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11 Dicembre 2023
11:30

Ötzi, il vero aspetto della mummia del Similaun e il giallo del suo omicidio tra i ghiacci

Il corpo mummificato di Ötzi, l'uomo dei ghiacci, fu trovato nel 1991 tra le Alpi Venoste, alle pendici del ghiacciaio Similaun, in Alto Adige. È la più antica mummia europea e uno dei cadaveri più esaminati del mondo. Studi e ricerche hanno chiarito il suo aspetto e le circostanze della sua morte.

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Ötzi, il vero aspetto della mummia del Similaun e il giallo del suo omicidio tra i ghiacci
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Ci troviamo sulle Alpi Venoste (Alpi della Ötztal), a 90 metri dall'attuale confine tra Italia e Austria, in Alto Adige. Sopra di noi svetta il ghiacciaio Similaun. Fu qui che il 19 settembre 1991 una coppia di escursionisti austriaci vide un corpo mummificato parzialmente emerso tra i ghiacci. In principio si pensò che fosse il cadavere di qualche alpinista disperso, ma dopo i primi studi, condotti anche dall'Università di Innsbruck, fu chiaro che si trattasse di una scoperta archeologica straordinaria: erano i resti ottimamente conservati di un uomo vissuto nell'Età del Rame, tra il 3350 e il 3120 a.C., circa 5300 anni fa.

Da quel momento il corpo, ribattezzato Ötzi (dalle Alpi della Ötztal) o mummia/uomo del Similaun, è stato oggetto di ricerche di ogni genere. Grazie a questi studi si è compreso il probabile aspetto dell'uomo, calvo e di pelle scura, e la causa della sua morte, l'omicidio. Dal 1998 la mummia è esposta al Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano dove viene conservata dentro una cella frigorifera in cui sono riprodotte le condizioni del ghiacciaio dove è rimasta per più di 5000 anni. In questo articolo vediamo le caratteristiche di Ötzi e le dinamiche del suo assassinio.

Chi era Ötzi, l'uomo dei ghiacci

Facciamo anzitutto un identikit di Ötzi, sia delle sue caratteristiche fisiche e genetiche sia del suo abbigliamento ed equipaggiamento.

Mummia_uomo_del_Similaun_sulle_Alpi_italiane
Ritrovamento della mummia del Similaun nel 1991

Caratteristiche fisiche e genetiche

L'uomo dei ghiacci morì a 45 anni (un'età avanzata per il tempo), era alto circa 1,60 m, pesava circa 50 kg e oggi il suo numero di scarpe corrisponderebbe al 38. La prima ricostruzione realistica che lo raffigura è oggi in mostra a Bolzano nel Museo Archeologico dell’Alto Adige (nell'immagine sotto) ed è stata realizzata dai paleoartisti olandesi Adrie e Alfons Kennis.

Come vedete, riproduce un uomo di carnagione chiara e con lunghi capelli. In effetti, nel momento in cui la scultura è stata realizzata, le conoscenze che si avevano sull'uomo del Similaun erano coerenti con questa rappresentazione e si erano ipotizzate delle affinità genetiche con alcuni popoli, tra cui gli antichi sardi. Ma Ötzi era davvero così?

Ricostruzione dell'Uomo venuto dal ghiaccio Museo Archeologico dell'Alto Adige - Ochsenreiter
Ricostruzione di Ötzi presente nel Museo Archeologico dell’Alto Adige e realizzata dai paleoartisti olandesi Adrie e Alfons Kennis (credit: Museo Archeologico dell’Alto Adige – Ochsenreiter)

Studi recenti sul DNA della mummia (pubblicati nell'agosto 2023 sulla rivista Cell Genomics) hanno smentito alcune ipotesi precedenti e hanno rivelato che l'uomo aveva sia la pelle scura (di colore simile a quello della mummia stessa) sia gli occhi scuri. Inoltre presentava alcune affinità genetiche con i primi agricoltori anatolici (l'Anatolia è la regione dove si distende la maggior parte dell'attuale Turchia).

Quanto ai capelli, in realtà forse Ötzi era calvo o quasi calvo (accanto alla mummia sono state trovate però alcune ciocche di capelli). In linea con queste informazioni, abbiamo creato con l'intelligenza artificiale un'altra possibile versione dell'uomo dei ghiacci, che vedete nella copertina di questo articolo.

Lo studio del DNA di Ötzi ha rivelato altre caratteristiche: l'uomo soffriva probabilmente di arteriosclerosi, era intollerante al lattosio, il suo gruppo era 0 positivo e aveva un elevato rischio di obesità e diabete. Inoltre soffriva di una malattia infettiva trasmessa dalle zecche.

Umidificazione della mummia - Museo Archeologico dell'Alto Adige -Lafogler
Processo di umidificazione della mummia (credit: Museo Archeologico dell’Alto Adige –Lafogler)

Molto interessanti sono anche le informazioni ricavate dall'analisi del corpo. La mummia dell'uomo del Similaun, infatti, è una cosiddetta "mummia umida". Questo significa che, al contrario delle più famose mummie egizie, trattate con processi particolari e dalle quali si asportavano gli organi interni, Ötzi ha subito un processo di mummificazione naturale: il ghiacciaio l'ha conservato sostanzialmente intatto.

Abbiamo così ottenuto tante altre informazioni: tracce di arsenico nei pochi capelli ritrovati sono il probabile segno che Ötzi partecipò alla lavorazione di minerali metallici; l'annerimento dei suoi polmoni, provocato dalla fuliggine, indica che l'uomo passava molto tempo accanto a focolari; la sua dentatura è usurata, gli mancavano i denti del giudizio e presentava una fessura tra i due incisivi superiori.

Altre evidenze raccontano il forte stress fisico e la vita dura che dovette sopportare l'uomo: tra queste si possono citare le rigature orizzontali sulle sue unghie (le cosiddette linee di Beau), lo stato di usura delle sue articolazioni, una serie di fratture al naso e alle costole (a proposito, gli mancava la dodicesima coppia di costole per un'anomalia genetica), la presenza di uova di tricocefalo (un parassita intestinale) nel suo apparato digerente.

Infine abbiamo una particolarità molto curiosa: il corpo di Ötzi era costellato di 61 piccoli tatuaggi raffiguranti linee o croci. Furono realizzati incidendo la pelle e strofinandovi su della polvere di carbone. Non si sa che scopo avessero, forse terapeutico.

Finestra della cella frigorifera Museo Archeologico dell'Alto Adige - Ochsenreiter
Cella frigorifera dove è esposto Ötzi (credit: Museo Archeologico dell’Alto Adige – Ochsenreiter)

Abbigliamento ed equipaggiamento

Ora che abbiamo raccontato com'era Ötzi dal punto di vista genetico e fisico, passiamo in breve al suo abbigliamento ed equipaggiamento. L'uomo è stato ritrovato vestito, anche se dalle foto di repertorio non si nota, visto il grado di deterioramento degli indumenti.

Il suo abbigliamento comprendeva anzitutto una sopravveste lunga quasi fino al ginocchio, realizzata in strisce di pelliccia di capra e pecora, cucite insieme attraverso tendini animali; Ötzi aveva inoltre un perizoma, dei gambali, una cintura munita di tascone per trasportare oggetti, delle scarpe composte di diversi strati e un copricapo in pelliccia di orso. Possedeva infine una sorta di stuoia di erbe intrecciate di cui non si è ancora compreso l'utilizzo.

vestiti otzi
Ricostruzione dei vestiti di Ötzi (credit: Wolfang Sauber)

Veniamo quindi al suo equipaggiamento: dentro al marsupio l'uomo del Similaun teneva dei pezzi di fungo essiccato (forse utili da usare come esca per accendere il fuoco), un perforatore, una lesina in osso (una sorta di punteruolo), una piccola lama in selce e un raschiatoio.

Aveva poi un'ascia di circa 60 cm, con lama in rame (proveniente dal sud della Toscana e ottenuto probabilmente attraverso una serie di scambi commerciali) e manico in legno di tasso. La presenza vicino al cadavere di Ötzi di un'arma simile ha fatto propendere per un omicidio non motivato dalla finalità del furto.

Altri strumenti posseduti dall'uomo erano, tra gli altri, un bastone in legno di tasso, probabilmente lavorato per diventare un arco, una faretra, delle frecce, una corda, un pugnale in pietra, un ritoccatore (uno strumento per affilare le lame in selce), due contenitori in corteccia di betulla di forma cilindrica, una gerla in legno e un utensile per trasportare gli uccelli catturati.

Mostra permanente L'ascia di Ötzi - Museo Archeologico dell'Alto Adige foto-dpi.com
L’ascia di Ötzi (credit: Museo Archeologico dell’Alto Adige – dpi.com)

L'omicidio dell'uomo del Similaun

Dopo aver realizzato un identikit di Ötzi, veniamo alla ricostruzione delle circostanze della sua morte. Inizialmente si pensò che Ötzi fosse deceduto a causa di un incidente. In seguito, invece, ricerche più approfondite, comprese delle indagini condotte con metodi forensi avanzati, hanno dipinto un quadro molto diverso: Ötzi fu assassinato in un momento in cui probabilmente pensava di essere al sicuro e non se lo aspettava.

Ecco in sintesi una ricostruzione possibile di quanto accadde (anche se non potrà mai essere verificata). In parentesi quadra trovate brevemente le prove a sostegno del racconto.

Siamo in un anno compreso tra il 3350 e il 3120 a.C. sulle Alpi Venoste, a 3210 metri di altitudine, ed è l'inizio dell'estate [pollini e foglie trovate nei contenitori appartenenti all'uomo]. Ötzi sta cercando di mettere quanto più spazio possibile tra sé e un gruppo di almeno quattro uomini con cui ha avuto uno scontro diversi giorni prima [tracce di sangue trovate sui suoi vestiti e profonda ferita da taglio sulla mano destra in via di cicatrizzazione]. Pensa di averli seminati e di essere ormai al sicuro e si ferma a mangiare tranquillamente parte di ciò che ha raccolto e cacciato [tracce trovate nel suo stomaco di carne di cervo e stambecco, cereali e altri vegetali]. Non lo sa, ma i quattro uomini l'hanno seguito e lo stanno accerchiando. A un certo punto una freccia gli trafigge da dietro la spalla sinistra, paralizzandogli il braccio sinistro e recidendogli l'arteria succlavia [punta di freccia in selce trovata nella spalla sinistra e foro d'entrata individuato nella schiena]. La ferita lo porta alla morte per dissanguamento in pochi minuti. In parallelo accadono due cose: Ötzi subisce anche una ferita alla testa (potrebbe essere caduto a terra dopo l'impatto con la freccia oppure potrebbe essere stato assalito da un altro dei suoi inseguitori) e la freccia si spezza (potrebbe essersi infranta nella caduta oppure Ötzi o uno dei suoi assassini potrebbe aver cercato di estrarla invano). A ogni modo, il cadavere dell'uomo del Similaun viene trovato prono, col braccio sinistro allungato sotto al corpo e incrociato davanti al petto, e il braccio destro steso lungo il fianco.

Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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