
Come ogni anno il Comitato del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO – cioè l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura – ha valutato le proposte di nuovi siti culturali e naturali da tutto il mondo, e per il 2025 ne ha aggiunti ben 26 alla Lista del Patrimonio Mondiale, toccando la quota di ben 1248 siti sparsi in 170 Paesi. Tra i siti di quest'anno c'è anche quello delle Domus de Janas, antiche tombe rupestri preistoriche scavate nella roccia in Sardegna risalenti al Neolitico, che si è aggiunto alla via Appia (diventata patrimonio dell’UNESCO nel 2024) portando a quota 61 i siti riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO in Italia.
Ma cosa comporta questo riconoscimento? Che certi beni culturali hanno un'importanza globale e, in quanto tali, meritano di essere protetti dalla guerra e dal degrado ambientale. Tra i poteri dell'agenzia dell'ONU, dalla quale gli Stati Uniti hanno da poco deciso di ritirarsi (di nuovo), c'è anche la concessione di una maggiore protezione per i siti considerati a rischio.
Quest'anno, quasi un terzo dei nuovi iscritti è legato alla preistoria, e alcuni sono connessi alle comunità indigene locali. Ma dove sono i nuovi siti? Vediamoli per continenti.
I siti in Asia
In Asia ce ne sono tantissimi: c'è il luogo di nascita della "tradizione Zen vietnamita" del buddismo Truc Lam, con un complesso composto da oltre 20 siti in Vietnam; poi, in Cambogia, per onorare la memoria dei milioni di vittime del regime dei Khmer Rossi, sono stati iscritti i Siti della Memoria Cambogiana, un tempo luoghi di violenta repressione; in Tagikistan sono stati aggiunti i siti dell'antica Khuttal, che illustrano la ricca diversità culturale dell'omonimo regno medievale che fiorì tra il VII e il XVI secolo d.C.; ce ne sono due nuovi in Corea del Sud, cioè i petroglifi lungo il torrente Bangucheon e il Monte Kumgang ("Montagna di Diamante"), famoso per le sue cime di granito bianco e gli ecosistemi incontaminati; poi c'è il Forest Research Institute Malaysia Forest Park Selangor, una foresta pluviale creata artificialmente in Malesia su terreni degradati dall'estrazione dello stagno; in Cina sono state aggiunte le tombe imperiali di Xixia, una necropoli imperiale dell'omonima dinastia ai piedi dei Monti Helan meridionali; poi c'è il paleopaesaggio di Faya, negli Emirati Arabi Uniti, con testimonianze di occupazione umana risalenti al Paleolitico medio e al Neolitico; i paesaggi militari Maratha dell'India, composti da 12 fortificazioni costruite, adattate o ampliate dai Maratha tra Seicento e Ottocento; i siti preistorici della valle di Khorramabad, in Iran, dove la prima presenza umana risale a 63.000 anni fa; e i tumuli lidi di Bin Tepe in Turchia intorno all'antica Sardi, capitale della potente civiltà dei Lidi dell'età del ferro (VIII-VI secolo a.C.).
I siti in Europa
In Europa sono state aggiunte le Domus de Janas in Sardegna, tombe ipogee risalenti al Neolitico anche note come "case delle fate"; i quattro castelli di Re Ludovico II di Baviera (Neuschwanstein, Linderhof, Schachen e Herrenchiemsee), costruiti in Germania tra il 1864 e il 1886 su ispirazione delle fiabe tedesche; i megaliti di Carnac e delle rive del Morbihan in Francia, costruiti nel Neolitico; i grandi Møns Klint in Danimarca, delle scogliere in calcare di 70 milioni di anni che si affacciano sul Mar Baltico; a Creta, in Grecia, sono stati iscritti i Centri Palaziali Minoici, che rappresentano una delle principali culture preistoriche del Mediterraneo, quella appunto minoica; infine, in Russia, sono state aggiunte le pitture rupestri della grotta di Shulgan-Tash, negli Urali meridionali, risalenti al tardo Paleolitico.

I siti in Africa
In Africa ce ne sono quattro: sono il Paesaggio Culturale Diy-Gid-Biy dei Monti Mandara, un insieme di 16 siti archeologici distribuiti su sette villaggi in Camerun; l'Arcipelago Bijagós – Omatí Minhô in Guinea-Bissau, che unisce una serie di ecosistemi costieri e marini; la catena montuosa Mulanje del Malawi meridionale, curata dai popoli Yao, Mang'anja e Lhomwe; e il complesso Gola-Tiwai in Sierra Leone (il primo sito per il Paese), che comprende il Parco Nazionale della Foresta Pluviale di Gola e il Santuario Faunistico dell'Isola di Tiwai. Un bene del Sudafrica, poi, è stato esteso al Mozambico, creando un parco naturale transfrontaliero.

I siti in America
Nelle Americhe è stato aggiunto il canyon del fiume Peruaçu, in Brasile, con un sistema di grotte carsiche ricco di biodiversità; il Cammino Wixárika, un patrimonio che si estende per oltre 500 km attraverso cinque stati del Messico centro-settentrionale collegando paesaggi sacri centrali per le pratiche spirituali e culturali dei popoli indigeni omonimi; la rotta coloniale transistmica di Panama, uno dei due principali interscambi terrestri tra gli oceani Atlantico e Pacifico; e il complesso archeologico seicentesco di Port Royal, a Kingston, nella Giamaica sud-orientale, che raccoglie ciò che è sopravvissuto dell'importante città portuale inglese dopo il devastante terremoto del 1692.

E l'unico nuovo sito in Oceania
Infine, ce n'è solo uno in Oceania: il paesaggio di rocce incise di Murujuga, nell'Australia nord-occidentale, plasmato dalla presenza dei nativi Ngarda–Ngarli, proprietari tradizionali e custodi spirituali del sito da oltre 50.000 anni.