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Asfalto sciolto in autostrada per via del caldo record? La notizia sta girando ovunque da ieri, ma la realtà è che non si è sciolto un bel nulla. Le alte temperature di questi giorni hanno creato disagi e code chilometriche nell'autostrada A4, dove all'altezza di Verona nello svincolo per l'A22 del Brennero in direzione Milano per qualche ora le autorità hanno dovuto chiudere per motivi di sicurezza la prima corsia e gli ingressi di Verona Sud e Verona Est. Il motivo? L'asfalto dell'autostrada si è deformato visibilmente, formando quelle classiche “depressioni” nella carreggiata lungo le traiettorie degli pneumatici che in gergo tecnico si chiamano ormaie. I media parlano di «asfalto sciolto», o «asfalto liquefatto», ma da un punto di vista chimico-fisico è sbagliato e totalmente fuorviante. L'asfalto non si deforma perché passa dallo stato solido allo stato liquido, ma perché al crescere della temperatura subisce un processo chiamato rammollimento in cui perde di consistenza e si ammorbidisce, diventando deformabile sotto sollecitazioni sufficienti.
Da un punto di vista tecnico, l'asflato è un conglomerato bituminoso, cioè un miscuglio composto da bitume (un derivato del petrolio) che funge da legante e conglomerati come ghiaia, pietrisco e sabbia. Ora, una caratteristica del bitume è che non ha un punto di fusione ben definito. Se vi chiedono a che temperatura fonde il ghiaccio, subito rispondereste «A 0 °C»: il ghiaccio fonde (è sbagliato dire “si scioglie”) a una temperatura ben precisa. Ecco, il bitume no. Quello che succede è che, con l'aumento della temperatura, diventa sempre più “morbido”, cioè meno resistente alle deformazioni. Si tratta quindi non di un fenomeno “discontinuo” ma graduale.
Tecnicamente quindi le alte temperature non “sciolgono” l'asfalto, lo rammolliscono. E più è alta, più il bitume contenuto nell'asfalto si lascia deformare se sottoposto a un peso. Ok, ma quindi quando rammollisce esattamente l'asfalto? Essendo un processo graduale, non c'è un punto ben preciso in cui il bitume diventa “morbido”. In scienza dei materiali si parla di punto di rammollimento per indicare la temperatura (ma sarebbe più corretto parlare di intervallo di temperature) in cui il materiale raggiunge una determinata soglia di deformazione in risposta a una sollecitazione standard stabilita a priori.
Nel caso del bitume, una classica prova di rammollimento consiste nello scaldare gradualmente e in modo uniforme il materiale e calcolare la media delle temperature in cui due piccole sfere di acciaio di 3,5 grammi affondano di 2,54 centimetri nel bitume.
Per bitumi comuni, tipici punti di rammollimento possono arrivare a 65 °C. Non sono temperature impossibili da raggiungere in estate, anzi: l'asfalto si scalda più rapidamente dell'aria, quindi se esposto al sole può raggiungere il punto di rammollimento con temperature dell'aria di 35 °C: sono condizioni di caldo intenso, ma comuni in Italia soprattutto durante una bolla di calore come quella sul nostro Paese in questi giorni.
Attenzione, però: questo non significa che con 35 °C automaticamente l'asfalto si deformerà per via del rammollimento. Serve infatti, oltre a un peso sufficiente, anche un tempo sufficiente di pressione.