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8 Ottobre 2021
7:00

Campi da tennis: di cosa sono fatti e cosa cambia per chi gioca

Il materiale di cui sono fatti di i campi da tennis, spesso di origine geologica, influenza molto le tecniche di gioco. Terra, sintetico, cemento o erba, ciascuno ha proprietà particolari che, in un modo o nell'altro, influenzano lo svolgimento di importanti tornei come il Roland Garros o l'US Open.

A cura di Redazione
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Campi da tennis: di cosa sono fatti e cosa cambia per chi gioca
Tennis

Rovesci corti, serve e volley, attacco sotto rete: e se vi dicessi che nel tennis molto, moltissimo dello stile di gioco dipende…dal materiale di cui è fatto il campo? Altro che scarpe e racchette: i migliori alleati (e nemici) di un giocatore sono terra e asfalto, erba e gomma.

Ecco tutti i tipi di campi da tennis e le superfici con cui sono realizzati.

Un classico

Wimbledon non sarebbe Wimbledon senza le polo bianche, le coppe di fragole e… l’erba naturale.

La gara fondata alla fine dell’Ottocento, infatti, è tutta basata su un preciso comportamento del campo da gioco: la terra deve essere ricoperta da 8 millimetri esatti di erba perché la palla rimbalzi a poca distanza da terra, spingendo i giocatori a servizi veloci e a stare sotto rete. Oltre all’erba, però, i campi da tennis possono essere in terra, materiali sintetici (gommato oppure no), cemento e di cosiddetta moquette.

Terre varie

La terra sembra spiegarsi da sola, ma può essere molto diversa a seconda di latitudini e tornei. Se molti di noi la conosco nella sua forma rossa, potremmo incontrarla anche verde o grigia: la prima, tipica del Roland Garros e diffusissima in Europa e Sud America, è composta da uno strato di argilla compattata. Dopo l’erba è quella che richiede più manutenzione, perché diventa subito irregolare: non tutto il male viene per nuocere però, dato che la sua struttura rallenta il gioco e favorisce spettacolari scivolate.

La terra verde invece, usata quasi solo negli Stati Uniti, è composta da un misto basaltico. Ma vi rendete conto?! Basalto! Lava! Si gioca anche su materiale vulcanico!

All’inizio gli US Open si giocavano proprio su questo terreno, mentre ora i campi sono tutti dotati di un materiale in lega di polimetilmetacrilato, gomma e silice. In sostanza, un sintetico. Può capitare, poi, di vedere campi da tennis in terra blu o gialla, che sono uguali alla terra rossa ma tinte, terra marrone, una variante meno diffusa della terra verde, oppure persino la terra grigia. Questa è molto rara, perché – data la composizione di pietrisco frammentato – deve essere mantenuta umida ed è molto scivolosa. Non proprio adatta al tennista della domenica.

Sintetico: la nuova via che non piace agli amanti del classico

La terra del campo da tennis può anche essere sintetica, o essere ricoperta dal linoleum, ma è raro che queste varianti sostituiscano il cemento o i manti sintetici veri e propri: per superfici sintetiche, o Mantoflex, si intendono le resine di elastomero acriliche a spessore, con microgranuli di gomma e pigmenti stabili alla luce. Facile, no?

Su questi campi sono giocati i tornei di Flushing Meadows e Australian Open: la manutenzione è comodissima, il rimbalzo alto e regolare permette un gioco agile di attacco e difesa. I campi sintetici gommati, invece, sono in PVC, e hanno una superficie un pochino più elastica. Ultima categoria sintetica sono i campi in moquette, morbidi e veloci, composti da polipropilene e nylon.

Comodo, ma per chi?

Il campo da tennis in cemento, infine, è forse il meno romantico, ma è quasi sempre il più economico: poca manutenzione, praticabile ovunque, ha negli US Open di New York il suo riferimento principale.

La superficie liscia e regolare consente un rimbalzo della palla abbastanza veloce e non troppo alto e il suo manto, rispetto alla terra e all'erba, ha una superficie più omogenea, per cui non ci sono rimbalzi imprevisti. É adatto al classico schema di gioco “servizio e dritto”, tipico della scuola americana. Ha una sola pecca: ti spezza in due le ginocchia.

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