;Resize,width=638;)
Il 21 marzo 2022, si celebrava la Gionata Internazionale delle Foreste (in inglese International Day of Forests) il cui obiettivo è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza delle foreste e di valorizzarne il ruolo cruciale nel benessere globale e collettivo. La ricorrenza è ormai passata, ma non il nostro interesse verso questo tema. Ecco perché vogliamo parlarvi dell'Inventario Nazionale delle Foreste, uno strumento utile per la comprensione, la gestione e la salvaguardia del nostro patrimonio boschivo e forestale.
La situazione del verde in Italia
Qual è la situazione delle foreste italiane? Possiamo scoprirlo andando a leggere l'Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di carbonio, un documento che descrive i dati salienti relativi alla superficie boschiva italiana, alla biomassa legnosa e alla capacità di assorbimento della CO2 da parte dei "polmoni verdi" nazionali. L'ultimo intervento è stato realizzato dall'Arma dei Carabinieri con il supporto scientifico del CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. Ma andiamo al sodo e guardiamo i numeri.

Partendo dall'estensione delle foreste, i dati mostrano come attualmente i boschi italiani coprano 165,4 metri cubi di biomassa per ettaro. Di questi, il 63,4% è privato, il 32,1% è pubblico e il restante 4,4% non definito. Ciò vuol dire che circa il 36,7% del territorio nazionale è ricorperto da foreste! Questo è un bene perché aumentando la biomassa aumenta anche la capacità di assorbimento di CO2: oggi i nostri alberi sono infatti in grado di sequestrare ben 290 milioni di tonnellate di CO2 in più rispetto alle rilevazioni del 2005.
Questo valore in realtà è in aumento: secondo l'inventario forestale, in dieci anni la biomassa forestale italiana è aumentata del 18,4%, così come la superficie dei boschi italiani di oltre 587 mila ettari.
Tenendo conto di alcuni parametri come superficie e composizione delle foreste le regioni più boschive in Italia sono Toscana, Piemonte e Lombardia, che contribuiscono rispettivamente con il 10,4%, il 9,8% e l'8,7% del volume complessivo dei boschi italiani. Sul fronte opposto, invece, le tre regioni meno forestate in Italia sono Puglia, Valle d'Aosta e Molise con contributi variabili tra l'1,0% e l'1,3% del totale.

La maggior parte della superficie forestale nazionale, equivalente al 37%, si trova tra gli 0 e i 500 m s.l.m., seguita da un buon 35,7% che si distribuisce tra i 500 e i 1.000 m s.l.m.. Non è quindi questione di altitudine: non sempre le foreste si trovano al Nord né tantomeno a quote elevate. Per quanto riguarda la biodiversità vegetale, 180 sono le specie più comuni che compongono i nostri boschi di cui solo 4 rappresentano il 50% del loro volume totale: faggio, abete rosso, castagno e cerro.

Come riportato nel documento ufficiale, "l’Inventario rappresenta già, ma sempre più lo sarà in futuro, una sorta di “termometro verde” in grado di misurare la consistenza e lo stato di vitalità delle foreste, ma soprattutto permetterà di valutare il loro contributo per mitigare la “febbre planetaria”".
Come vengono gestite le foreste italiane?
Il 9 febbraio 2022 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Strategia Forestale Nazionale, un piano promosso dal ministero delle politiche agricole alimentari e forestali assieme ai Ministeri della Transizione Ecologica, della Cultura, dello Sviluppo Economico e della Conferenza Stato-Regioni. Si tratta di un documento strategico che per i prossimi vent'anni varrà come linea guida per la gestione delle foreste italiane.
Ma quali sono i suoi principali obiettivi? L'intento è quello di riportare il Paese verso politiche atte alla mitigazione degli effetti climatici, alla crescita e al miglioramento delle foreste in termini di estensione e resilienza, alla loro gestione sostenibile grazie ad uno strumento che delinei le politiche forestali nazionali nel contesto di quelle europee e internazionali.
