Dobbiamo ufficialmente dire addio a Internet Explorer, il browser web grafico lanciato nel 1995 da Microsoft e disabilitato su alcune versioni di Windows 10 dopo 27 anni di servizio – come annunciato dalla stessa Microsoft il 14 febbraio 2023.
Nei prossimi mesi assisteremo alla rimozione anche delle referenze grafiche quindi verranno rimossi, con l'aggiornamento di Windows che è programmato per giugno 2023, l'iconda di IE dal menu start e all'interno della taskbar.
Il successore di Internet Explorer in casa Microsoft è il browser Edge, che gode di un discreto market share grazie all'integrazione con il sistema operativo.
Negli ultimi giorni Microsoft ha annunciato la nuova integrazione, anche con Edge, dell'intelligenza artificiale con il motore di ricerca Bing, promettendo funzionalità simili a quelle proposte da ChatGPT integrate alla navigazione web.
Un browser che ha fatto storia
Lanciato nel 1995 con il pacchetto di add-on Microsoft Plus per il sistema operativo Windows 95, il famoso web browser si è distino nei tardi anni '90 prevalendo sul principale competitor del tempo: il browser Netscape, in quella che viene definita la prima "guerra dei browsers".
Internet Explorer conobbe il suo periodo di massima diffusione agli inizi del 2004 divenendo il browser utilizzato da circa il 94% degli utenti, diventando, di fatto, l'unico browser web utilizzato.
Internet Explorer deve il suo successo in parte alla semplicità di reperibilità e utilizzo, trovandosi pre-installato con il sistema operativo, ed in parte dalla mancanza di alternative affidabili: infatti erano gli anni in cui altri browser come Mozilla Firefox o Google Chrome muovevano i primi passi.
2001: Il "Caso Microsoft", l'antitrust dichiara colpevole Microsoft
Nel maggio '98 il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America (DOJ), l'equivalente statunitense del nostro Ministero di Giustizia, e 19 Stati degli USA accusarono Microsoft di concorrenza sleale sostenendo che l'azienda di Redmond operava favorendo il monopolio del proprio sistema operativo e del browser web Internet Explorer pre-installato favorendo l'esclusione della concorrenza dei software di terze parti. Presiede il processo il giudice Thomas Jackson, l'accusa chiede la separazione di Internet Explorer dal sistema operativo Windows così da favorire una maggiore concorrenza.
Il 7 giugno del 2000, la Corte dichiara colpevole in primo grado Microsoft ordinando lo scorporo dell'azienda in due diverse società così da eliminare la posizione di monopolio. Pochi giorni dopo, il 13 giugno, l'allora CEO di Microsoft, Bill Gates, presenta ricorso in appello contro la decisione del giudice Jackson e la Corte d'Appello statunitense (Appellate Court) accetta di rinviare lo scorporo dell'azienda.
Nel settembre 2000 si arriva al terzo ed ultimo grado di giudizio: la Corte Suprema statunitense (Supreme Court), chiede una revisione alla Corte d'Appello per confermare la condanna, che viene respinta.
Il 13 ottobre 2001, il giudice distrettuale Colleen Kollar-Kotelly, nomina l'avvocato Eric D. Green, docente alla Boston University, mediatore tra le parti, Microsoft ed il DOJ raggiungeranno un'intesa nel novembre dello stesso anno.
L'accordo prevedeva la condivisione delle API (Application Programming Interface) Microsoft con società di terze parti oltre alla nomina di tre persone con diritto di pieno accesso, per cinque anni, ai sistemi, ai record ed al codice sorgente di Microsoft, infine, veniva proibito all'azienda di raggiungere accordi che prevedessero il supporto e lo sviluppo esclusivo di alcuni software Microsoft.
I browser più utilizzati oggi
I dati di fine 2022 ci mostrano come, ad oggi, il mercato dei browser web sia dominato da Google Chrome, utilizzato da oltre il 65% degli utenti.
A seguire Chrome c'è Safari, browser predefinito sui dispositivi iOS e MacOS prodotti da Apple che raggiunge quasi il 20% di market share mentre il successore di Internet Explorer, Edge, deve accontentarsi di un modesto 4%.