
Hanno suscitato non poche polemiche le parole della leggenda del tennis, Roger Federer, durante un’intervista nel podcast Served di Andy Roddick. Lo svizzero, ritiratosi ormai da tre anni, parlando del duopolio Sinner-Alcaraz che sta dominando il tennis mondiale, ha offerto il suo punto di vista sull’uniformità di gioco e di risultati che sembra vivere il tennis oggi. L’ex numero uno del mondo ha definito le superfici di gioco "tutte uguali" così da appiattire il livello e far emergere i più forti. Le superfici di gioco (terra battuta, erba, terreno sintetico, terreni duri) influenzano infatti il gioco a seconda delle loro caratteristiche specifiche che possono incontrare o meno le preferenze dei singoli tennisti.
Secondo Federer (la tesi è stata sposata anche dall'attuale n° 3 del mondo, il tedesco Sascha Zverev) il fatto che le superfici siano "uguali e tendenzialmente più lente rispetto al passato" svantaggia il giocatore più debole, perché è costretto a tirare colpi straordinari per battere i due dominatori del circuito. Ma è davvero così? Le superfici del Tour sono davvero uguali e più lente? Secondo il Court Pace Index (indice di velocità del campo), un parametro scientifico, le superfici non sono più “lente” rispetto al passsato, ma è vero che si stanno “uniformando”.
Cosa sono il CPR e il CPI
Il CPR (Court Pace Rating) misura l’effetto che la superficie ha sulla pallina da tennis, considerando il coefficiente di attrito e la restituzione verticale della palla. Viene rilevato tramite un test che utilizza una macchina sparapalle e un attrezzo chiamato Sestée. Il CPR viene utilizzato per classificare i campi in 5 categorie stabilite dall’ITF (la Federazione Internazionale Tennis).
- campi lenti (meno di 29)
- campi medio-lenti (tra 30 e 34)
- campi medi (tra 35 e 39)
- campi medio-veloci (tra 40 e 44)
- campi veloci (maggiore di 45)
Il CPI (Court Pace Index), invece, è una misurazione completamente indipendente che deriva dai dati raccolti da Hawk-Eye (l"Occhio di Falco") attraverso il sistema di telecamere a triangolazione. Mostra la velocità effettiva dei campi misurata durante le partite reali e consiste in una media calcolata su sette giorni di un torneo. Il CPI deve essere rilevato durante il torneo e non prima. La formula utilizzata per calcolare il CPI è: CPI = 100(1-μ) + 150(0.81-e), dove "μ" è il coefficiente di attrito ed "e" rappresenta il coefficiente di restituzione.
In sintesi il CPR rappresenta una classificazione della superficie effettuata dall’ITF, mentre il CPI rappresenta una misurazione della velocità effettiva dei campi durante le partite. Si tratta di test reali, effettuati durante il torneo, in condizioni di gioco, e non in laboratorio come il CPR. I risultati non sono troppo diversi, ma è opportuno ricordare la differenza.
Le superfici dei campi da tennis si uniformano, come sostiene Federer?
Tornando alla tesi di partenza, Federer sostiene che oggi tutti i giocatori del circuito "giochino in modo simile perché i direttori dei tornei hanno permesso che la velocità della palla e la velocità del campo ogni settimana siano tendenziamente uguali ed è per questo che si può passare dalla vittoria al Roland Garros a Wimbledon fino agli US Open e giocare sempre nello stesso modo". E' proprio così?
Abbiamo analizzato i dati ufficiali forniti dal portale Courtspeed in collaborazione con ATP. Molto interessante ai fini della nostra ricerca il confronto tra il 2017 e il 2024 di tutti i campi dei Masters 1000 oltre a quello delle ATP Finals che nel 2017 si sono svolte a Londra, mentre nel 2024 a Torino. Ricordiamo inoltre che Montecarlo, Madrid e Roma si svolgono su terra rossa, Parigi-Bercy e Finals sul cemento indoor, mentre tutti gli altri sul cemento outdoor.
Il dato che salta subito all'occhio è l'aumento generalizzato della velocità dei campi: si è passati da una media di 32,1 nel 2017 al 36,4 nel 2025. I campi in terra rossa sono tutti vicini alla classificazione medio-lenti, mentre sono in tre ad aver raggiunto la categoria "medio-veloce" (Cincinnati-Shanghai-Parigi Bercy) rispetto al solo Shanghai del 2017. Il caso di Shanghai è emblematico per spiegare come non solo la superficie, ma anche la tipologia di pallina e soprattutto le condizioni atmosferiche siano determinanti: l'edizione 2025, infatti, è stata contraddistinta da caldo e umidità record (spesso sopra i 30° e il 90%) che hanno drasticamente abbassato il CPI del campo cinese da un valore medio sempre superiore a 40 negli ultimi dieci anni a 32,8, oltre a creare non pochi problemi ai giocatori, impegnati più a "sopravvivere" che a disputare una partita di tennis in mancanza di regole sul caldo estremo.
Sul tema della velocità l'affermazione di Federer viene, dunque, smentita dalla scienza. Per quanto riguarda l'uniformità di superfici, invece, lo svizzero ha ragione. La differenza tra valore minimo e massimo si è assottigliata in otto anni: da 22 a 18.5 e, come già notato, i campi in terra battuta, generalmente più veloci rispetto al passato anche recente, ne sono una causa. Sebbene resistano gli specialisti (terraioli, erbaioli, giocatori da cemento indoor e outdoor), l'adattamento alle superfici e il ciclico cambio da una all'altra sono più agevoli rispetto all'epoca del 20 volte campione Slam.