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Tra tutti i mega-progetti attualmente in costruzione nel mondo, uno tra i più interessanti è quello relativo a Oxagon, una futuristica città industriale parzialmente galleggiante e dalla forma ottagonale che dovrebbe sorgere in Arabia Saudita, sul Mar Rosso. L'idea alla base di quest'opera – facente parte del ben più grande progetto NEOM – è quella di dar vita ad un ambizioso hub per la logistica e la manifattura avanzata, il tutto utilizzando energia al 100% rinnovabile. La sua posizione strategica lo renderebbe un crocevia cruciale per il commercio globale, anche se la sua costruzione deve ancora iniziare e non mancano certo grandi dubbi sul suo effettivo completamento.
Le caratteristiche di Oxagon, la città industriale sul Mar Rosso
Oxagon è la città industriale galleggiante del progetto NEOM e dovrebbe sorgere nell'angolo sud-ovest della provincia di Tabuk, lungo la costa del Mar Rosso. Annunciata nel 2021, la città avrà una superficie compresa tra i 200 e i 250 km² e di questi una buona parte sarà galleggiante, così da ospitare il porto e il centro logistico. Oltre a Oxagon, un'altra importante destinazione turistica in costruzione all'interno di NEOM è Trojena, una località montana situata a 50 km dal Golfo di Aqaba.
Oxagon sarà un importante centro per la logistica globale, grazie al suo porto integrato e automatizzato e alla sua posizione strategica vicino al Canale di Suez, attraverso cui transita circa il 13% del commercio mondiale. Inoltre questo nuovo polo industriale si impegna a operare con energia pulita al 100%, sfruttando fonti rinnovabili come l'energia solare, eolica e l'idrogeno verde. Saranno implementate pratiche di economia circolare e gestione efficiente delle risorse idriche. La città integrerà tecnologie come l'Internet delle Cose (IoT), l'intelligenza artificiale (AI), la robotica e la fusione uomo-macchina per ottimizzare le operazioni, la produzione e la logistica.
Oltre al polo industriale qui sorgerà anche comunità vivibile con aree residenziali, strutture per il tempo libero e un focus sulla qualità della vita dei suoi abitanti.
A marzo 2025, la costruzione di OXAGON, il polo industriale di NEOM, procede con significativi progressi nell'area marina e nell'espansione del porto. Si lavora all'integrazione di infrastrutture industriali sostenibili, con un focus sull'idrogeno verde e su partnership globali per sette settori chiave. L'obiettivo è rendere operative le soluzioni logistiche entro quest'anno e completare lo sviluppo onshore entro il 2030.
Il progetto del porto integrato
Una delle infrastrutture più importanti della città di Oxagon è certamente il porto. Questo è progettato per essere completamente integrato con la zona industriale e con la sua rete logistica con l'obiettivo di dar vita ad una "compressed supply chain" (catena di approvvigionamento compressa) che massimizzi l'efficienza e riduca i tempi di transito.

Sebbene le cifre esatte possano evolvere, il porto è progettato per gestire volumi considerevoli di traffico containerizzato e merci varie: inizialmente si parlava di una capacità di circa 1.5 milioni di TEU (Twenty-foot Equivalent Unit), ma con l'espansione in corso, si punta a una capacità significativamente maggiore, con l'obiettivo di diventare uno dei porti più grandi al mondo, potenzialmente gestendo fino a 12 milioni di TEU una volta completato. Oltre ai terminal container, il porto integrato comprenderà strutture per la gestione di carichi generali, Ro-Ro (roll-on/roll-off) e potenzialmente un terminal crociere. Sarà anche presente un centro di ricerca oceanografica.
Il progetto del porto è in corso e prevedediverse fasi. La fase 1 è già operativa da maggio 2023. Sono in corso rapidi lavori di espansione, con l'allargamento e l'approfondimento del canale di accesso per ospitare navi più grandi e la costruzione di nuove banchine. Si prevede che le strutture logistiche saranno operative entro il 2025 e il completamento completo onshore entro il 2030.
L'impatto del progetto Oxagon
Seppur innovativo, il progetto di Oxagon City risente anch'esso di alcune criticità legate soprattutto all'impatto ambientale. Prima di tutto la costruzione di una città parzialmente galleggiante e con un porto di grandi dimensioni richiederà significative opere di dragaggio e riempimento, con conseguente distruzione di habitat marini sensibili come barriere coralline e praterie di fanerogame.
Le attività di costruzione, il rumore sottomarino e l'aumento del traffico navale possono disturbare e danneggiare la fauna marina, incluse specie protette e migratorie. Lo scarico di acque reflue industriali e urbane, anche se trattate, e la potenziale fuoriuscita di sostanze inquinanti dalle attività portuali e industriali possono compromettere la qualità dell'acqua del Mar Rosso. La tecnologia a "zero scarico liquido" promessa necessiterà di una gestione estremamente rigorosa per essere efficace.
Anche se l'obiettivo è un'operatività a zero emissioni, la fase di costruzione di un progetto così massiccio genererà inevitabilmente una notevole quantità di emissioni di gas serra legate alla produzione e al trasporto dei materiali, alle attività di costruzione e all'utilizzo di macchinari. Questo "carbonio incorporato" deve essere attentamente considerato.