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31 Maggio 2022
18:30

Cosa c’entra il Demorgone di Stranger Things con un fiore che puzza di carne putrefatta?

I produttori di Stranger Things si sono davvero ispirati ad un fiore per creare un demone? Sì, è probabile che l'aspetto del Demogorgone della serie TV sia ispirato alla botanica.

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Cosa c’entra il Demorgone di Stranger Things con un fiore che puzza di carne putrefatta?
demogorgone fiore

Se conoscete la serie TV statunitense Stranger Things rilasciata dalla piattaforma di streaming Netflix, allora avete ben presente l'aspetto terrificante del Demogorgone.
Si tratta di un raccapricciante mostro umanoide che vive nel Sottosopra, una realtà parallela e collegata alla nostra grazie a un portale interdimensionale. La terrificante creatura prende spunto da D&D, è alta più di 2 m e dà la caccia ai nostri giovani protagonisti nei primi capitoli della serie nella cittadina di Hawkins.
Che siate esperti di piante oppure no, di certo avrete notato una certa somiglianza tra la testa del mostro e un fiore, dato che si apre in cinque "petali" carnosi e sanguinolenti pieni zeppi di denti aguzzi.
Ma nello specifico a quali specie si sono ispirati registi e designer per dar vita a questa inquietante creatura? Fiori, funghi, ma anche cani, gatti e rane!

Cos'è il Demogorgone in Stranger Things

Senza entrare troppo nei dettagli, i Demogorgoni sono creature predatrici antagoniste del mondo di Stranger Things. Sono esseri assassini, violenti e con un'intelligenza limitata che vengono comandati da un'altra creatura agghiacciante chiamata Mind Flayer.
Nella serie TV il nome "Demogorgone" viene attribuito a questi esseri a partire da un personaggio di Dungeons & Dragons noto come il Signore dei demoni, che a sua volta prende ispirazione dalla mitologia pagana. È l'incarnazione del demonio che vive nell'aldilà, in quello che nella serie TV viene chiamato Sottosopra (in inglese Upside Down), una realtà parallela alla nostra che – per tutta una serie di ragioni di cui non parleremo per non fare troppi spoiler – entra in contatto con noi grazie a dei portali interdimensionali. E qui ci blocchiamo perché abbiamo già detto troppo… per capire bene tutto bisogna guardare la serie dall'inizio.

Il ciclo di vita del Demogorgone

Il Demogorgone, come tutte le creature viventi (anche se ovviamente non esiste) segue un suo ciclo di vita che lo porterà a divenire un enorme essere adulto, pronto a squartare le sue prede. In ordine, i vari stadi di sviluppo che portano l'organismo parassita a divenire un adulto sono: larva strisciante (in inglese slug), girino (pollywog), demo-rana (chiamato amichevolmente D'Artagnan/Dart dal giovane Dustin), demo-gatto (catogorgon), demo-cane (demodog) e infine demogorgone adulto.

Già qui capiamo che il personaggio è stato ben pensato fin dall'inizio, mostrando un ciclo di vita complesso con tutta una serie di tratti tipici per ogni fase. Ma oltre a rane, gatti e cani, da quali specie hanno preso presumibilmente spunto i produttori di Stranger Things per creare questo mostro raccapricciante?

A cosa è ispirato il mostro del Sottosopra

Con buona probabilità per creare il Demogorgone ci si è ispirati ad un fiore o meglio, ad una serie di piante e funghi che in natura hanno un aspetto e un odore inquietante!

Rafflesia arnoldii – il fiore più grande del mondo

La specie Rafflesia arnoldii, conosciuta anche come Kerebut o corpse lily in inglese, è una pianta parassita originaria di Sumatra, considerata uno dei tre fiori nazionali dell'Indonesia assieme all'orchidea lunare e al gelsomino bianco. Questa pianta è conosciuta per il suo enorme fiore rossastro a macchie bianche che può misurare più di 1 m di diametro e pesare oltre 10 kg: si tratta del fiore più grande al mondo! Oltre alle sue dimensioni, questo fiore è particolarmente noto per il suo fetore che ricorda la carne putrefatta, un olezzo davvero cattivo che però attira uccelli, coleotteri e ditteri (mosche, zanzare ecc.) necessari per l'impollinazione.
La Rafflesia non ha radici, fusto e foglie visibili e non produce clorofilla: basa la propria sopravvivenza sull'acqua e sui nutrienti ottenuti parassitando un particolare genere di vite legnosa e "cugina" dell'uva, la Tetrastigma.

rafflesia arnoldii
Rafflesia arnoldii, il fiore più grande del mondo

È interessante notare che questo fiore ci mette anche diversi mesi per svilupparsi e, una volta sbocciato, dura solamente pochi giorni. Appassisce e muore in poco più di una settimana, lasciando dietro di sé un frutto e un ammasso di tessuti puzzolenti in decomposizione. Poco attraente detta così, ma è certamente una specie particolarmente intrigante da cui prendere spunto per creare una creatura che fa ribrezzo già da lontano.
P.S.: Cambiando discorso per un secondo, lo conoscete Vileplume? Ebbene sì, anche il noto Pokémon di prima generazione è ispirato a questa pianta singolare!

Stapelia variegata – il fiore carogna

Anche la specie Stapelia variegata possiede un fiore particolare che potrebbe aver ispirato il Demogorgone: i suo cinque petali appuntiti e maculati ricordano anch'essi la "faccia" del mostro. È una pianta tipica dell'Africa tropicale che fa parte delle cosiddette piante grasse – meglio dette piante succulente. Rispetto alla Rafflesia di cui abbiamo parlato poco fa, il fiore di Stapelia variegata è certamente più piccolo, ma non meno puzzolente: non a caso viene chiamato anche fiore carogna! Questo dettaglio non sembra però destare troppi problemi negli amanti del giardinaggio che si dedicano alla coltivazione di questa specie anche in vaso.

Stapelia variegata
Stapelia variegata

Clathrus archeri – il fungo polpo

Per concludere citiamo anche Clathrus archeri, una specie comunemente conosciuta come fungo polpo o dita del diavolo. Si tratta di un fungo saprofita (che si ciba di organismi morti o in decomposizione) originario dell'Australia. È stato introdotto accidentalmente anche in Asia, Europa e Nord America ed è considerato un organismo potenzialmente invasivo secondo l'IUCN.
Il suo aspetto ricorda una serie di tentacoli sanguinosi che letteralmente "esplodono" dal terreno da una struttura biancastra chiamata ovolo. Questa cresce e si ingrossa finché si dirama in 4-8 appendici arricciate alla cui base si formano le spore, immerse in una sostanza nerastra e mucillaginosa. E anche qui a completare il quadro già di per sé inquietante, non poteva mancare un terrificante odore di carne putrescente da cui è meglio star lontani.

Clathrus archeri
Clathrus archeri
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Nicole Pillepich
Divulgatrice
Credo non esista una parola giusta per definirmi: sono naturalista, ecologa, sognatrice e un po’ artista. Disegno da quando ho memoria e ammiro il mondo con occhio scientifico e una punta di meraviglia. Mi emoziono nel capire come funziona ciò che mi circonda e faccio di tutto per continuare a imparare. Disegno, scrivo e parlo di ciò che amo: natura, animali, botanica e curiosità.
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