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Lo yo-yo, uno degli attrezzi di giocoleria più noti, consiste in un rocchetto composto da due lobi collegati attorno al cui asse è avvolto un filo o una corda sottile che permette di manovrarlo, ha una storia affascinante e antichissima. Il suo nome proviene dalle Filippine, dove in lingua tagalog significa “ritornare”. Ogni anno il 6 giugno si celebra il World Yo-Yo Day in onore della nascita di Donald Duncan, l'imprenditore statunitense che negli anni '20 del Novecento fondò la Duncan Yo-Yo Company e contribuì a diffondere in tutto il mondo lo yo-yo moderno.
Le origini dello yo-yo
Le prime prove certe dell'esistenza di quelli che oggi potremmo definire yo-yo risalgono all’antica Grecia, intorno al 500 a.C.: si trattava di dischi in terracotta, legno o metallo, con una cordicella al centro, simili a quelli moderni. Alcune ceramiche mostrano bambini intenti a giocarci, ma secondo gli storici potevano avere anche un ruolo simbolico: una volta diventati adulti, i giovani li offrivano agli dei come segno di maturità.

Una leggenda affascinante – ma mai confermata – vuole che nelle Filippine i cacciatori usavano corde con pietre per colpire animali dall’alto degli alberi: un’arma a ritorno che ricorda, almeno nel principio, il funzionamento dello yo-yo. Altre ipotesi ne collocano le origini anche in India o in Cina, ma con prove più scarse.
La diffusione dello yo-yo moderno: chi l'ha inventato
Nel XVIII secolo il giocattolo arrivò in Europa con nomi diversi, come bandalore in Inghilterra o emigrette in Francia, ma il grande salto avvenne agli inizi del Novecento, grazie a Pedro Flores, un immigrato filippino negli Stati Uniti. Lavorava come fattorino in California, ma nel tempo libero si divertiva con uno yo-yo ancora rudimentale. Fu lui a introdurre una modifica decisiva: invece di legare la corda all’asse, la fece scorrere attorno a esso. Questa soluzione, chiamata slip-string, permetteva allo yo-yo di ruotare più a lungo e con più stabilità, rendendo possibili nuovi trucchi.
Nel 1928, Flores fondò a Santa Barbara la Yo-Yo Manufacturing Company, la prima a produrre yo-yo in serie, con lo slogan “The Wonder Toy”. Il suo successo attirò l’attenzione dell’imprenditore Donald Duncan, che nel 1929 acquistò i diritti del giocattolo e ne registrò il nome come marchio, nasce così la Duncan Yo-Yo Company, che lancerà modelli leggendari come il Duncan O-BOY. Duncan trasformò lo yo-yo in un fenomeno di massa. Lanciò tour promozionali, organizzò gare pubbliche nelle scuole, formò team di dimostratori professionisti che viaggiavano in tutto il Paese per mostrare i trucchi più incredibili come lo "Sleeper", dove lo yo-yo gira in fondo alla corda, al "Walk the Dog", che simula un cane che cammina.
Negli anni successivi, Duncan iniziò a produrre yo-yo in plastica, materiale più leggero ed economico rispetto al legno. L’effetto fu esplosivo: nel 1962, la Duncan Company vendette oltre 45 milioni di yo-yo in un solo anno, diventando uno dei più grandi successi commerciali del dopoguerra.
Negli anni ‘60 però le vendite calano e Duncan investe in pubblicità televisive per rilanciare il marchio, lanciando anche il celebre Duncan Butterfly, con un design più accessibile per i principianti. Ma nel 1965, dopo una causa legale, la corte stabilisce che la parola “yo-yo” è diventata di uso comune. La Duncan perde il marchio e, a causa delle spese legali, viene venduta a Flambeau Plastics nel 1968.
Lo yo-yo diventa il primo giocattolo nello spazio e una disciplina sportiva
Lo yo-yo è stato persino protagonista di esperimenti nello spazio. Nel 1985, durante la missione STS-51-D dello Space Shuttle Discovery, la NASA portò a bordo uno yo-yo speciale – il "Yo-Yo Toy Experiment" – per studiare il comportamento del momento angolare in assenza di gravità. L'obiettivo era capire come si sarebbe comportato un oggetto rotante in microgravità, e i risultati furono affascinanti: nello spazio, lo yo-yo non “scende” come sulla Terra, ma ruota liberamente mentre fluttua, offrendo un esempio pratico di fisica applicata che viene ancora oggi utilizzato nelle lezioni di meccanica classica.
Ma non finisce qui. Nei decenni successivi, lo yo-yo ha vissuto una vera e propria rinascita, diventando anche uno sport competitivo a livello internazionale. Oggi esistono eventi ufficiali come il World Yo-Yo Contest, il Japan National Yo-Yo Contest, l’European Yo-Yo Championship e numerosi tornei regionali. I partecipanti, detti “yo-yo player”, si esibiscono in routine acrobatiche mozzafiato che combinano velocità, precisione e creatività. Le competizioni sono suddivise in diverse categorie (da 1A a 5A) in base allo stile di gioco: alcuni trucchi prevedono l’uso di una sola mano, altri coinvolgono contrappesi o più yo-yo contemporaneamente.
Come funziona lo yo-yo e la sua evoluzione tecnica
Lo yo-yo è un oggetto apparentemente semplice: due dischi collegati da un asse centrale, con una cordicella scorrevole avvolta attorno. Tuttavia, dietro questa semplicità si cela un'evoluzione tecnologica sorprendente.
Il funzionamento base dello yo-yo si basa sull'energia cinetica. Quando viene lanciato verso il basso, la corda si srotola, permettendo allo yo-yo di scendere. Se la corda è legata saldamente all'asse, lo yo-yo ritorna immediatamente alla mano. Tuttavia, con l'introduzione della "slip-string" da parte di Pedro Flores negli anni '20, la corda viene avvolta in modo da permettere allo yo-yo di "dormire", ovvero rimanere a lungo in rotazione prima di risalire.
Negli anni '70 e '80, lo yo-yo ha subito significative innovazioni. Il dentista e appassionato di yo-yo Tom Kuhn brevettò nel 1979 il "No Jive 3-in-1", il primo yo-yo smontabile al mondo, consentendo ai giocatori di cambiare l'asse. Successivamente, nel 1990, introdusse lo yo-yo SB-2 con un asse in alluminio e cuscinetti a sfera, riducendo l'attrito e permettendo rotazioni più lunghe e stabili.

L'azienda svedese SKF, nel 1984, produsse per un breve periodo yo-yo con cuscinetti a sfera, contribuendo ulteriormente all'evoluzione del design. Oggi, lo yo-yo è diventato un oggetto di alta precisione. I modelli moderni utilizzano materiali come l'alluminio e il Delrin, e incorporano cuscinetti a sfera avanzati, come il "KonKave", progettato per mantenere la corda centrata e ridurre l'attrito. Queste innovazioni hanno trasformato lo yo-yo in uno strumento per eseguire trucchi complessi e prolungati, portando il gioco a livelli competitivi a livello mondiale.