
Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 si passa nuovamente dall'ora solare all'ora legale. Il risultato sarà il guadagno di un'ora di luce, perdendo però un'ora di sonno: per farlo sarà necessario spostare in avanti le lancette dalle 2:00 alle 3:00 del mattino – nonostante quest'espressione sia ormai abbastanza "datata", visto che la maggior parte dei nostri dispositivi digitali procede autonomamente a fare questo cambio.
L'ora legale quindi resterà in vigore fino al prossimo autunno – più precisamente fino a domenica 29 ottobre 2023, quando tornerà l'ora solare – ma come ogni anno non mancano polemiche e perplessità in merito all'abolizione e alla possibile unificazione dell'orario per tutto l'anno. Ma.. perché viene fatto questo cambio due volte l'anno? Qual è il senso?
Il cambio d'ora in Europa tra Paesi favorevoli e chi vuole l'abolizione
L'abolizione del cambio d'ora è stata proposta nel 2018 in Europa da diversi Paesi, lasciando a ciascuno la possibilità di scegliere se tenere ora solare o legale per tutto l'anno. Nonostante l'84% di approvazione, all'effettivo solo pochi Paesi hanno effettivamente deciso di mettere in pratica quest'orario unico – parlo di alcune nazioni Nordeuropee.
La scelta di tenere il cambio d'orario, per quanto possa essere scomodo, serve per avere un risparmio energetico non indifferente. Prendiamo come riferimento gli ultimi dati Terna disponibili. Nel 2022 grazie all'ora legale il sistema elettrico italiano ha permesso di ridurre i consumi di 420 milioni di kWh, pari ciò al fabbisogno medio annuo di 150 mila famiglie, per un risparmio complessivo di circa 190 milioni di euro. Allo stesso tempo, il minor consumo ha evitato il rilascio in atmosfera di circa 200 mila tonnellate di CO2.
Allo stesso tempo, anche la scelta di abolire il cambio d'ora ha senso: modificare l'orario due volte l'anno può creare squilibri nel ciclo sonno-veglia delle persone, facendoci sentire stanchi, distratti e assonnati durante i primi giorni di cambio orario.