L’8 agosto del 1991 crollava uno dei prodigi dell’ingegneria delle telecomunicazioni: la torre radio di Varsavia, l’antenna radio più alta mai costruita al mondo per trasmissioni radio con i suoi 646,38 metri di lunghezza. Scopriamo quindi qualcosa in più su questo gigante delle telecomunicazioni del Novecento.
Il progetto di Radio Varsavia
La torre radio di Varsavia fu ideata e costruita sotto la direzione dall’ingegner Jan Polak, negli anni tra il 1970 e il 1974, anno in cui divenne finalmente operativa. Il suo scopo era quello di trasmettere i programmi radio dell’emittente radio pubblica polacca, il Polskie Radio Program I, in modo che potesse essere ascoltata in tutto il Paese. E non solo: con la sua potenza di ben 2 megawatt e le imponenti dimensioni, era in grado di essere ascoltata anche in tutta Europa e nel resto del mondo.
Dati tecnici sulla torre
Per la sua costruzione, si stimano che furono necessari complessivamente tra le 420 e le 500 tonnellate di materiali e, alla fine dei lavori, l'antenna misurava poco più di 646 metri. Ma perché questa antenna era così grande? Era davvero necessario realizzare un’opera tanto imponente?
Dunque, procediamo per gradi e analizziamo le questioni tecniche legate alla realizzazione di questo “mostro” del radiantismo. Innanzitutto, le ragioni per le quali l'antenna di Varsavia vantava dimensioni imponenti, vanno ricercate nella fisica delle trasmissioni. L’emittente radio polacca, infatti, trasmetteva i suoi programmi attorno alla frequenza di 227 kHz (in seguito ridotta a 225 kHz). Concettualmente, dal punto di vista costruttivo, l’antenna di Varsavia era definita un'antenna “a mezz'onda”: la sua lunghezza, infatti, rispecchiava circa la metà della lunghezza d’onda che scaturiva dalle frequenze usate per le trasmissioni.
Uno specchio sotterraneo
Un altro importante aspetto, caratteristico del sito sul quale era costruita l’antenna, era la presenza a non molta distanza, del fiume Vistola. Questo aspetto, apparentemente secondario, era molto importante per migliorare l'efficienza delle trasmissioni: la presenza di acqua nel sottosuolo, infatti, funzionava come uno specchio naturale per le onde elettromagnetiche. Tecnicamente, l'acqua si dice costituisse un piano di massa naturale; questa particolare caratteristica rendeva, in definitiva, ancora più efficiente l'antenna.
L'ascensore
Tra le varie curiosità che caratterizzavano la nostra mega antenna, infine, era la presenza di un ascensore necessario ai tecnici per raggiungere la sommità della costruzione: effettuare le manutenzioni, infatti, non era certamente un gioco da ragazzi su una struttura tanto alta ed effettivamente, l'idea di dover raggiungere la sommità "scalando" l'antenna sarebbe stata decisamente folle, pericolosa e avrebbe richiesto tempi molto lunghi.
Ancora un'altra particolarità per meglio comprendere la portata della torre radio, era la presenza di cavi in acciaio schermato (per non interferire con le trasmissioni radio) del diametro di ben 5 cm necessari per ancorare l’antenna al suolo. Per concludere in bellezza, il tutto era circondato da altre torri più basse della torre emittente principale, disposte attorno all’antenna e usate per segnalare l’ingombro aereo ai velivoli intenti a sorvolare l'area.
Che dire, decisamente una costruzione che non passava inosservata!
Il crollo dell'antenna radio di Varsavia
Era l’8 agosto 1991 quando, probabilmente a causa di interventi manutentivi eseguiti non proprio a regola d’arte, si verificò la rottura di alcuni di quegli ancoraggi in acciaio. Il danno risultò fatale per le sorti dell'antenna che si spezzò finendo mestamente accartocciata su sé stessa: alle ore 19 circa questa imponente costruzione passò da primato dell'ingegneria delle telecomunicazioni a mero ricordo. In seguito al tragico avvenimento, complici gli elevati costi per la ricostruzione dell'antenna e le proteste dei cittadini residenti nella zona, l’antenna radio di Varsavia non fu più ricostruita.
Proprio nel corso del 2023, saranno definitivamente eliminati dal sito gli ultimi resti dell’antenna radio di Varsavia, liberando quindi la memoria da ogni traccia di quella che fu una costruzione da guinness dei primati.