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Per creare il personaggio del mostro di Frankenstein, Mary Shelley si ispirò agli esperimenti di uno scienziato italiano, Giovanni Aldini. Basandosi sulle teorie di Luigi Galvani in merito all’elettricità animale, all’inizio dell’800 Aldini effettuò esperimenti su corpi di animali, provocando dei movimenti mediante scariche elettriche e facendoli quasi sembrare vivi. In uno studio del 1803, Aldini ipotizzò addirittura che, con l’elettricità, si potessero riportare in vita i cadaveri. La teoria è priva di fondamento, ma all’epoca, quando ancora alcuni scienziati credevano nella generazione spontanea degli esseri viventi, suscitava un certo fascino. Sulla base degli esperimenti di Aldini, Mary Shelley immaginò che un medico svizzero, Viktor Frankenstein, avesse creato un mostro assemblando pezzi di cadaveri e gli avesse poi infuso la vita mediante l’elettricità.
La storia del mostro di Frankestein di Mary Shelly e Giovanni Aldini
Il mostro di Frankenstein è uno dei personaggi più noti della letteratura horror. Fu creato da un’autrice inglese, Mary Shelley, tra il 1816 e il 1817. Shelley, all’epoca diciannovenne, era in vacanza a Ginevra insieme a un gruppo di amici appartenenti all’alta società britannica. Poiché faceva molto freddo (era l’“anno senza estate”), il gruppo era costretto a trascorrere molto tempo in casa. Su ispirazione del poeta George Byron (amante della sorellastra di Mary Shelley), i giovani decisero di impegnarsi in una singolare sfida: scrivere il romanzo più spaventoso possibile.

Nell’ambito della sfida, Mary Shelley creò il personaggio del mostro di Frankenstein. La storia che inventò è, in estrema sintesi, la seguente: il medico svizzero Viktor Frankenstein, esperto di filosofia naturale e di medicina, decide di fare un esperimento per creare un essere vivente assemblando cadaveri. Si appropria dei “pezzi” che gli servono nei cimiteri e, mediante scariche elettriche, riesce ad animare il mostro che ha creato. Frankenstein non è dunque il nome del mostro, come abitualmente si ritiene, ma quello del suo creatore. Quando la creatura mostruosa fugge, il dottor Frankenstein la abbandona al suo destino. Tuttavia, il mostro serba rancore verso il genere umano e perciò torna in Svizzera e uccide alcune persone, tra le quali il fratello minore di Viktor Frankenstein e la sua promessa sposa. Dopo la morte del suo creatore, il mostro si toglie la vita, dandosi fuoco perché nessuno possa vedere come è fatto e creare esseri simili.
Il romanzo di Mary Shelley, intitolato "Frankenstein o il moderno Prometeo", fu pubblicato nel 1819 e, in versione aggiornata, nel 1831. Il personaggio del mostro ha avuto grande fortuna: non si contano i film, i fumetti, i videogiochi e le altre forme di espressione delle quali è protagonista.
Per creare il personaggio del mostro, Mary Shelley trasse ispirazione degli esperimenti compiuti all’inizio dell’800 dallo scienziato Giovanni Aldini, che applicò l’elettricità a corpi di uomini e animali. Gli esperimenti di Aldini erano basati sulla teoria dell’elettricità animale, elaborata dal fisiologo italiano Luigi Galvani (zio di Aldini), secondo il quale gli esseri viventi contengono una quota di elettricità “intrinseca,” controllata dal cervello e depositata dai muscoli. Oggi sappiamo che la teoria è inesatta, sebbene non del tutto infondata. Sulla base delle teorie di Galvani, Aldini effettuò esperimenti collegando elettrodi ai corpi di animali che, grazie all’elettricità, effettuavano dei movimenti come se fossero vivi. Usò anche corpi umani con la testa mozzata, provocandone movimenti negli arti, e teste tagliate che, grazie all’elettricità, aprivano le palpebre. Nel 1803 pubblicò uno studio, intitolato "An account of the late improvements in galvanism", cioè "Resoconto degli ultimi perfezionamenti del galvanismo", nel quale ipotizzò che si potessero riportare in vita i cadaveri mediante l’elettricità.

La teoria, naturalmente, è infondata, ma la conoscenza scientifica dell’inizio dell’800 non consentiva di escluderne categoricamente la plausibilità. Una parte degli scienziati, infatti, riteneva che la vita potesse nascere per generazione spontanea.
La teoria della generazione spontanea
Gli esperimenti e le idee di Aldini erano agevolati dalla teoria della generazione spontanea della vita, secondo la quale esseri viventi possono generarsi dalla materia inanimata. Secondo la teoria, esseri semplici, come vermi e insetti possono nascere “spontaneamente” da elementi come le carcasse in putrefazione o il fango. La teoria, che ha origini antichissime, era stata confutata già nel ‘600 da scienziati come Lazzaro Spallanzani e Francesco Redi, ma era tornata in auge nel secolo del successivo. È stata definitivamente smentita da Louis Pasteur nel 1864: lo scienziato dimostrò oltre ogni ragionevole dubbio che la vita può nascere solo da altri esseri viventi e che le generazioni che apparivano spontanee erano in realtà dovute all’azione di microrganismi. All’inizio dell’800, l’idea della generazione spontanea era ancora popolare e fornì una “base” per l’ipotesi secondo la quale si potesse infondere vita ai cadaveri tramite l’elettricità. In maniera indiretta, dunque, funse da ispirazione per il personaggio del mostro di Frankenstein.