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22 Giugno 2025
15:00

Incidenti stradali in Italia: cosa dicono le statistiche

Incidenti stradali: meno vittime, ma ancora troppi giovani e anziani muoiono. L'Italia può raggiungere il target UE 2030? Analizziamo i dati Istat per capirci di più.

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Incidenti stradali in Italia: cosa dicono le statistiche
incidente stradale

Gli incidenti stradali raccontano una tragedia evitabile fatta di distrazione, alta velocità e scarsa consapevolezza. Ma i numeri ci offrono anche uno spiraglio di ottimismo: in Italia, morti e feriti da incidente sono in calo da oltre un decennio. Chi sono le vittime più frequenti? Quali sono le età più fragili? E come siamo messi rispetto al resto d’Europa? Secondo i dati ISTAT gli incidenti registrati nel 2023 sono stati 166.525 e le vittime più di tremila. Numeri altissimi, ma che così in valore assoluto non ci danno la perfetta sensazione di quello che è il fenomeno degli incidenti stradali in Italia. Proviamo a indagare questi numeri più a fondo.

Uno spiraglio di ottimismo: i numeri di morti e feriti in calo, ma brutte notizie per gli uomini

Nella grafico qui sotto abbiamo riportato il numero di feriti (a sinistra) e di decessi (a destra) dovuti a incidenti stradali dal 2010 al 2023, divisi tra i due sessi e del ruolo nell’incidente: conducente, passeggero e pedone. I feriti nel tempo sono costantemente circa dieci volte più elevati dei decessi. La notizia migliore è il trend in calo sia per quanto riguarda i feriti che i decessi: rispetto al 2010 i decessi sono calati del 25% e più che dimezzati rispetto al 2001.

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Numero di feriti e decessi per incidenti stradali in Italia, dal 2010 al 2023, distinti per sesso e ruolo nell’incidente (conducente, passeggero, pedone). Fonte: elaborazione su dati ISTAT.

Oltre all’andamento temporale, il grafico consente di cogliere anche le differenze di genere: le aree con bande diagonali rappresentano la popolazione femminile, mentre quelle completamente colorate si riferiscono agli uomini. Soffermiamoci innanzitutto sulle aree viola, che indicano i decessi e i feriti tra i pedoni. Le differenze attese tra uomini e donne sono contenute: i pedoni sono perlopiù vittime vulnerabili della strada, raramente responsabili dell’incidente. Tuttavia, tra i decessi si osserva una maggiore incidenza maschile, probabilmente legata a una più elevata propensione al rischio o a comportamenti più spericolati durante gli spostamenti a piedi.

Tra i passeggeri, invece, le donne risultano nettamente più numerose: una dinamica coerente con il fatto che, nelle coppie, è spesso l’uomo a mettersi alla guida, e la donna a ricoprire il ruolo di passeggera. Al contrario, tra i conducenti coinvolti, la stragrande maggioranza è composta da uomini, in particolare tra i decessi, dove le donne rappresentano solo una piccola percentuale: un dato che conferma la maggiore esposizione al rischio assunta dagli uomini alla guida.

I più a rischio incidente sono giovanissimi e anziani

Tra i giovani tra i 15 e i 35 anni, i decessi in seguito ad incidenti stradali hanno rappresentato nel 2023 un terzo (32%) di tutti i decessi. La percentuale chiaramente si abbassa al crescere dell’età ed al sopraggiungere della competizione di altre cause di morte. Ciò che non si abbassa però è il tasso di mortalità, ovvero il rapporto tra decessi e popolazione in ogni fascia d’età. Nel grafico sottostante, preso dal Report sugli Incidenti Stradali 2023, è riportato il tasso di mortalità calcolato per fasce d’età nel 2023:

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Tasso di mortalità per incidenti stradali in Italia nel 2023, per fascia d’età. La linea rossa rappresenta il valore medio nazionale.
Fonte: ISTAT, Rapporto sugli incidenti stradali 2023. Crediti immagine: ISTAT.

La distribuzione per età delle vittime ha due picchi distinti, corrispondenti alle età in cui si muore proporzionalmente di più sulle strade: un picco è tra i 20 e i 24 anni, e un altro — ancora più marcato — tra i 75 e gli 85 anni. L’alta incidenza nei più giovani è probabilmente legata all’inesperienza, mentre tra gli anziani può essere spiegata da un naturale rallentamento dei riflessi e da una maggiore fragilità.

Il confronto con l'Europa, le morti evitabili e l'obiettivo del 2030

Nel 2010, l’Italia registrava circa 70 vittime per milione di abitanti, un dato perfettamente in linea con la media dell’Unione Europea. Dopo oltre un decennio, i numeri sono migliorati in tutta Europa, ma con andamenti disomogenei: nel 2023 l’Italia ha ridotto questo indicatore a 51.5 vittime per milione di abitanti e posizionandosi peggio della media europea (che è scesa a 45.5).

Questi numeri sono più di semplici statistiche: rappresentano vite spezzate e famiglie segnate da lutti evitabili. Per questo l’Unione Europea ha fissato un obiettivo ambizioso ma necessario: dimezzare il numero delle vittime della strada entro il 2030, rispetto ai livelli del 2020. Si tratta del “Target 2030”, che rientra nella più ampia strategia di sicurezza stradale dell’UE orientata alla "Vision Zero", ovvero l'azzeramento delle vittime nel lungo periodo.

Per l’Italia raggiungere questo traguardo significa scendere sotto le 1.500 vittime annue entro il 2030. Un obiettivo alla portata, ma che richiede uno sforzo congiunto: infrastrutture più sicure, tecnologie all'avanguardia, ma soprattutto un cambiamento culturale. Perché ogni vittima della strada non è solo un numero, ma una morte evitabile.

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