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19 Agosto 2025
10:51

Perché bisogna usare la crema solare anche sui tatuaggi e cosa succede se non lo si fa

I raggi UV possono rallentare la guarigione dei tatuaggi, alterare i pigmenti e favorire stress ossidativo. Sebbene la relazione con i melanomi non sia provata, la protezione resta essenziale. La normativa europea regola pigmenti e procedure, mentre in Italia valgono linee guida e leggi regionali.

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Perché bisogna usare la crema solare anche sui tatuaggi e cosa succede se non lo si fa
protezione solare tatuaggi

Quando facciamo un tatuaggio è importante proteggersi dal sole e dalle radiazioni UV e non si tratta di una mera motivazione estetica. L’esposizione ai raggi UV rallenta il processo di guarigione della pelle, e nel tempo può letteralmente "spaccare" le molecole di inchiostro, portando non solo allo sbiadimento del pigmento, ma anche alla formazione dei famigerati radicali liberi (ROS – Reactive Oxygen Species) che possono indurre stress ossidativo e danni cellulari alla pelle. I sintomi più comuni dei danni derivati dall’esposizione dei tatuaggi agli UV sono rossori, prurito, dolore, gonfiore e anche aumento delle infezioni. Non sembra invece assodata una stretta correlazione causa-effetto tra tatuaggi e melanomi, anche perché sembra che chi è tatuato stia più attento a proteggersi dal sole, con creme solari ad alto SPF e protezioni meccaniche. 

Perché usare la crema solare sui tatuaggi: la pelle ha bisogno di tempo per guarire

I tatuaggi ci accompagnano da secoli: pensate che ne sono stati trovati ben 61 anche sulla mummia Ötzi conservata a Bolzano nel Museo Archeologico dell’Alto Adige. Non si sa bene a cosa servissero per Ötzi, ma oggi il tatuaggio è diventato una vera e propria arte.

I piccoli aghetti che perforano la pelle per depositare l’inchiostro causano però una lesione, che ha bisogno di tempo per guarire. Il processo di riparazione passa dall’infiammazione, alla proliferazione tissutale, in cui vengono prodotte nuove cellule per riparare il danno, fino al rimodellamento del tessuto, in cui il nuovo tessuto si rinforza e stabilizza.

L’esposizione ai raggi UV può rallentare la guarigione del tatuaggio, prolungando il processo di infiammazione in un momento in cui la pelle è particolarmente sensibile e vulnerabile, esponendoci a ulteriori irritazioni e potenziali infezioni batteriche.

tatuaggi aghi lesione pelle

I pigmenti degli inchiostri assorbono le radiazioni UV

Il rischio non si ferma alle prime settimane dopo un tatuaggio. Anche una volta guarito, possiamo avere danni legati all’esposizione solare. Infatti, i pigmenti utilizzati negli inchiostri per il tatuaggio dal punto di vista chimico e strutturale sono molecole in grado di assorbire parte delle radiazioni solari, sia Infrarosso che UV, in particolare UVA, che raggiungono gli strati più profondi della pelle.

In realtà, non sono ancora del tutto chiari i meccanismi con cui UV e pigmenti interagiscano, ma è stato osservato che una volta “colpite” dalle radiazioni UV, queste molecole vanno incontro a un processo di fotolisi, cioè scissione, rottura causata dalla luce. Questo causa non solo uno scolorimento del pigmento e quindi uno sbiadimento del tatuaggio, ma veri e propri danni alle strutture cellulari.

In pratica, la radiazione UV è come un sasso che rompe un vetro: i frammenti delle molecole di pigmento sono specie reattive dell’ossigeno (ROS), comunemente conosciuti come radicali liberi. Sono molecole instabili, con un elettrone rimasto solo (in gergo tecnico, spaiato) che cerca disperatamente un compagno: come schegge impazzite affamate di elettroni colpiscono e reagiscono con qualsiasi cosa incontrino, da lipidi e proteine, fino al DNA.

A ogni pigmento il suo rischio

Gli UV possono reagire sia con il pigmento in sé, che con un suo metabolita. Rossi, gialli e violetti contengono pigmenti azotati, che vengono metabolizzati in ammine aromatiche primarie, considerate responsabili delle reazioni allergiche ai tatuaggi e di fotoallergia, un tipo di fotosensibilizzazione che avviene dopo l’esposizione al sole e coinvolge il sistema immunitario.

pigmenti tatuaggi

I pigmenti scuri, contengono invece idrocarburi policiclici aromatici, potenziali fonti di ROS, o carbon black, il pigmento conosciuto anche come nerofumo o nero di carbone utilizzato appunto nell’inchiostro nero. In questo caso, si ipotizza la formazione di ROS a seguito dell’aggregazione delle nanoparticelle di carbon black. Ma il problema più grande dei tatuaggi neri è che potrebbero mascherare nevi a rischio melanoma, impedendone il riconoscimento precoce.  

Tatuaggi e melanoma: chi è tatuato si protegge di più dai raggi UV

Se l’interazione sole-tatuaggi può effettivamente dare classici sintomi infiammatori come prurito, gonfiore, rossore e dolore, non è altrettanto sicura la correlazione con lo sviluppo di  melanomi. Anzi, la percentuale di carcinomi della pelle nelle persone tatuate sembra essere in linea con la popolazione generale.

Il motivo? Secondo un’indagine del 2024 che ha intervistato 9031 adulti tatuati e non, le persone tatuate tendono sì a esporsi maggiormente al sole, ma sono anche più consapevoli dei suoi rischi rispetto a chi non ha tatuaggi. Usano maggiormente creme solari ad alto SPF, protezioni meccaniche come ombrelli o vestiario anti-UV e in generale hanno una maggiore attenzione ai danni derivanti dall’esposizione ai raggi UV. Si tratta però di un questionario, con valutazioni autoriportate dagli intervistati, ma comunque rappresenta un dato interessante e curioso, vista anche la mole di persone che vi hanno partecipato.

tatuaggi sole rischi

Il quadro normativo in Europa e in Italia

I pigmenti e le procedure per tatuare in sicurezza sono strettamente regolamentati. In Italia non esiste una normativa univoca, ma si fa genericamente riferimento alle “Linee guida per l’esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza”, e alcune regioni hanno emanato leggi specifiche per la regolamentazione del settore. L’Istituto Superiore di Sanità ricorda di rivolgersi a tatuatori qualificati e formati.

In Europa, lo standard di riferimento è la Risoluzione ResAP (Resolution on Requirements and Criteria for the Safety of Tattoos and Permanent Make-up) del 2008, che delinea non solo le norme igienico-sanitarie da rispettare, ma elenca anche la lista di pigmenti e impurità che devono essere assenti dagli inchiostri per tatuaggi, in quanto cancerogene, sensibilizzanti e mutagene.

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