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12 Dicembre 2022
7:30

L’invenzione e l’evoluzione della scrittura: una delle più importanti scoperte della storia

La scrittura può essere definita come la prima grande rivoluzione tecnologica nel campo della comunicazione. Scopriamo dove e quando è nata e come si è evoluta.

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L’invenzione e l’evoluzione della scrittura: una delle più importanti scoperte della storia
invenzione scrittura

L’invenzione della scrittura può essere considerata una delle più grandi conquiste dell’umanità. I sistemi di rappresentazione del linguaggio attraverso segni grafici si sono evoluti tra civiltà diverse seguendo percorsi abbastanza comuni per poi arrivare spesso alla definizione di un alfabeto. La scrittura ha attraversato precisi passaggi evolutivi: la fase iniziale è quella pittografica-ideografica, in cui i segni sono usati per rappresentare prima un oggetto (pittogramma) e poi un concetto (ideogramma); la fase successiva è quella fonetica, in cui i segni sono invece associati a singoli suoni e sono usati per trascrivere il parlato.

La nascita della scrittura è avvenuta all'interno delle più grandi civiltà del mondo, in Medio Oriente ed Egitto (3500-3200 a.C.), Cina (1200 a.C.) e America precolombiana (600 a.C.), seguendo grossomodo le medesime tappe evolutive. In questo articolo descriviamo l’evoluzione delle più antiche scritture elaborate dalle grandi civiltà del Mediterraneo orientale.

Le prime forme di scrittura in Mesopotamia ed Egitto

La condizione necessaria alla nascita della scrittura è stata la formazione di complesse società di agricoltori. Questi, dopo essersi stabiliti nelle ricche valli alluvionali percorse da grandi fiumi, si caratterizzarono per una crescente gerarchizzazione e complessità amministrativa, tali da richiedere l’invenzione di sistemi di registrazione. Prima in Mesopotamia, tra il Tigri e l’Eufrate, poi in Egitto, lungo le sponde del Nilo, si assistette all’elaborazione dei primi complessi sistemi di scrittura.

La scrittura cuneiforme: dai pittogrammi ai cunei

La scrittura cuneiforme venne elaborata nella seconda metà del IV millennio a.C. dai Sumeri nel sud della Mesopotamia. Il sistema di scrittura sumera discende da una forma più antica di registrazione, diffusa dal IX al IV millennio a.C. Questa prima proto-scrittura si componeva di segni di natura contabile per rappresentare le merci, riportati su semplici supporti modellati in argilla in varie forme chiamati tokens o “gettoni di calcolo”.

Queste prime forme di scrittura subirono una graduale evoluzione verso supporti e incisioni sempre più elaborate, parallelamente alla crescente complessità della società. La scrittura cuneiforme si sviluppò per far fronte a esigenze pratiche legate all’amministrazione delle prime città-stato da parte delle caste sacerdotali che le comandavano. Le tappe evolutive della scrittura cuneiforme sono state ricostruite dagli studiosi.

Immagine
Schema evolutivo della scrittura cuneiforme (da Pastena 2009, fig. 2)

Nella prima fase (3400-3200 a.C.) la scrittura è pittografica: i pittogrammi sono disegni che riproducono esattamente l’oggetto a cui si vuole fare riferimento (un uomo indica l’uomo, un piede indica il piede). Nella seconda fase (2800 a.C.) i pittogrammi sono usati per indicare anche oggetti o concetti affini all’immagine rappresentata, pertanto i segni sono definiti ideogrammi: un piede può indicare il piede in sé o un concetto più ampio come il camminare. Nella fase finale (2700-2600 a.C.) i pittogrammi sono usati sia per rappresentare un oggetto che per rappresentare un suono prestabilito ad essi associato. Gradualmente i segni sono usati esclusivamente per il loro valore fonetico, diventano cioè fonogrammi.

Con il passare del tempo, cioè, i segni furono sempre più stilizzati e astratti, rendendo la scrittura più pratica e veloce. In questa ultima fase i segni sono definiti dagli studiosi cunei. Con circa 2000 segni a disposizione, la scrittura cuneiforme permetteva di esprimere concetti astratti molto elaborati e la sua complessità la rendeva non alla portata di tutti.

scrittura cuneiforme sumera

L’egiziano geroglifico: simboli sacri

In Egitto la scrittura aveva una profonda valenza sacra e religiosa: basti pensare che il termine “geroglifico”, derivante dal greco, significa appunto “scrittura sacra”. L’egiziano geroglifico si sviluppò intorno al 3200 a.C. e, allo stato attuale delle conoscenze, sembra non avere avuto una iniziale fase di proto-scrittura. Sin da subito il geroglifico sviluppò un sistema basato sul fonetismo consonantico pur utilizzando i pittogrammi: questo sistema resterà invariato per tutta la storia egizia, cioè per ben 3000 anni.

In breve, la scrittura geroglifica era composta da 750 segni più frequenti così suddivisi: pittogrammi, usati con valore ideografico e non fonetico; determinativi, segni cioè che non venivano pronunciati, ma servivano solo per indicare l’ambito al quale si riferiva la parola; segni fonetici (24 in totale) ai quali era associato un valore consonantico, in genere da 1 a 3 consonanti.

geroglifici egiziani

Ma quindi come scrivevano gli Egizi una parola astratta? Per farlo veniva utilizzato un pittogramma, quindi l’immagine di un oggetto il cui nome si pronunciava quasi nello stesso modo in cui si pronunciava il concetto astratto: se la parola passo e la parola viaggio si pronunciavano grossomodo nello stesso modo, per esprimere entrambi si utilizzava lo stesso segno; allo stesso modo il segno del disco solare si utilizzava per indicare il sole, ma anche il giorno, il tempo e il dio Ra.

Come per il cuneiforme, la lettura del geroglifico egiziano non era affatto immediata, questo perché in entrambi i casi l’alfabetizzazione era riservata a gruppi di élite, sostanzialmente i re e le classi sacerdotali che detenevano il potere.

scrittura geroglifica egizia

L’invenzione dell’alfabeto

La tappa evolutiva più importante nello sviluppo della scrittura è rappresentata dall’invenzione dell’alfabeto, che trova una collocazione spazio-temporale sulle coste orientali del Mediterraneo, presso le città fenicie nella seconda metà del I millennio a.C. Alla base di questa fondamentale rivoluzione, che è all’origine del sistema di comunicazione che usiamo ancora oggi, è il concetto per cui ogni suono del parlato viene rappresentato da un singolo segno, che viene così ad essere totalmente privato del suo significato pittografico o ideografico.

alfabeto fenicio

Le scritture sillabiche

Come per le altre scritture, anche l’alfabeto ha seguito un percorso evolutivo. A metà strada tra le scritture ideografiche e quelle alfabetiche ci sono le cosiddette scritture sillabiche, alcune delle quali sono testimoniate già dalla seconda metà del II millennio a.C. Tra queste possiamo citare la scrittura pseudo-geroglifica di Biblo o il cosiddetto proto-sinaitico diffuso nella penisola del Sinai. Entrambe le scritture recepivano i segni del geroglifico egiziano che venivano impiegati per il loro semplice valore fonetico, usandoli come sillabe e poi come consonanti.

Questi sistemi furono ideati per rendere la scrittura più semplice e immediata e per essere utilizzata come rapido mezzo di registrazione dai mercanti che commerciavano nelle città costiere del Mediterraneo orientale o dagli operai che lavoravano nelle miniere egiziane del Sinai.

Sul concetto delle scritture sillabiche fu elaborata una delle prime scritture alfabetiche, la scrittura ugaritica, dal nome della città costiera di Ugarit, attualmente in Siria, che a differenza delle precedenti usava i segni cuneiformi invece che i geroglifici. I segni dell’alfabeto ugaritico erano 30, ognuno dei quali aveva un valore puramente fonetico.

alfabeto fenicio
Alfabeto fenicio

Dall'alfabeto fenicio a quello greco

Il primo alfabeto fenicio ereditò dalla scrittura ugaritica l’ordine di successione delle lettere, schematizzandone ulteriormente i segni. L’alfabeto fenicio comprendeva 22 segni corrispondenti ad altrettante consonanti, che venivano in genere scritte da destra a sinistra. Un elemento che accomuna tutte le scritture che si sono sviluppate nella parte orientale del Mediterraneo è l’assenza di segni specifici per indicare le vocali, questo perché il significato di una parola era espresso dalla radice consonantica (è ancora così per le lingue semitiche moderne come l’arabo e l’ebraico).

A partire dalla fine del I millennio a.C. la scrittura alfabetica fenicia si diffuse velocemente nel Vicino Oriente e poi attraverso il Mediterraneo attraverso le rotte commerciali percorse dai Fenici. Nel suo lungo percorso la scrittura fenicia si trasformò, adattandosi alle diverse lingue e dando origine a numerosi altri alfabeti. Nel IX secolo a.C. l’alfabeto fenicio fu acquisito dai Greci, che lo integrarono alla propria tradizione di scrittura, introducendo dei segni per indicare le vocali e ponendo le premesse per lo sviluppo dell’alfabeto che usiamo noi oggi… Ma questa è un’altra storia.

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