
L’anello del pescatore è una delle insegne del papa: viene indossato (all'anulare della mano destra) in alcune occasioni liturgiche, e in genere è fatto di oro o di argento dorato. Oggi ha un valore solo simbolico (rappresenta il potere pontificio), ma in passato era usato come sigillo per autenticare i documenti. L’anello è diverso da papa a papa e spesso in passato raffigurava Pietro nell’atto di pescare: per questo è detto “del pescatore”. Tuttavia, questa iconografia non è obbligatoria e gli ultimi pontefici hanno preferito usare simboli diversi.
Per molti secoli, fino al 1996, è stato in vigore il rito della frantumazione, in cui l'anello veniva spezzato, alla morte del papa, dal cardinale camerlengo con un apposito martelletto.
Cos’è l’anello del pescatore e che significato ha
L’anello del pescatore, chiamato anche anello papale o anello piscatorio (dal latino anulus piscatoris) è uno dei simboli del papa più noti e rappresenta il potere pontificio. Non sono note con certezza le sue origini: la prima attestazione risale al pontificato di Clemente IV, che nell’anno 1265, poco dopo l’elezione, menzionò l’anello in una lettera al nipote Pietro Grossi. Risale al Trecento, invece, la prima attestazione dell’iconografia di Pietro nell’atto di gettare le reti. In passato era usato come sigillo, cioè era una sorta di timbro che il pontefice utilizzava, dopo averlo intinto nella ceralacca bollente, per autenticare gli atti privati e alcuni altri documenti. Erano esclusi gli atti pubblici, che si sigillavano con il piombo fuso. L’uso dell’anello come sigillo è terminato nell’Ottocento, ma il gioiello è rimasto in uso con funzioni simboliche.

Perché è detto “del pescatore”
L’anello è diverso per ogni pontefice. Molti anelli raffiguravano San Pietro, considerato il primo papa della storia, nell’atto di gettare la rete da una barca. Tale iconografia si spiega attraverso un episodio narrato nei Vangeli: l’incontro di Gesù con Pietro, un pescatore il cui vero nome era Simone. Secondo il racconto evangelico, Gesù invitò il pescatore, insieme ai suoi compagni, a unirsi a lui nella predicazione della buona novella. Si legge nel Vangelo di Luca:
Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Da questo episodio deriva l’iconografia e, per estensione, il nome dell’anello papale.

Tuttavia, non sempre i papi hanno scelto questo disegno per il loro anello: ad esempio molti anelli raffiguravano Pietro senza le reti e senza altri riferimenti alla pesca, o altri simboli cristiani. Sul bordo, però, l’anello reca sempre il nome del papa.
Perché l'anello del pescatore veniva rotto quando moriva un papa
Per molti secoli è stata in uso la tradizione secondo la quale, alla morte del papa, l’anello del pescatore veniva distrutto. L’usanza serviva per evitare che qualcuno potesse appropriarsi dell’anello e siglare documenti in nome del pontefice. Il cardinale camerlengo (che è incaricato di “reggere” la Santa Sede tra la morte di un papa e la nomina del successore) aveva il compito di distruggere l’anello con un martelletto. Tale consuetudine è stata eliminata dopo l’emanazione nel 1996 della Costituzione apostolica Universi dominici gregis da parte di Giovanni Paolo II. Oggi l’anello è solo “biffato”, cioè si rigano i disegni per “annullarlo”. Alcuni papi lo hanno invece donato. Per esempio, nel 2004 Giovanni Paolo II donò simbolicamente il suo a San Giuseppe e in seguito il gioiello è stato inserito in un quadro del santo conservato in un monastero di Wadowice, in Polonia.
L’anello del pescatore oggi
Ogni pontefice può scegliere l’anello che preferisce, a proposito degli ultimi due, Benedetto XVI ha scelto un anello in oro, mentre Francesco ha optato per un oggetto più sobrio in argento dorato che reca l'immagine di San Pietro con le chiavi. Non tutti i papi hanno indossato regolarmente l’anello piscatorio e alcuni hanno preferito usare l’anello episcopale, assegnato ai vescovi all’atto della nomina. Francesco, per esempio, indossava l’anello piscatorio solo in alcune occasioni liturgiche, preferendo l’anello episcopale in tutti gli altri casi.
