;)
Il terremoto di magnitudo 8.8 che ha colpito la penisola della Kamchatcka, in Russia, alle 11:24 locali (01:24 in Italia) del 29 luglio 2025 è soltanto il più recente di una serie di fortissimi terremoti che hanno interessato l’area nell’ultimo secolo. Questo a causa della geologia del territorio, che rende la penisola una delle zone più attive del pianeta dal punto di vista tettonico. La Kamchatcka si trova nella zona di subduzione delle Curili-Kamchatka, dove la placca del Pacifico si immerge sotto la microplacca di Okhotsk, che fa parte della placca nordamericana. Lungo questa zona, che appartiene alla cosiddetta Cintura di Fuoco del Pacifico, si trova una faglia che periodicamente innesca terremoti molto forti, come quello di magnitudo 9.0 avvenuto nel 1952 sempre nella Kamchatcka. A rendere particolarmente elevate la magnitudo e la frequenza dei sismi in questa zona di subduzione sono l’ampia superficie di contatto tra le placche e l’elevata velocità con cui queste si muovono.
Perché è una zona ad alto rischio sismico: il contesto geologico
La penisola della Kamchatcka si trova lungo l’arco delle Curili-Kamchatka, un arcipelago di isole vulcaniche la cui formazione è legata allo sprofondamento (subduzione) della placca del Pacifico, costituita da litosfera oceanica, sotto la microplacca di Okhorsk, costituita da litosfera continentale e appartenente alla placca nordamericana. La placca del Pacifico si muove verso nord-ovest a una velocità variabile tra i 76 e i 90 mm/anno. Sprofondando sotto la placca di Okhorsk, forma la fossa oceanica delle Curili-Kamchatka, profonda fino a 10.500 m, e si riscalda e fonde generando una risalita di magma sul fondale che nel tempo origina isole vulcaniche. Lungo il margine tra le due placche, all’interfaccia tra una e l’altra, si trova una faglia inversa che periodicamente innesca violenti terremoti (queste faglie lungo la superficie di contatto tra le placche prendono il nome di “megathrust”). Nel tempo infatti, il continuo movimento delle placche sottopone a enormi sforzi le rocce presenti lungo il loro confine, per cui queste si deformano finché gli sforzi superano il limite di rottura delle rocce. Quando ciò avviene si verificano sismi anche di grande entità dal momento che l’area di contatto tra le placche è molto ampia. Nel caso del terremoto del 29 luglio, la superficie di rottura lungo la faglia potrebbe estendersi fino a 400 km. Inoltre, nell’area i terremoti sono molto più frequenti che altrove a causa della velocità relativamente alta con cui le placche convergono.

I terremoti più forti in Kamchatcka nella storia
Nell’ultimo secolo lungo la fossa oceanica delle Curili-Kamchatka si sono verificati, oltre al terremoto del 29 luglio, altri 12 eventi sismici di magnitudo superiore a 7.5. I principali tra questi terremoti sono avvenuti, dal meno al più recente, nel:
- 1952: Un sisma di magnitudo stimata 9.0 colpì Severo-Kurilsk, generando uno tsunami con onde alte diversi metri e causando oltre 2.300 morti;
- 2006: Un terremoto di magnitudo 7.7 colpì la costa orientale della Kamchatka, provocando danni moderati;
- 2020: Un sisma di magnitudo 7.5 generò un'allerta tsunami estesa, ma con danni contenuti;
- 2025: Il recente evento da 8.8 ha riattivato la paura del passato, con onde di tsunami e allerta in tutto il Pacifico.
Come anticipato, molti di questi sono stati accompagnati da uno tsunami, come si è verificato per il sisma del 29 luglio. L’epicentro del terremoto più forte, quello di magnitudo 9 del 1952, era situato a circa 40 km a sud-est del sisma dei giorni scorsi. Nel caso di questo evento la superficie di rottura lungo i margini tra le placche raggiungeva i 600 km. Il sisma fu seguito da uno tsunami che attraversò tutto il Pacifico raggiungendo anche i 10 m di altezza presso le coste della Kamchatka e provocando migliaia di vittime. L’evento sismico del 1952, insieme a quello del 29 luglio, è stato uno dei dieci più forti mai registrati sul pianeta in epoca strumentale. I terremoti della penisola si distinguono, oltre che per magnitudo, anche per frequenza: solo dal 1990 a oggi si sono verificati oltre 700 terremoti di magnitudo superiore a 5.
