;Resize,width=638;)
Secondo un recente studio dell’Università della Pennsylvania, usare l'AI generativa – ovvero strumenti di intelligenza artificiale in grado di generare testo, immagini o video, come ChatGPT – senza spirito critico migliora i nostri risultati nell'immediato, ma sul lungo periodo ci danneggia perché limita la nostra capacità di imparare. Il modo migliore di usare l'AI per imparare a scuola o per obiettivi di studio è considerandola come un tutor digitale, che non ci dà direttamente la risposta al problema ma ci aiuta a farci le domande più adeguate per arrivare alla soluzione corretta. In questo modo, non solo possiamo sfruttare le capacità dell'AI per ottimizzare il nostro studio, ma acquisiamo anche le competenze e le abilità necessarie a valutarne gli eventuali errori nelle risposte.
L’AI generativa impatta l'apprendimento degli studenti: lo studio
Lo studio ha coinvolto 1000 studenti di una scuola superiore turca per capire come l’uso dell’intelligenza artificiale generativa influisca sull’apprendimento. Gli studenti sono stati divisi in tre gruppi:
- Gruppo di controllo: non avevano accesso all'AI.
- GPT Base: potevano usare uno strumento con una versione standard di GPT-4 (uno dei modelli alla base di ChatGPT), simile a ChatGPT.
- GPT Tutor: potevano sfruttare una versione di GPT-4 progettata apposta per stimolare l'apprendimento. Questa versione era studiata per dare feedback e suggerimenti agli studenti senza fornire direttamente loro la risposta, ma guidandoli passo-passo nella risoluzione del problema.
Durante questo esperimento, gli studenti prima hanno seguito una lezione di matematica e poi sono stati sottoposti a due test: un primo test in cui i gruppi “GPT base” e “GPT Tutor” potevano usare l’AI e un secondo test senza alcun tipo di supporto, per valutare quanto avessero effettivamente imparato.
I risultati dello studio: se usiamo l'AI abbiamo risultati migliori ma rischiamo di non imparare
Come era facile immaginare, i gruppi con accesso all’AI hanno ottenuto risultati significativamente migliori nel primo test rispetto al gruppo che non poteva usarla (+48% con GPT Base e +127% con GPT Tutor). Nel secondo test, però, la situazione è cambiata. Nel momento in cui nessun gruppo poteva più usare l’AI, il gruppo di controllo ha ottenuto gli stessi risultati di quello che usava “GPT Tutor” e risultati molto migliori rispetto al gruppo GPT Base (+17% per il gruppo di controllo).
Questi risultati ci dimostrano tre cose importanti. La prima è che se usiamo l’AI generativa come supporto per risolvere problemi complessi, i nostri risultati migliorano. La seconda è che, se ci limitiamo a chiedere le soluzioni a ChatGPT e a copiare le risposte, non impariamo e non sviluppiamo le competenze che ci servono per valutare se le risposte date dall’AI siano effettivamente corrette. La terza è che il modo migliore di usare l’AI generativa per imparare è di pensarla come un “tutor” digitale che non ci dia le risposte, ma ci ponga le domande giuste, per stimolarci a ragionare. Gli studenti che usavano “GPT Tutor”, infatti, non solo hanno raggiunto risultati nettamente migliori quando potevano usarlo, ma hanno anche dimostrato di aver effettivamente imparato come risolvere i problemi ottendo gli stessi risultati del gruppo di controllo nel test senza supporto di strumenti AI.
Come usare l'AI per imparare e studiare
Per imparare con l'IA, quindi, ci conviene utilizzare strumenti che adottano il metodo socratico, lo stesso usato da “GPT Tutor” dello studio. Questo approccio non dà risposte dirette, ma stimola il pensiero critico attraverso domande che aiutano a raggiungere una comprensione autonoma.
Il modello che utilizza questo metodo più di ogni altro ed è stato progettato proprio per l’apprendimento è “EULER”. Questo nuovo strumento, creato da EURECOM, non fornisce mai direttamente le risposte agli utenti, ma intrattiene una conversazione con loro ponendo domande sempre più profonde e complesse. Il modello non è ancora perfetto e a volte va fuori tema con le domande, ma è un ottimo inizio.
Un altro esempio interessante è NotebookLM, di Google. Possiamo caricare documenti e fonti esterne e, attraverso la funzione “Guida allo studio”, NotebookLM genera 10 domande per guidarci nella nostra comprensione del testo. Possiamo anche generare dei finti podcast (per ora solo in inglese) in cui due interlocutori discutono le idee presenti nei documenti che abbiamo caricato, così da riuscire a imparare anche se abbiamo difficoltà con la lettura. Ci permette poi di riassumere il testo e evidenziare i fatti salienti, tutto in automatico.
Un ulteriore modo per utilizzare l’AI generativa in maniera costruttiva è quella di richiedere feedback personalizzati sul lavoro fatto. Possiamo, per esempio, chiedere all’AI di valutare un tema, un report, un progetto e fornire commenti sulla logica, la struttura e il vocabolario. Questo può essere utile per gli studenti per ricevere feedback personalizzati e frequenti, ma anche per i lavoratori per valutare se e come migliorare i propri progetti.