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No, non è vero che il metalupo di oltre 10.000 anni fa è tornato in vita grazie alla de-estinzione

Colossal Biosciences non ha "riportato in vita" il metalupo: ha modificato geneticamente il DNA del lupo grigio con tecniche CRISPR, inserendo piccole porzioni di DNA di metalupo ricavate da antichi fossili. Sono nati 3 cuccioli con tratti fenotipici simili ai metalupi, ma il loro DNA resta prevalentemente di lupo grigio.

8 Aprile 2025
14:05
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No, non è vero che il metalupo di oltre 10.000 anni fa è tornato in vita grazie alla de-estinzione
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Credit: Colossal Biosciences

L'azienda americana Colossal Laboratories & Biosciences ha annunciato di aver "riportato in vita" il metalupo o enocione (Aenocyon dirus), una specie estinta circa 13 ooo anni fa, tramite un progetto di de-estinzione. Questa pratica, nota anche come resurrezione biologica, consiste nella creazione in laboratorio di una specie estinta tramite l'utilizzo di tecniche di ingegneria genetica in grado di modificare il DNA delle cellule di una specie vivente in modo tale da ottenere delle cellule con il patrimonio genetico della specie estinta. I dire Wolf o lupi terribili, resi famosi dalla serie televisiva Game of Thrones, erano animali imponenti, con forti mascelle adatte a rompere ossa e una folta pelliccia bianca. Quello che hanno fatto i ricercatori della Colossal Biosciences, impegnata già nella de-estinzione del dodo e del mammut, è stato modificare il DNA di quello che secondo i loro studi sembra essere il parente più prossimo dei metalupi, il lupo grigio (Canis lupus) in modo da ottenere tratti fenotipici (caratteristiche osservabili) della specie estinta migliaia di anni fa. Sono così nati tre cuccioli, due a ottobre 2024 chiamati Romolo e Remo e uno a gennaio 2025, una femmina chiamata Khaleesi in onore di Daenerys Targaryen, uno dei più amati personaggi del Trono di Spade.

Cosa ha fatto esattamente Colossal Biosciences con i metalupi

Ma come hanno fatto a riportare in vita le caratteristiche di una specie estinta? Gli scienziati hanno analizzato il DNA estratto da due fossili di metalupi, un dente risalente a circa 13 000 anni fa, e un osso dell'orecchio interno di circa 72 000 anni. L'analisi e il confronto del DNA estratto con il patrimonio genetico di specie attuali come il lupo grigio hanno permesso di individuare i geni, cioè i tratti del DNA che conferiscono le caratteristiche uniche a una specie, responsabili delle dimensioni corporee, della forma di testa, orecchie e cranio, delle caratteristiche del pelo come il colore e la lunghezza e delle vocalizzazioni, in particolare l'ululato. A questo punto, tramite avanzate tecniche di ingegneria genetica, come il sistema CRISPR/Cas9, sono state apportante delle modifiche al DNA delle cellule di lupo grigio, nello specifico, sono state apportate 20 modifiche in 14 geni. Di queste modifiche, 15 sono state apportate usando il DNA recuperato dai fossili di metalupo, mentre le rimanenti sono state ottenute lavorando direttamente sul DNA originario.

Questa tecnica utilizza una proteina che funziona come una “forbice molecolare” per tagliare il DNA in punti specifici, guidata da un filamento di RNA che indica dove intervenire. Il complesso proteina-RNA si lega al DNA e lo taglia nel punto desiderato. A quel punto, il segmento di DNA originale può essere rimosso, sostituito o modificato. Ripetendo questo processo per tutte le modifiche necessarie, si sono ottenuti lupi con tratti genetici dei metalupi.

Perché parlare di de-estinzione è improprio

Detto ciò, parlare di una vera e propria "de-estinzione" potrebbe essere prematuro. Il patrimonio genetico di questi cuccioli, che oggi corrono e giocano nella loro riserva protetta, è ancora in larghissima parte quello del lupo grigio, con solamente piccoli inserti del DNA di metalupo. I cuccioli, infatti, mostrano le caratteristiche fenotipiche dei metalupi, pur mantenendo la quasi totalità del loro DNA originario di lupi grigi.

Per esempio, per le dimensioni corporee, invece di inserire e replicare la variante del lupo terribile che poteva avere effetti collaterali nei lupi grigi, i ricercatori hanno usato una variante genetica già presente nei lupi grigi, stessa cosa per la pelliccia chiara, per cui sono stati inattivati geni specifici del colore del pelo già presenti nella specie attuale, ottenendo il risultato desiderato senza rischi per la salute.

Questo è riscontrabile anche nel progetto dei topi lanosi per de-estinguere il mammut, l'approccio di Colossal non consiste necessariamente nell'inserire geni "nuovi" provenienti dalla specie estinta. Piuttosto, si concentra sulla modifica delle varianti genetiche già esistenti nella specie vivente più vicina per esaltare o reprimere tratti che ricordano quelli della specie estinta L'obiettivo è quello di ottenere un fenotipo simile nel modo più sicuro ed efficace possibile, minimizzando i rischi legati all'introduzione di sequenze genetiche completamente nuove.

Quello che sicuramente è da sottolineare sono le capacità di marketing dell'azienda con sede a Dallas. Basta guardare il loro sito ufficiale: tra grafiche futuristiche e slogan roboanti, sembra chiaro che l'azienda punti particolarmente a veicolare una certa immagine di sé e del proprio lavoro che però può risultare eccessivamente ottimista e autocelebrativa e dare origine a facili interpretazioni errate, soprattutto tra i non addetti ai lavori.

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