anni di distanza dalla prima edizione del 2019. La partecipazione dei Paesi africani è stata inferiore alla prima edizione (17 capi di Stato e 10 primi ministri rispetto ai 43 capi di Stato del 2019), ma sono numerose le politiche e i progetti comuni messi in campo, anche conseguenti al mancato rinnovo dell'accordo sul grano tra Russia e Ucraina.

Capiamo com'è andato il summit e, più in generale, come si sta muovendo la Russia in Africa, sia per vie ufficiali, sia per vie traverse, proprio attraverso il gruppo Wagner di Prigozhin.

Il Summit Russia-Africa 2023 e la promessa del grano di Putin

Il 27 e 28 luglio 2023 si è tenuto a San Pietroburgo il summit Russia-Africa, a quattro anni dalla prima edizione del 2019. All'incontro, insieme al presidente russo Vladimir Putin, hanno preso parte 17 capi di Stato africani e 10 primi ministri, contro i 43 capi di Stato del 2019. Come ha dichiarato lo stesso Putin, è possibile che le pressioni occidentali affinché in molti non partecipassero abbiano avuto la loro importanza. Nel corso del vertice, Mosca ha annunciato che fornirà gratuitamente tra le 25mila e le 50mila tonnellate di grano nei prossimi quattro mesi ai Paesi più in difficoltà del continente ovvero Burkina Faso, Eritrea, Zimbabwe e Somalia, oltre a stanziare più di 90 milioni di dollari per i Paesi africani.

summit russia africa

Sono stati inoltre annunciati accordi di cooperazione tecnico-militare con una quarantina di Paesi africani, l'apertura di nuove missioni diplomatiche e la consegna di armamenti a titolo gratuito. È evidente che l'Africa, nella strategia geopolitica russa, rappresenti da una parte il tentativo di non restare isolata diplomaticamente, dall'altra quello di guadagnare vantaggi strategici e materie prime (ad esempio concessioni sulle risorse locali) in cambio di derrate alimentari, armi e aiuti economici. Basti pensare ad esempio che già da tempo il Sudan ha concesso alla Russia il monopolio dell’estrazione dell’oro.

Wagner: la mano informale di Mosca

Il summit rilancia il grande tema della presenza russa in Africa, sia quella formale rappresentata appunto dai rappresentanti ufficiali del Cremlino, sia quella "informale", rappresentata dal gruppo Wagner, che teoricamente dovrebbe essere una compagnia militare indipendente e privata, ma praticamente si è sempre mossa come un'appendice non ufficiale di Mosca, con più libertà di manovra rispetto all'esercito regolare, ma profondamente legata al ministero della Difesa.

Parlando dell'area MENA (Nord Africa e Medio Oriente), il gruppo di mercenari russi ha avuto un ruolo di rilievo nei teatri di guerra civile di Libia e in Siria.  Nella prima il gruppo Wagner ha sostenuto militarmente il fronte del Generale Khalifa Haftar, mentre in Siria si è schierato con l’esercito regolare legato al presidente Bashar al Assad, aiutandolo nella preservazione del potere e del controllo territoriale.

guerra libia wagner haftar

Nel corso degli anni, la presenza di Wagner si è estesa in numerosi Paesi a sud del Sahel, supportando i governi locali autoritari, spesso insidiatisi tramite colpi di Stato militari. A partire dal 2018 la penetrazione della compagnia militare russa è stata particolarmente evidente in Mauritania, Mali e Burkina e Faso, così come in Ciad, Niger e Nigeria. Il ruolo principale è quello di fungere da forze di difesa assoldate dai governi locali per contrastare le attività jihadiste e proteggerli contro altre minacce che puntino ad abbattere il proprio potere.

In Mali, ad esempio, dal 2021 l’azione di contrasto al jihadismo si è molto intensificata soprattutto per l’offensiva delle forze armate del Mali, sostenute dalle milizie russe, che hanno più volte ricevuto la condanna della Francia e dai suoi alleati occidentali. A metà dello stesso 2021, una dichiarazione congiunta di 16 Stati – tra cui Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Norvegia, Svezia e Canada – ha accusato le autorità del Mali di aver assoldato il gruppo Wagner, deplorando lo stazionamento di “truppe mercenarie” nel Paese africano.

Ciò che veniva condannata era in particolare la decisione del governo locale di utilizzare gli scarsi fondi pubblici per ingaggiare truppe mercenarie. Nella dichiarazione i 16 firmatari affermavano di essere a conoscenza del fatto che la Russia stava fornendo “supporto materiale” con l’invio del Gruppo Wagner in Mali e chiedevano a Mosca di “tornare ad un comportamento responsabile e costruttivo nella regione”.

mali russia

Gli effetti in Africa dell'azione di Wagner

Il gruppo Wagner fornisce perlopiù servizi di difesa e combattimento, riuscendo a guadagnarsi la reputazione di abile stratega per l’efficacia delle proprie tattiche, non solo militari ma anche mediatiche. I combattenti della Wagner forniscono anche servizi di addestramento militare sul campo alle truppe dei Paesi africani citati. Questi ultimi si sono quindi visti garantire armi, mercenari e protezione. Un rapporto che diviene essenziale dal momento che numerosi governi autoritari sono destinatari di sanzioni da parte della comunità internazionale, che li rendono più isolati e in costante bisogno di supporto economico e militare.

L'effetto della presenza della compagnia di mercenari, però, è quello di rafforzare i governi che li hanno assoldati con la violenza militare piuttosto che con processi di democratizzazione, favorendo inoltre il depauperamento delle risorse e l'incremento della corruzione piuttosto che la crescita delle imprese locali; tutto ciò complica nel complesso gli sforzi degli attori impegnati nei tentativi di pacificazione e stabilizzazione.

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