
In Italia l'ora legale potrebbe diventare permanente: oggi, lunedì 17 novembre, sarà presentata alla Camera dei Deputati la proposta di indagine conoscitiva, corredata da 352mila firme, promossa dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), da Consumerismo No profit e dal deputato Andrea Barabotti (Lega). L'obiettivo finale è avviare l'iter parlamentare per abolire definitivamente l'alternanza tra ora solare e ora legale. Se al termine dell'iter la proposta verrà approvata, entro il 30 giugno 2026, si arriverà a una proposta normativa.
L'iniziativa si basa sulla consultazione pubblica realizzata dalla Commissione Europea nel 2018, alla quale parteciparono circa 4,6 milioni di cittadini europei, l'84% dei quali si espresse a favore dell'eliminazione del cambio d'ora.
Nel 2019, effettivamente, il Parlamento Europeo aveva approvato una proposta di direttiva per lasciare ai singoli Stati la libertà di scegliere tra ora legale o solare permanente. I lavori, tuttavia, si erano arenati a causa della pandemia da Covid-19 e della difficoltà nello stabilire un calendario orario comune in tutta l'Unione Europea.
Motivi e possibili benefici di un'ora legale permanente
Ma per quale motivo la proposta è quella di abolire l'ora solare, rendendo l'ora legale permanente? È l'ora solare, infatti, quella considerata “naturale” perché segue il moto apparente del Sole, ponendo il mezzogiorno (ossia le 12) attorno al momento in cui il Sole raggiunge il punto più alto nel cielo.
La motivazione principale avrebbe a che fare con il risparmio energetico, ambientale ed economico derivante dallo spostare in avanti di un'ora le lancette degli orologi: secondo i dati Terna (la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale), tra marzo e ottobre 2025 il il sistema elettrico italiano ha consumato 310 milioni di kWh in meno, pari al fabbisogno medio di circa 120.000 famiglie nell'arco di un anno. Nella pratica, questo dato si traduce con un risparmio economico di oltre 90 milioni di euro. Al tempo stesso, questo minor consumo elettrico ha consentito di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 145.000 tonnellate.
Sempre secondo Terna, tra il 2004 e il 2025 l'Italia ha risparmiato complessivamente oltre 12 miliardi di kWh grazie all'ora legale, il che ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,3 miliardi di euro.
In Italia l'ora legale è stata introdotta per la prima volta nel 1916, con l'obiettivo di sfruttare al meglio le ore solari, ridurre lo spreco di luce diurna e risparmiare energia durante la Prima Guerra Mondiale, allora in corso.
Negli anni successivi la sua adozione non fu però costante, alternando anni in cui venne soppressa ad altri in cui fu ripristinata: dopo circa 20 anni di incertezza, nel 1966 la Legge n.1144 decretò l'entrata in vigore ufficiale dell'ora legale nel nostro Paese, con “l'ora normale anticipata, a tutti gli effetti, di sessanta minuti primi”.
Perché la proposta europea di abolire il cambio orario si è arenata
Come anticipato, la proposta si basa sulla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione Europea nel 2018, alla quale parteciparono 4,6 milioni di cittadini europei: l'84% di questi si espresse a favore dell'abolizione del cambio d'ora. A seguito di questi risultati, nel 2019 il Parlamento Europeo approvò una proposta di direttiva, che avrebbe permesso ai singoli Stati Membri la libertà di scegliere se rendere permanente l'ora legale o quella solare.
Nonostante i tentativi, tuttavia, l'iter europeo si è arenato quasi subito. I motivi di questo stop sono diversi: primo fra tutti la pandemia da Covid-19, che ha di fatto rallentato l'intero processo, dato che la decisione finale – mai ufficializzata – sarebbe dovuta arrivare entro il 2021.
Il problema principale, tuttavia, è quello di delineare un calendario orario comune in tutta l'Unione Europea: effettivamente, la proposta iniziale consentiva agli Stati membri di scegliere liberamente tra ora legale e ora solare, anche sulla base delle necessità nazionali. Proprio questo, però, ha reso più difficile capire come impostare un sistema di “orario fisso” a livello comunitario.
Insomma, i lavori si sono prorogati le difficoltà più grandi riguardano la scelta del fuso orario da adottare in maniera permanente: non a caso, se da un lato l'ora legale consente un risparmio energetico e ambientale, dall'altro l'ora solare è considerata quella più “naturale”. A questo si aggiunge il fatto che diversi studi scientifici hanno evidenziato l'impatto negativo del cambio orario sulla salute umana e, in particolare, sull'alterazione del ritmo circadiano del nostro corpo.
Nello specifico, il cambio dell'ora due volte all'anno andrebbe a scombussolare il ciclo naturale sonno-veglia, facendoci sentire stanchi, distratti e assonnati – soprattutto durante il primo giorno di cambio orario – con la possibilità di influire negativamente sulla quantità di infarti.