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17 Marzo 2023
12:30

Siti UNESCO, cosa sono, quali e quanti sono i patrimoni mondiali dell’umanità e e perché sono così importanti

Tutti conoscono i siti UNESCO per la loro bellezza e il loro impatto sociale, ma quanti sono? E chi decide quando un luogo entra a far parte di questa classifica?

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Siti UNESCO, cosa sono, quali e quanti sono i patrimoni mondiali dell’umanità e e perché sono così importanti

siti unesco

Turisti e viaggiatori di tutto il mondo hanno quasi certamente sentito dei siti UNESCO. Questi luoghi sono considerati posti dalla bellezza unica e da visitare almeno una volta nella vita per le loro straordinarie peculiarità ambientali, naturalistiche, storiche, artistiche e per l'impatto sociale e culturale che hanno o hanno avuto a livello globale. Un patrimonio dell'umanità (in inglese World Heritage Site o WHS) è quindi un sito registrato nella lista del patrimonio mondiale o World Heritage List.

A Gennaio 2023 erano presenti 1.157 siti UNESCO sparsi in 167 nazioni di ogni parte del globo e con ben 58 WHS, la nazione con il maggiore numero siamo noi! A confermare l'inestimabile patrimonio naturalistico, culturale e biologico della nostra penisola nonostante le piccole dimensioni del nostro paese.

Ma cosa cosa significa essere un sito UNESCO? Come avviene la candidatura e la selezione? Ed infine, perché va protetto?

I primi siti UNESCO

L'idea di proteggere i monumenti è relativamente recente ed ha dato il via al più grande salvataggio nella storia dell'archeologia: nel 1959 l'Egitto e il Sudan chiedono aiuto alle Nazioni Unite per proteggere alcuni monumenti nubiani di oltre 3.000 anni fa che rischiavano di essere sommersi dall'imminente costruzione della diga di Assuan. Da questo momento in poi, tante altre nazioni faranno la fila per chiedere assistenza al dipartimento per l'educazione, la scienza e la cultura delle Nazioni Unite, per tutti noto come UNESCO. Tuttavia questo salvataggio rimane una misura emergenziale in quanto all'epoca non ci sono ancora dei criteri per definire in maniera sistematica cosa sia un sito UNESCO, né tantomeno abbiamo una lista dei siti da proteggere.

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Sinistra: Francobollo emesso per raccogliere fondi per il salvataggio del tempio di Abu Simbel | Credit: Temehu. Destra: Il salvataggio del tempio di Abu Simbel | Credit: SARAT.

I World Heritage Site

Bisognerà attendere altri 13 anni affinché i membri UNESCO possano raggiungere l'accordo sulla Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale dell'umanità (noto come World Heritage Convention). L'accordo ci fornisce una semplice definizione di sito UNESCO: un'area o un edificio (tecnicamente definita come proprietà) dall'eccezionale valore culturale, storico, paesaggistico o scientifico. A partire da questa definizione, i siti sono ripartiti in tre categorie: culturali, naturali o misti. Il principale scopo dell'UNESCO è di tutelare ed allo stesso tempo valorizzare questi patrimoni a livelli mondiale. Per farne parte, le regole sono semplici, bisogna soddisfare almeno uno dei dieci criteri che rispecchiano canoni (del tutto soggettivi!) quali la bellezza paesaggistica, la testimonianza del genio creativo dell’uomo oppure siano la dimostrazione di un processo biologico/ecologico straordinario.

Poco dopo la stipula della convenzione, segue la prima lista ufficiale dei WHS nel 1978 che comprendeva solo 12 siti patrimonio UNESCO, fra cui il parco nazionale di Yellowstone. Annualmente la lista si è andata via via allargando ad ogni successiva sessione del World Heritage Committee. Il primo sito per l'Italia viene riconosciuto nel 1979 e forse non è fra i luoghi più visitati o conosciuti: le incisioni rupestri della Val Camonica. Essendo la culla della civiltà romana e del Rinascimento, il 90% dei nostri siti UNESCO sono di tipo ‘culturale'.

incisioni rupestri val camonica

A livello globale, ogni anno vengono aggiunti dai 20 ai 30 siti di media, ed al momento più della metà dei siti patrimonio dell'umanità si trova in Europa. La spiegazione è in parte legata al fatto che le nazioni europee furono fra le prime, a cavallo fra gli anni '70 ed '80, ad aderire alla convenzione UNESCO del 1972 e quindi era nella posizione di proporre luoghi situati sul proprio territorio.

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Mappa dei World Heritage Sites | Credit: UNESCO

Come si diventa un sito UNESCO

Solo le 194 nazioni che, ad oggi, hanno siglato la World Heritage Convention possono fare la richiesta all'UNESCO. A questo punto seguono 4 passaggi, il cui completamento può richiedere diversi anni:

  1. Lista preliminare. Lo stato prepara una lista delle proprietà che intende proporre e la categoria alla quale appartiene (culturale, naturale o misto);
  2. La nomina. Questo passaggio comprende la compilazione per ogni sito nella lista preliminare di tutte le informazioni richieste dal World Heritage Centre, un organismo indipendente dell'UNESCO che offre supporto nella preparazione delle domande;
  3. Comitato consultivo. Questa fase include la valutazione di tre diversi gruppi intergovernativi di esperti (esterni all'UNESCO) i quali esprimono un parere preventivo sul sito, il suo stato di conservazione, quali sarebbero i potenziali benefici nell'inserirlo nei siti UNESCO e su cosa (eventualmente) manca ancora per diventare un sito UNESCO. Questo parere è quasi sempre decisivo per la decisione finale;
  4. World Heritage Committee. Questo comitato si riunisce annualmente ed è formato da 21 membri fra gli stati che hanno aderito alla World Heritage Convention che vengono eletti ogni 4 anni. Il World Heritage Committee esprime la sua posizione finale sulla base delle valutazioni ricevute. In caso di parere negativo, rimanda indietro la domanda chiedendo ulteriori chiarimenti o miglioramenti delle condizioni della proprietà proposta. In caso di parere affermativo, il comitato suggerisce delle linee guida per amministrare e preservare il sito e, soprattutto, decide anche il tipo di assistenza da allocare. L'assistenza non si limita a finanziamenti ma anche al supporto tecnico di studiosi di fama internazionale.

La stessa procedura va eseguita anche per aggiungere un sito nella lista delle proprietà in pericolo, ossia quelle che rischiano di essere rovinate o addirittura distrutte dall’incessante scorrere del tempo, da disastri ambientali o, peggio ancora, dall'uomo. Dal punto di vista economico, ogni anno vengono destinati circa 4 milioni di dollari per supportare i WHS, una cifra minuscola se consideriamo il numero e la dimensione delle proprietà. Tuttavia i benefici, come vedremo a breve, sono notevoli

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, un World Heritage Site non dura per sempre. L'affiliazione termina nel momento in cui il World Heritage Committee ritiene che il sito non sia adeguatamente protetto o amministrato oppure cambino i criteri per la selezione. Un evento comunque raro dato che è accaduto solo 3 volte. A questo punto la domanda è lecita: perché imbarcarsi in un percorso così lungo e tortuoso, dalla lunga durata e dal ritorno economico ridotto?

I vantaggi di essere un sito UNESCO

La risposta all'ultima domanda è univoca: fama. Essere inseriti nella lista dei siti UNESCO del mondo può improvvisamente cambiare il destino di una località e catapultare un posto del tutto remoto e trascurato in un'attrazione turistica dalla fama internazionale con inevitabili benefici dal punto di vista economico e geopolitico, un esempio a noi vicino è Matera. Il primo e più importante beneficio è quindi il turismo: essere nella lista significa attrarre viaggiatori e scrittori da tutto il mondo che a loro volta divulgheranno la bellezza del luogo con un effetto domino sull'afflusso di turisti.

matera vista

Alcuni dei WHS posso superare facilmente i 10 milioni di visitatori annui e le 5 località più visitate in Italia sono siti UNESCO. Parliamo del Colosseo, di Pompei, degli Uffizi e della Galleria dell'Accademia a Firenze e del Castel Sant'Angelo a Roma.

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I 5 siti UNESCO più visitati in Italia con il relativo numero di turisti | Credit: Ministero della Cultura

Un'altro effetto da non sottovalutare è la vetrina internazionale offerta al sito che garantisce l'attenzione, il supporto e anche protezione dalle comunità internazionale in momenti eccezionali quali una guerra oppure un disastro naturale come un terremoto. D'altra parte, alcuni di questi siti proprio perché simboli culturali fortemente identitari sono anche più esposti al rischio di essere distrutti o semplicemente depredati durante conflitti di natura religiosa o ideologica, come successo a Palmira in seguito alla guerra civile in Siria.

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