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28 Dicembre 2025
16:30

La raccolta differenziata dei rifiuti in Italia da nord a sud: la classifica delle regioni migliori

La raccolta differenziata ha raggiunto il 66,6% dei rifiuti prodotti dagli italiani, in aumento soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. La città più virtuosa è Bologna, mentre la regione è il Veneto. Differenziamo soprattutto organico e imballaggi, dove l'Italia raggiunge livelli di eccellenza europea.

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La raccolta differenziata dei rifiuti in Italia da nord a sud: la classifica delle regioni migliori
raccolta differenziata

I numeri dell’ultimo rapporto ISPRA ci dicono che in Italia la raccolta differenziata ha superato (66,6%) per il secondo anno consecutivo il target del 65% fissato dalle normative nazionali ed europee: i due terzi dei rifiuti urbani prodotti dagli italiani sono stati differenziati, pari a oltre 19,5 milioni di tonnellate in un solo anno. Secondo i dati del 2023, al Sud c'è la provincia dove si differenzia meno, Palermo, mentre Bologna è al primo posto tra le grandi città.

La classifica delle regioni che fanno meglio la raccolta differenziata

Nel 2023, la raccolta differenziata ha raggiunto il 66,6% dei rifiuti prodotti dagli italiani, con una crescita di 1,4 punti rispetto all’anno precedente. In pratica, solo un sacchetto dei rifiuti su tre finisce ancora nel bidone dell’indifferenziato.

C’è però una forte differenza territoriale: solo 68 province superano il target del 65% fissato dalla normativa del 2012, di cui ben 40 sono nel Nord, e solo 13 nel Centro e 15 nel Sud. Il Nord, infatti, è la zona più virtuosa: più di 7 rifiuti su 10 (73%) vengono differenziati. In testa c’è il Veneto (che supera il 77%), e soprattutto la provincia di Treviso (quasi al 90%). Ma tutte le regioni settentrionali superano il target, con la sola eccezione della Liguria (58%).

Nel Centro e nel Mezzogiorno, invece, la quota di raccolta differenziata si ferma rispettivamente  al 62% e 59%. Il Lazio e tutte le regioni del Mezzogiorno, tranne la Sardegna, non centrano il target. La provincia italiana dove si differenzia meno è Palermo, con solo il 37%: poco più di un sacchetto su tre.

Anche se il divario geografico resta grande, si sta lentamente riducendo grazie ai progressi del Sud. Infatti, tra il 2019 ed il 2023 sono state proprio le regioni del Mezzogiorno ad aver registrato le maggiori crescite nella raccolta differenziata.

I dati ci dicono anche che tra le grandi città (oltre 200.000 abitanti) spicca Bologna, che nel 2023 ha superato il 73%, diventando la prima grande città italiana a oltrepassare stabilmente l’obiettivo del 65 %.

Ma cosa finisce nei bidoni per la raccolta differenziata? Secondo la normativa, i tipi di rifiuti che possono essere differenziati sono:

  • organico (umido e verde)
  • imballaggi (plastica, carta, cartone, vetro, metallo e legno)
  • ingombranti avviati a recupero
  • parte dei rifiuti da costruzione e demolizione
  • rifiuti della pulizia stradale avviati a recupero
  • rifiuti tessili
  • raccolte selettive (farmaci, batterie, vernici, inchiostri, oli vegetali e oli minerali, ecc.)
  • rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)
  • altre frazioni raccolte separatamente e avviate al recupero

In Italia, oltre un terzo della raccolta differenziata è costituita dall’organico, composto soprattutto dagli scarti di cucine e mense, ma anche dalla manutenzione di aree verdi, giardini e parchi. Seguono gli imballaggi di carta e cartone, vetro e plastica.

Un settore in crescita è quello del riciclo dei rifiuti tessili: dal 1° gennaio 2022 in Italia ne è infatti obbligatoria la raccolta separata, anticipando le direttive europee. Tuttavia, gli impianti di riciclaggio dedicati al tessile non sono ancora abbastanza per riuscire a rispettare pienamente tale obbligo.

Il confronto tra Italia ed Europa

Rispetto all’Europa, per quanto riguarda la raccolta differenziata l’Italia è messa bene in diversi campi. Nel 2022, nell’Unione Europea i rifiuti urbani sono stati gestiti così:

  • 31% avviato a riciclaggio delle frazioni secche
  • 26% recupero energetico o incenerimento
  • 19% compostaggio e digestione aerobica/anaerobica
  • 24% smaltito in discarica.

L’Italia è sopra la media UE nel riciclo delle frazioni secche (32%) e nel compostaggio e digestione anaerobica/aerobica (26%). E’ invece sotto la media per il recupero energetico e incenerimento (22%) e lo smaltimento in discarica o altre operazioni (20%).

L’Europa è poi invasa da imballaggi: quasi 80 milioni di tonnellate l’anno, pari a pari a 177,8 kg pro capite: il 40% è carta e cartone, il 20% plastica, il 19% vetro, il 16% legno, il 5% metallo. Di questi, solo una parte è riciclata. Ad esempio, nel 2023 sono stati generati in media 35,3 kg di rifiuti di imballaggi in plastica per ogni persona residente nell'UE. Di questi, solo 14,8 kg sono stati riciclati. Nel riciclaggio della plastica, l’Italia si ferma a metà classifica, poco al di sotto del 50% ma comunque oltre la media UE.

Complessivamente, il riciclo dei rifiuti di imballaggio in Italia è però a livelli di eccellenza europea: nel 2023 con il 75,3%, ha già superato l’obiettivo UE del 70% entro il 2030.

Anche nel riciclo dei rifiuti speciali l’Italia è leader europeo con una percentuale del 72% di quelli prodotti nel 2022.

Insomma, quando si parla di raccolta differenziata, l’Italia è piuttosto ben posizionata in Europa. E ogni nostro gesto quotidiano nel differenziare correttamente contribuisce a mantenere questo vantaggio.

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