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L’incendio nello stabilimento Ecomac ad Augusta è il secondo in tre anni: dubbi sulla sicurezza dell’impianto

Grosso incendio di materiale plastico nello stabilimento Ecomac per lo smaltimento di rifiuti ad Augusta, in Sicilia. A quattro giorni dall'incidente non sono note né le cause dell'incendio né gli effetti sulla qualità dell'aria. Lo stesso stabilimento era stato colpito da un altro grave incendio nel 2022.

9 Luglio 2025
13:00
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L’incendio nello stabilimento Ecomac ad Augusta è il secondo in tre anni: dubbi sulla sicurezza dell’impianto
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Vigili del Fuoco impegnati per sedare il grande incendio allo stabilimento Ecomac di Augusta. Credit: Vigili del Fuoco

Un grosso incendio è divampato nello stabilimento per il trattamento di rifiuti Ecomac ad Augusta, in Sicilia, verso le 10:30 di sabato 5 luglio. A prendere fuoco è stato materiale plastico, che ha prodotto una vasta nube di fumo nero visibile anche da Siracusa e Catania. Sul posto sono accorsi i Vigili del Fuoco, che devono ancora terminare le operazioni di spegnimento. Al momento non sono ancora note né le cause dell'incendio né gli effetti sulla qualità dell'aria. Il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, ha firmato il giorno dell'incidente un'ordinanza di rifugio al chiuso per la tutela della salute pubblica, ritirata nel pomeriggio di ieri 8 luglio. L'incidente segue a tre anni di distanza un incendio analogo nello stesso stabilimento.

Cosa (non) sappiamo sugli inquinanti emessi dall'incendio ad Augusta

Sul posto sono intervenuti anche i tecnici di ARPA Sicilia per il monitoraggio della qualità dell'aria nelle aree potenzialmente esposte agli effetti dell'incendio, ma al momento gli esiti delle analisi non sono ancora stati resi pubblici. Le prime dichiarazioni di ARPA Sicilia, rilasciate il 6 luglio, parlano di «basse concentrazioni di composti organici volatili riconducibili all'incendio, tra cui acetone, benzene, toluene, metacrilato e acroleina». I valori misurati dalle stazioni di monitoraggio della zona non sembrano essere cambiati molto in seguito all'incendio, fatta eccezione per la stazione di monitoraggio di Priolo, a poca distanza dallo stabilimento e sottovento nel momento in cui è scoppiato l'incendio, che ha rilevato concentrazioni orarie di benzene (C6H6) sopra la soglia nelle giornate del 5 luglio e 6 luglio (rispettivamente 36,4 e 26,3 microgrammi per metro cubo, rispetto a una soglia di 20 microgrammi per metro cubo).

Lo stabilimento Ecomac tratta principalmente rifiuti plastici e vetrosi, pertanto non è sottoposto alla direttiva Seveso per la prevenzione dei rischi di incidenti industriali rilevanti, che riguarda soprattutto gli impianti in cui sono presenti sostanze chimiche pericolose. Tuttavia, anche la combustione della plastica produce composti che comportano rischi anche gravi per l'ambiente e per la salute umana, come le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici.

Il precedente e i dubbi sulla sicurezza nello stabilimento Ecomac

La Procura di Siracusa ha aperto un'inchiesta per determinare le cause dell'incendio. Le indagini potranno cominciare non appena lo spegnimento sarà terminato, ma al momento ci sono dubbi sulle misure di sicurezza nello stabilimento Ecomac e sulla qualità dei controlli. Questo è infatti il secondo grande incendio scoppiato nello stabilimento in tre anni: anche il 22 agosto 2022 un rogo di grandi dimensioni colpì il materiale plastico nel capannone, pare per via di un fulmine che si sarebbe abbattuto nell'impianto.

«Non possono accadere due episodi simili nello stesso impianto in così breve tempo qualcosa non sta funzionando», ha dichiarato Di Mare, che ha anche chiesto trasparenza sui dati ambientali, ancora non pubblicati a quattro giorni di distanza dall'incidente. Non è di aiuto nemmeno il sito di Ecomac Smaltimenti, in cui non si trova alcuna informazione su come è fatto l'impianto e come è organizzata la gestione della sicurezza nello stabilimento di Augusta.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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