In Australia vivono più canguri che persone – sono tra i 40 e i 50 milioni, esiste una tenuta per allevare bovini grande quanto la Lombardia, si trovano alcuni degli animali più strani e letali del Pianeta, e al centro del Paese emerge il più grande monolite del mondo: Uluru. In questo articolo e nel video presente in questa pagina vi raccontiamo l'Australia in sintesi. Ne scopriremo geografia, cultura, società ed economia, senza dimenticare alcuni aspetti storici e di attualità.
Il territorio dell'Australia
Le prime cose che saltano all’occhio guardando l’Australia su una carta geografica sono la sua grandezza e il suo isolamento rispetto agli altri continenti. L’Australia fa parte dell'Oceania, ha una superficie di 7.688.000 km2 (è grande quasi 26 volte l’Italia), è caratterizzata da una varietà incredibile di climi e paesaggi e si staccò dal super-continente Gondwana più di 45 milioni di anni fa.
Per questo motivo l’Australia è rimasta praticamente un mondo a sé per milioni di anni e così su di essa si sono evolute delle specie uniche, tra cui alcune decisamente letali. Spesso si dice che in Australia vivano gli animali più pericolosi del mondo: ma è davvero così?
Animali pericolosi
In parte è vero. Nel Paese, infatti, vivono tantissime specie letali: coccodrilli marini, grandi squali bianchi e alcune delle specie più velenose del mondo, a cominciare da ragni di tutti i tipi. Alcuni sono grandi come una mano, altri in certi periodi dell’anno, per sfuggire alle alluvioni, ricoprono piante e arbusti con delle gigantesche ragnatele dove rifugiarsi. E poi troviamo alcuni pesci incredibilmente velenosi, meduse, polpi e svariati serpenti. Un uccello particolarmente curioso è il casuario: sembra un dinosauro uscito da Jurassic Park!
Tuttavia le statistiche parlano chiaro: se viaggiate o andate a vivere in Australia, dovete guardarvi soprattutto da… Cavalli, mucche e cani. Dei 541 decessi avvenuti purtroppo nel Paese a causa degli animali, tra 2001 e 2017, 307 sono correlati a mammiferi che conosciamo molto bene e solo una quota ridotta dipende dalle specie pericolose elencate prima. Quindi, se andate in Australia, prestate un po’ di attenzione, ma senza allarmismi.
La Terra dei Canguri
D’altro canto, in Australia ci sono tante altre specie uniche che attirano i turisti. Pensiamo a creature strane come l’ornitorinco, ma soprattutto ad alcuni dei marsupiali più famosi del mondo e simboli del Paese, primi fra tutti i koala e i canguri.
Il soprannome Terra dei Canguri, in effetti, non è solo simpatico. In Australia, infatti, vivono più canguri che persone! Le persone sono quasi 26 milioni, mentre si stima che i canguri siano tra i 40 e i 50 milioni, considerando le varie specie. I canguri sono addirittura troppi e infatti stanno creando dei problemi – ad esempio distruggono i raccolti e provocano vari incidenti d’auto – ma in realtà sono le persone a vivere in Australia a essere poche.
Per uno Stato così grande, infatti, 26 milioni di abitanti non sono nulla. L’Italia, in confronto, ha più di 59 milioni di abitanti ed è 26 volte più piccola. Questo fa sì che in Australia la densità abitativa sia tra le più basse del mondo: in media ci sono circa 3 ab/km2 contro i nostri 200.
Outback e bush
In concreto, però, la popolazione non si distribuisce in modo uniforme sul territorio. L’entroterra, infatti, è in gran parte arido e semi-desertico e viene chiamato outback. Di passaggio tra outback e costa, invece, troviamo il bush, un’area di solito ricoperta da foreste, arbusti, campi o pascoli. È quella che viene spesso colpita da devastanti incendi durante l'estate australiana.
Nelle enormi aree dell’outback e del bush vivono isolate poche persone. Per loro sono stati quindi sviluppati dei servizi specifici. Dal 1928, ad esempio, esiste e si è sviluppato il Royal Flying Doctor Service, una flotta di 79 aerei-ambulanza che presta soccorso a chi ne ha bisogno nelle aree più isolate del Paese.
Sono poi previsti da decenni dei sistemi di istruzione a distanza per studenti che vivono nelle zone interne. Un tempo venivano realizzati grazie alla radio, oggi tramite internet.
La Grande Barriera Corallina
Infine abbiamo le coste, molto varie viste le dimensioni del Paese e nei cui dintorni vive l’85% della popolazione. Famosissima, al largo della costa nord-orientale, è la Grande Barriera Corallina: un sistema di circa 3000 singole barriere che si estende per più di 2000 km e che ospita una ricchissima biodiversità. Purtroppo l’intero ecosistema è a rischio a causa del riscaldamento e dell’acidificazione degli oceani. I coralli si stanno sempre più sbiancando e vari team di ricercatori stanno cercando soluzioni per invertire il processo.
Ayers Rock o Uluru
L’outback è forse l’ambiente più iconico dell’Australia, con vaste distese di territorio disabitato e caratterizzato da un suolo particolarmente ferroso e quindi rossiccio. Il simbolo per eccellenza del Paese, in questo contesto, è Ayers Rock – o Uluru, in lingua aborigena.
Si tratta di un monolite gigantesco lungo più di 3 chilometri e che emerge dal suolo per 348 metri, anche se la maggior parte della sua massa si trova sottoterra. Sbucando dal nulla dal terreno non deve stupire che fin dall’antichità sia stato considerato sacro dai popoli aborigeni. È una delle attrazioni turistiche più visitate del Paese, anche se dal 2019 è vietato salire in vetta per evitare di eroderlo e danneggiarlo e per rispetto nei confronti delle credenze aborigene.
Gli aborigeni australiani
Gli studiosi non sono tutti concordi, ma le prime tracce di esseri umani in Australia dovrebbero risalire a circa 50.000 anni fa, quando il Paese era molto più florido di adesso e popolato da marsupiali giganteschi. Gli aborigeni arrivarono dall’Indocina, si distribuirono pian piano su tutto il territorio e si diversificarono in popoli diversi.
La più nota credenza tradizionale degli aborigeni, grazie alla quale tutt’oggi Uluru e altri siti sono ritenuti sacri e tutelati dallo Stato, è il cosiddetto Tempo del Sogno. La creazione del mondo naturale sarebbe avvenuta ad opera di spiriti ancestrali, antenati di tutte le creature viventi che, prima di scomparire, avrebbero lasciato nel mondo la loro energia spirituale soprattutto in alcuni luoghi specifici. Eseguire specifici rituali e canti in corrispondenza di questi luoghi permetterebbe di mantenere intatto l’equilibrio dell’antica creazione.
Gli aborigeni diminuirono del 90% tra XIX e XX secolo per colpa della colonizzazione britannica. Furono decimati attraverso massacri diretti, a causa delle malattie europee e dopo che vennero sottratte loro le terre e quindi le principali fonti di sostentamento. Nel ‘900, poi, si verificarono innumerevoli episodi di separazione forzata dei bambini indigeni dalle loro famiglie, una pratica drammatica che ha prodotto una generazione perduta e rispetto a cui il governo australiano ha recentemente presentato scuse ufficiali ai rappresentanti della comunità aborigena.
Oggigiorno gli australiani che si definiscono di origine aborigena sono poco più del 2% del totale e purtroppo spesso sono ancora discriminati e godono di condizioni socio-economiche inferiori al resto della popolazione.
Le città e la capitale dell'Australia
Quasi il 90% degli australiani è di origine europea e vive soprattutto nelle grandi città: Sydney, i cui simboli sono l’Opera House e l’Harbour Bridge, Melbourne, ricchissima nell’800 grazie alle miniere d’oro, Brisbane e Perth. La capitale dell’Australia, però, non è nessuna di queste città: si tratta di Canberra che fu costruita appositamente per essere la capitale a inizio ‘900 per andare oltre la storica rivalità tra Sydney e Melbourne.
La colonizzazione britannica
La colonizzazione britannica dell’Australia cominciò nel 1788 in corrispondenza del quartiere di Sydney che oggi si chiama The Rocks. Molti di voi probabilmente lo sapranno: l’Australia inizialmente era una colonia penale. La prima flotta di 11 navi arrivata nel Paese trasportava circa 250 tra soldati, funzionari e membri delle rispettive famiglie e ben 751 detenuti. Peraltro il regime carcerario era spietato e al limite del disumano, soprattutto per le detenute che venivano sottoposte a violenze e abusi continui.
Progressivamente le cose cambiarono, nacquero nuove città e si cominciò a coltivare, ad allevare pecore e bestiame e a scavare miniere, con una vera e propria corsa all’oro nella seconda metà dell’800. Pian piano gli australiani si spinsero sempre più nell’interno, a discapito degli aborigeni, e tracciarono con riga e squadra i confini amministrativi interni del Paese, usando come riferimento soprattutto paralleli e meridiani.
A inizio ‘900 l’Australia ottenne ufficialmente una certa indipendenza dall’impero britannico, pur continuando a farne parte, per poi diventare sempre più autonoma nel corso del secolo. Anche oggi, d’altra parte, per quanto l’Australia sia un Paese sovrano, il massimo capo di Stato rimane la Regina Elisabetta II.
Immigrazione in Australia
Un tema molto sentito nel Paese fin dai suoi albori è l’immigrazione. Circa il 30% degli attuali residenti è nato all’estero e un altro 20% degli abitanti ha un genitore nato oltreoceano. Negli ultimi anni, per paura di vedere il proprio tenore di vita abbassarsi, gli australiani hanno così sostenuto delle politiche migratorie restrittive e oggi ottenere un visto per l’Australia e poi la cittadinanza è molto più difficile che in passato.
In effetti nel Paese ci sono una qualità della vita elevata e grandi potenzialità di sviluppo. E questo nel tempo ha attratto milioni di persone.
L'economia dell'Australia
Per sintetizzare l’economia dell’Australia in breve, possiamo dire che esporta materiali e prodotti non lavorati e importa prodotti finiti, soprattutto da Cina e Stati Uniti.
Le risorse minerarie
Anzitutto, il Paese è ricchissimo di materie prime, soprattutto minerali e fonti di energia. Per fare qualche esempio, l’Australia possiede tra le più grandi riserve al mondo di piombo, zinco, nichel e uranio. È uno dei più grandi produttori di bauxite, oro, diamanti, alluminio, carbone e materiali ferrosi. E sta aumentando sempre di più l’estrazione di litio e terre rare.
L'allevamento e Anna Creek Station
Dal punto di vista storico-culturale, poi, è importante l’allevamento. Anzitutto quello di ovini. L’Australia, infatti, è il più grande produttore al mondo di lana: ne fornisce circa un terzo di tutta quella che viene venduta nel mondo.
Inoltre è diffuso anche l’allevamento di bovini. Pensate che in Australia esiste la più grande tenuta per l’allevamento di capi di bestiame al mondo. Si chiama Anna Creek Station e si estende su una superficie di quasi 24.000 km2, praticamente come la regione Lombardia. Negli anni più favorevoli può ospitare oltre 15.000 animali. Per radunarli, quando serve, devono intervenire non solo i cowboy a cavallo, ma personale che utilizza moto, aeroplani ed elicotteri.