
A meno di un mese dal violentissimo sisma di magnitudo 8.8 in Kamchatka, la penisola all'estremità orientale della Russia è stata colpita oggi da un altro violento sisma di magnitudo 6.0 (dati UGSG) alle ore 15:49 (ora locale, in Italia 3:49) con epicentro poco al largo della costa. La scossa ha fatto registrare un ipocentro a circa 53,4 km di profondità e, al momento, non sono stati segnalati particolari danni a cose o persone. Non risultano al momento emesse allerte tsunami.
In realtà i valori di magnitudo e profondità variano leggermente a seconda dell'ente che ha fornito i dati: l'INGV, per esempio, riporta una magnitudo di 6.1 per una profondità di 30 km. Questa differenza verrà appianata nelle prossime ore quando verranno svolte analisi più precise e dettagliate dei dati a disposizione. Ad ogni modo, si tratta di un evento sismico che non arriva del tutto inaspettato, visto che meno di un mese fa – per la precisione il 30 luglio – la stessa zona è stata colpita da un violentissimo sisma di magnitudo 8.8, uno tra i più forti mai registrati nella storia.
Ma dal punto di vista geologico quali sono le cause di questa scossa?
La prima cosa da tenere a mente è che in quest'area si verifica la subduzione della placca Pacifica al di sotto della microplacca di Okhorsk, a sua volta parte della placca Nordamericana. Questo scorrimento può dar vita a complessi sistemi di faglie che, nel corso del tempo, accumulano grandi quantità di energia: quando questa viene liberata si possono generare terremoti di intensità anche molto elevate. Nel caso odierno la magnitudo non eccessivamente elevata e una profondità relativamente alta hanno permesso alla maggior parte dell'energia di disperdersi prima di arrivare in superficie, limitando la quantità di danni.