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18 Luglio 2025
13:30

Le teorie del complotto che hanno ispirato Stranger Things: la teoria di Montauk e la vera storia di MK Ultra

L'universo narrativo della serie Netflix "Stranger Things" è parzialmente ispirato a due teorie del complotto (il famoso "test di Philadelphia" e il "progetto Montauk") e a un reale progetto della CIA durante la Guerra Fredda, il "progetto MK Ultra".

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Le teorie del complotto che hanno ispirato Stranger Things: la teoria di Montauk e la vera storia di MK Ultra
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Immagine realizzata con AI.

Stranger Things è una delle serie di maggior successo degli ultimi anni: prodotta da Netflix, si prepara ad affrontare la sua quinta e ultima stagione. Quello che forse non tutti sanno è che i suoi autori, i fratelli Duffer, si sono fortemente ispirati a vere teorie del complotto per plasmare l'immaginario della serie, specialmente quelle riferite al presunto test di Philadelphia e al progetto Montauk ed MK Ultra. Si tratta di esperimenti (o presunti tali) svolti dal Governo statunitense per ottenere informazioni sui viaggi spazio-temporali e il controllo mentale. Ma quanto c'è di vero in queste storie?

L'esperimento di Philadelphia

Partiamo dall'esperimento di Philadelphia che, pur non avendo un legame diretto con gli eventi narrati nella serie, ha posto le basi per le successive teorie del complotto. Secondo quanto raccontato dai sostenitori, il 28 ottobre 1943 il cacciatorpediniere USS Eldridge sarebbe stato reso invisibile, smaterializzato e teletrasportato dal porto di Philadelphia, in Pennsylvania, a Norfolk, in Virginia. Dopodiché il processo inverso avrebbe permesso la sua ri-apparizione a Philadelphia. Il problema è che – sempre secondo questa credenza – in questa smaterializzazione l'equipaggio avrebbe subito orribili effetti collaterali, come ad esempio la fusione dei loro corpi con quelli della nave, un'involontaria invisibilità o la pazzia. Le esatte conseguenze sul personale variano a seconda della versione consultata.

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Immagine illustrativa dell’esperimento di Philadelphia realizzata con AI.

Tutto questo sarebbe stato reso possibile dalla demagnetizzazione. Di che si tratta? Semplificando, se una nave viene ricoperta di cavi e al loro interno viene fatta circolare una certa quantità di corrente elettrica, questa sarebbe in grado di annullare il campo magnetico dell'imbarcazione, rendendola "invisibile". Visti i risultati drammatici però, l'esercito dopo il fallimento di Philadelphia avrebbe deciso di sospendere tutti i test e di insabbiare tutto.

C'è da dire che la demagnetizzazione è stata effettivamente studiata… ma l'obiettivo non era rendere la nave invisbile, ma invisibile alle mine magnetiche, cioè a quei dispositivi esplosivi che si attivavano in presenza di un campo magnetico esterno. Anche ammesso che la nave avesse l'equipaggiamento necessario per essere demagnetizzata, questo non lo avrebbe resa invisibile all'occhio umano, né tanto meno ai radar. Anche per quanto riguarda il teletrasporto, al momento non abbiamo alcuna prova che questo sia fisicamente possibile – e tanto meno lo poteva essere negli anni '40.

Nonostante l'assurdità della storia, una serie di lettere scritte da un presunto testimone oculare unite alla scelta di Hollywood di farci un film, non ha fatto altro che consolidare il mito tra gli amanti del complotto. Di seguito il trailer del lungometraggio uscito nel 1984:

Il progetto Montauk

Arriviamo quindi alla seconda teoria del complotto, quella più direttamente collegata a Stranger Things e diretto seguito dell'esperimento di Philadelphia: il progetto Montauk. In precedenza abbiamo detto che dopo quanto accaduto nel 1943 il Governo aveva deciso di interrompere tutti i test in materia di viaggio spazio-temporale… ma a quanto pare i piani sarebbero cambiati negli anni '70. In questo periodo l'equipe scientifica sopravvissuta al test si sarebbe riunita nella base dell'aeronautica di Montauk per aggiustare quello che era andato storto e sfruttare quelle competenze per dar vita non solo a viaggi spazio-temporali e interdimensionali, ma anche a dispositivi per il controllo mentale.

Proprio da qui prende ispirazione il sottosopra, cioè la dimensione parallela citata nella serie TV e abitata da mostruose creature, oppure il fatto di svolgere esperimenti relativi al controllo mentale su bambini. La storia del progetto Montauk però non nasce dalle dichiarazioni di un presunto testimone oculare, ma da un romanzo di Preston B. Nichols e Peter Moon chiamato The Montauk Project: Experiments in Time. Si tratta del primo di una serie di volumi che raccontano storie sui viaggi nel tempo e che, a posteriori, può essere considerato come il punto di partenza per questa teoria del complotto.

Anche in questo caso, è bene specificare che non esistono prove a supporto.

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Copertina del libro fantascientifico "Montauk Project".

Il progetto MK Ultra

E arriviamo così all'ultimo progetto segreto, quello esplicitamente citato anche all'interno della serie: il progetto MK Ultra. A differenza delle precedenti teorie, a più riprese etichettate come bufale per mancanze di prove a supporto, questo progetto è stato ufficialmente confermato dopo anni di indagini che hanno portato alla luce una verità estremamente drammatica. Dal 1953 al 1964 la CIA ha infatti portato avanti un programma per il controllo mentale basato sulla sperimentazione umana e che prevedeva l'utilizzo di droghe (soprattutto LSD), lavaggio del cervello, ipnosi, elettroshock e altre forme di tortura psicologica.

Questi test, ispirati a quelli eseguiti dai nazisti all'interno di alcuni campi di concentramento, avevano molteplici obiettivi: dalla cancellazione della memoria alla produzione del siero della verità, passando per droghe capaci di rendere comuni cittadini dei killer oppure di riformattare integralmente il cervello.

Le cavie spesso non erano al corrente di quello che gli sarebbe capitato e, malgrado le enormi sofferenze, non ci sono prove che il governo sia mai riuscito a raggiungere nessuno degli obiettivi. Proprio il fallimento su ogni fronte spinse la CIA a chiudere i battenti negli anni '70.

DeclassifiedMKULTRA
Documenti relativi al progetto MK Ultra.
Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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