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Le galline ovaiole, ovvero le galline allevate per la produzione intensiva di uova, non hanno una vita particolarmente facile all'interno degli allevamenti. Nonostante le recenti norme per il benessere animale impongano agli allevatori precisi criteri da rispettare, vanno comunque messe in atto alcune procedure per ridurre la mortalità degli esemplari. Una pratica molto diffusa e consentita dalla legge prevede di poter "spuntare" la parte terminale del becco oppure di applicare una sorta di occhialini di materiale plastico, in genere di colore rosso, a ciascuna gallina allevata per controllare forme di plumofagia o "pica delle piume"(la tendenza a strappare le piume, proprie o di altre galline) e di cannibalismo.
Perché le galline si strappano le piume e diventano cannibali
Le galline possono strappare le proprie piume o quelle delle vicine: questo comportamento si chiama "plumofagia" o "pica delle piume". In condizioni naturali, la gallina può strapparsi le piume per la presenza di acari e altri parassiti delle penne o durante la muta; ugualmente lo "spennamento" reciproco può avvenire in fasi di corteggiamento. In questi casi si tratta di una pica delle piume piuttosto delicata e limitata.
In condizioni patologiche, invece, la plumofagia verso sé stessi o verso altri esemplari diventa più intensa e violenta. Il beccaggio reciproco si manifesta in modo aggressivo e quando uno strappo delle piume determina sanguinamento, la vista del sangue fa letteralmente "perdere la testa" alle galline che arrivano a cannibalizzare gli altri esemplari. In poco tempo, il comportamento si diffonde all'interno di tutto il gruppo con gravi conseguenze. Negli allevamenti intensivi questi comportamenti possono derivare da stress per sovraffollamento, carenze nutrizionali, per l'eccessiva intensità della luce artificiale o per la presenza di rumori intensi e fonti di disturbo.

Taglio del becco e occhialini in plastica riducono il cannibalismo
Per evitare o quantomeno ridurre questi disturbi comportamentali molto diffusi soprattutto negli allevamenti intensivi, vengono utilizzate diverse strategie, tra cui il taglio del becco e l'uso di occhialini.
La parziale amputazione, nota tecnicamente come "debeccaggio", è sempre consentita a livello normativo negli allevamenti di ovaiole (sia in gabbia sia a terra) ad esclusione di quelli biologici e consiste nel taglio della parte terminale, superiore e inferiore del becco. Non può essere praticato nelle galline adulte, ma va effettuato nei pulcini entro i 10 giorni dalla nascita con diverse tecniche in grado di limitare il dolore o le possibili infezioni. In genere, un sistema automatizzato (una sorta di robot) riduce il becco di una misura ben precisa tramite una lama termica, un laser o una specie di smerigliatrice.
Nonostante gli accorgimenti, di certo il debeccaggio resta comunque un'amputazione rilevante, vista l'importanza del becco per gli uccelli. Si tratta infatti di un organo altamente specializzato nella forma, ricco di ghiandole e terminazioni nervose, fondamentale per la ricerca e la selezione del cibo, per la toilettatura del piumaggio, per la costruzione del nido e per la difesa.
In alternativa, vengono applicati alle galline degli occhialini in plastica opaca o semi trasparente, fissati tramite un supporto applicato ai fori nasali, in modo da ridurre la visione frontale. Questi sistemi si rendono necessari per evitare che le galline, in situazioni di stress elevato, si strappino le piume fra loro fino a diventare cannibali, portando così alla morte degli esemplari vicini.